Bovini

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Sottofamiglia di Bovidi. Ruminanti grossi, tozzi, robusti, con corna a sezione circolare, appuntite, presenti in entrambi i sessi e più sviluppate nel maschio. I generi più noti sono Bos con la specie Bos taurus (bue), Bubalus (bufalo) e Bison (bisonte). Nel linguaggio zootecnico, per bovini si intendono soltanto le razze della specie Bos taurus (bove o bue domestico). Nell’India e nell’Africa orientale si trovano, soltanto in domesticità, parecchie razze di Bos indicus (➔ zebù).

Si ritiene che l’addomesticamento dei B. sia avvenuto inizialmente nell’India e nell’Asia centrale, da dove si sarebbe poi diffuso in Africa e in Europa.

Caratteristiche zootecniche

fig.

I Bovini hanno ossa frontali (fig.) sviluppate tanto da formare da sole quasi tutta la volta cranica e provviste quasi sempre di cavicchi ossei, che formano la base ossea delle corna; queste sorgono dagli angoli estremi ed esterni del cranio, la fronte è più lunga che larga, piatta o concava. Mancano i denti incisivi superiori e i canini, gli incisivi inferiori sono in numero di otto, i molari sono 12 nella mascella e 12 nella mandibola. La spina dorsale è formata da 7 vertebre cervicali, 13 dorsali, 6 lombari, 15-18 coccigee. Lo stomaco è formato di quattro sacchi di cui il primo, grandissimo, si chiama rumine, il secondo reticolo o cuffia, il terzo omaso o libro o foglietto o centopelle, il quarto abomaso o caglio o ventricolo. I piedi hanno due dita rivestite inferiormente da unghioni.

Nei B. si sfruttano tre funzioni economiche: produzione di lavoro, della carne e del latte. Essi forniscono inoltre letame e pelli. I B. con prevalente attitudine al lavoro hanno pelle spessa, grande sviluppo scheletrico, muscolare e articolare, armonico sviluppo degli arti e del tronco, arti ben diretti, con buoni appiombi; collo di media lunghezza, robusto, muscoloso; groppa larga, lunga, non molto obliqua. I B. con prevalente attitudine alla produzione della carne hanno pelle fina, morbida, facilmente staccabile dai tessuti sottostanti; scheletro fine e leggero; enorme sviluppo delle masse muscolari e specialmente di quelle che forniscono carne di prima qualità; arti brevi, testa piccola, collo corto; groppa ampia, lunga e larga; petto ampio e muscoloso. Nei b. con prevalente attitudine alla produzione del latte, la pelle è fine e untuosa, l’ossatura leggera. Nei B. a duplice o triplice attitudine si hanno tipi morfologici che derivano dalla fusione di quelli descritti.

razze
razze

Le principali razze per la produzione della carne sono: Aberdeen Angus, beefmaster, charolaise, chianina, Devon, Hereford, Limousine, marchigiana, maremmana, piemontese, podolica, romagnola, Shorthorn da carne; per la produzione del latte: Ayrshire, bianca nera, bruna alpina, frisona, Jersey, Guernesey. Altre razze hanno duplice attitudine (per es. Normanna, pezzata rossa, Simmenthal).

Allevamento

L’allevamento dei B. si effettua con tre modalità.

a) Allevamento brado. I B. vivono all’aperto, in mandrie più o meno numerose, in stato di completa libertà, procurandosi direttamente l’alimento nei pascoli.

b) Allevamento semibrado. Ai B. sono forniti ricoveri e supplementi di foraggi se il pascolo è scarso.

c) Allevamento stallino. È tipico delle regioni ad agricoltura intensiva e costituisce il sistema più razionale di sfruttamento dei bovini.

L’istinto genetico si manifesta precocemente sia nel toro sia nella vacca (6-10 mesi), ma agli effetti dell’allevamento è opportuno non adibire alla riproduzione i tori prima di 12-18 mesi e le vacche prima di 14-18 mesi. La durata media della gestazione della vacca è di 280 giorni, con scarti che possono essere anche di 30 giorni e oltre. Il vitellino, dopo qualche ora dalla nascita, poppa il colostro, che è il solo alimento adatto al neonato. L’allevamento può poi essere fatto col sistema naturale (cioè lasciandolo poppare alla mammella) o col sistema artificiale (cioè mungendo la vacca e somministrando la dose necessaria di latte al vitello mediante un poppatoio). È consigliabile protrarre l’allattamento fino a 4-6 mesi per i maschi destinati a divenire torelli, e fino a 3-4 per le vitelle. I maschi che non sono destinati alla riproduzione vengono castrati all’età di 6-8 mesi.

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