Biblioteca

Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)

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Igino Poggiali

(IV, p. 294; App. I, p. 272; II, i, p. 396; IV, i, p. 270; V, i, p. 270)

Per evidenziare gli elementi più significativi che caratterizzano le prospettive future della b., occorre fare riferimento alle trasformazioni che lo sviluppo delle tecnologie dell'informazione ha generato in tutti gli aspetti della vita umana, in ogni paese e a ogni latitudine. Non appena si supera lo stupore per un'innovazione tecnologica, si cerca di applicarla al perseguimento di obiettivi e desideri antichi; non deve perciò meravigliare che le tecnologie per la gestione della conoscenza stiano attualmente offrendo nuove speranze di appagamento a quello che forse è il desiderio più antico in assoluto: il dominio/possesso di tutta la conoscenza generata in ogni tempo e da ogni individuo o comunità.

L'attuale elevata disponibilità di informazioni comporta la messa in opera di tutta la scienza elaborata nel corso di secoli per affinare la capacità di classificarle, ordinarle, gestirle, affinché la massa di informazioni possa acquisire la dimensione della conoscenza. I bibliotecari sono gli specialisti più adeguati ad affrontare questi problemi; ma il livello della sfida li costringe a cercare alleanze presso detentori di saperi che, rispetto alle problematiche di gestione delle b., solo pochi anni fa si sarebbero considerati con indifferenza. Ingegneria delle reti e dei sistemi informativi, organizzazione aziendale, economia politica, marketing, architettura e urbanistica, scienze cognitive sono solo alcune delle discipline che il bibliotecario deve avere sempre più al suo fianco per supplire con un forte investimento in intelligenza all'impossibilità di dilatare la spesa in proporzione alle dimensioni dei problemi da risolvere. Il contatto ha generato una contaminazione reciproca e una presa di coscienza della rilevanza economica e sociale del dominio e della gestione delle conoscenze, tale da far nascere nel linguaggio economico espressioni quali knowledge based economy, knowledge for development, knowledge management, intellectual capital, alle quali corrispondono le strategie più recenti di organismi quali l'OCSE o la Banca mondiale. Il G7 (ora G8 con l'ingresso della Russia), la Conferenza dei capi di Stato e di governo dei paesi più industrializzati che si riunisce periodicamente per armonizzare le politiche macroeconomiche, ha promosso varie iniziative nel settore delle applicazioni delle nuove tecnologie, tra le quali il progetto Bibliotheca universalis, teso alla creazione di una b. virtuale di testi digitalizzati delle più importanti opere prodotte in tutto il mondo. Si può sostenere quindi che la funzione della b. quale organismo deputato all'acquisizione selettiva e all'organizzazione secondo criteri scientifici, nonché alla messa a disposizione di documenti e informazioni su qualunque tipo di supporto, viene confermata e ampliata nella prospettiva della 'società della conoscenza' determinata dalle opportunità create dalla rivoluzione tecnologica.

Come non vi sono sintomi di una prossima fine del libro quale supporto per la trasmissione del sapere e dei frutti della creatività, allo stesso modo sono state smentite le previsioni di una fine prossima delle biblioteche. In molti paesi infatti esse continuano a essere, insieme ai teatri e ai musei, le occasioni per grandi investimenti pubblici di alto valore emblematico. È evidente ormai che quest'antica struttura, nata come mezzo per gestire più comodamente ed economicamente un patrimonio crescente di documenti, accompagnerà l'avventura umana ancora per molto tempo. E resiste al tempo e alle trasformazioni delle funzioni anche il nome di quest'istituto.

Solo in Francia, dagli anni Settanta in poi, venne adottata l'espressione mediathèque (mediateca, v. in questa Appendice) per indicare quella che restava fondamentalmente una b. dotata di molti libri e periodici a scaffale aperto oltre che di un numero consistente di prodotti audio e video, programmi per computer, oggetti d'arte, tutto ottenibile a prestito. L'insieme era contenuto in edifici modernissimi di alto valore culturale e simbolico. La nuova denominazione voleva sottolineare il forte distacco dalla b. tradizionale e intendeva rafforzare la percezione del valore informativo dei nuovi supporti tecnologici diversi dal libro e l'attrazione di un modello organizzativo del servizio molto più aperto e a libero accesso rispetto a quello offerto dalle b. tradizionali. Anche in Francia in realtà, alla fine degli anni Novanta, sono appena 300 su oltre 2500 le b. pubbliche a utilizzare tale denominazione.

In sintesi le prospettive della b. possono essere lette secondo due coordinate che in parte si intrecciano: 1) il rapporto con il sistema della produzione e circolazione dell'informazione in tutte le sue forme; 2) il rapporto con i processi economici e sociali in atto.

Rapporto della biblioteca con il sistema di produzione e circolazione dell'informazione

La funzione della b. viene esaltata proprio dall'enorme sviluppo della produzione di documenti in formato tradizionale o su supporto tecnologico che caratterizza ormai ogni attività umana. La scienza biblioteconomica soccorre nella selezione prima ancora che nella catalogazione delle fonti, e ciò la rende particolarmente funzionale nel costruire percorsi affidabili nel mare della produzione attuale. Si assiste a un'evoluzione dei criteri che guidano la valutazione su ciò che è opportuno acquistare e ciò che invece si ritiene di dover richiedere ad altre b. o fornitori privati solo nel caso in cui si attivi una richiesta da parte di un utente. La possibilità di avvalersi di risorse esterne comporta lo spostamento di attenzione dalla conoscenza del proprio patrimonio a quella del 'mercato' inteso come vero e proprio servizio a pagamento o accesso al prestito da altre biblioteche.

La funzione che già ora si è molto sviluppata rispetto alle previsioni degli anni Ottanta e che sicuramente diventerà una delle attività dominanti del servizio di b. è proprio quella dell'accesso a documenti remoti. Senza farne una scelta radicale (accesso contro possesso), in quanto resta comunque conveniente per il servizio ai propri utenti avere un buon tasso di acquisizioni rispetto alle pubblicazioni più frequentate, le b. si devono attrezzare per mettere a disposizione documenti posseduti da altre b. o da organizzazioni di fornitura di documenti. La velocità con la quale si possono consultare cataloghi remoti scatena infatti il bisogno di disporre altrettanto rapidamente del documento individuato. Per ottenerlo il cittadino deve però trovare una b. che gestisca il prestito interbibliotecario o la fornitura di documenti e le relative transazioni.

Non è escluso che, come talvolta accade, quella b. possieda il documento ma non lo abbia ancora inserito nel catalogo elettronico, ed è quindi ancora buona norma esplorare bene tutti i cataloghi locali, anche in formato cartaceo, prima di far partire una richiesta di prestito o di fornitura di documento. Tutto ciò implica una maggiore presenza e flessibilità del personale in servizio e una sua capacità di orientare le scelte degli utenti verso soluzioni vantaggiose rispetto ai loro bisogni in termini di economicità, efficacia, completezza e affidabilità.

La possibilità di fruire dal proprio domicilio per via telematica di una mole immensa di informazioni e conoscenze non sta affatto mettendo in discussione il ruolo della b., ma semplicemente ne ridisegna le funzioni inducendola a darsi un profilo di risposta che va sempre più individualizzandosi rispetto a ciascun utente. Si assiste così alla moltiplicazione dei prodotti e dei servizi offerti: il cittadino li utilizza in forme diverse a seconda di esigenze che mutano col succedersi dei momenti della giornata o degli sviluppi della vita professionale e dell'esistenza in senso lato. Egli disegna in qualche modo su se stesso la propria b. ideale. La b., ma ciò può essere detto per molti altri servizi pubblici e privati (Pine 1993), perde così la sua natura di servizio erogato per assumere quella di infrastruttura nella quale il cittadino realizza percorsi culturali autonomi, combinando in modo originale elementi e suggestioni di varia provenienza.

Più la b. si collega alla soddisfazione di bisogni cognitivi degli individui che compongono la comunità di riferimento (città, scuola, università, azienda ecc.) e più trova forza per affermare il suo spazio nel tessuto dei servizi legati allo svolgimento delle funzioni essenziali della società. La sua competitività si basa sugli stessi elementi di valutazione che caratterizzano il mercato dei servizi e delle prestazioni professionali.

Il cittadino sceglie di utilizzare la b. per soddisfare una sua esigenza di conoscenza se ritiene altamente probabile trovare una risposta sufficientemente adeguata in un tempo più breve rispetto a quello che impiegherebbe per raggiungere lo stesso scopo con altri strumenti o servizi. Si aspetta poi che le informazioni trovate siano state selezionate tra le più significative rispetto al suo quesito e soprattutto siano affidabili rispetto alla qualità della fonte. A fronte di prestazioni particolarmente complesse egli è anche disposto a contribuire alla copertura parziale o totale dei costi

Sul versante organizzativo la b. deve quindi condividere le logiche, la cultura, la concezione del servizio che caratterizza il sistema aziendale (Solimine 1995; Usherwood 1996; Malinconico 1998). La formazione professionale sta cercando un nuovo punto di equilibrio nel peso dei saperi che compongono il profilo del bibliotecario, ma su aspetti di alta specializzazione diventa sempre più conveniente ricorrere a professionisti esterni, o inserirli nel proprio organigramma quando la necessità della loro competenza sia rilevante. È indispensabile quindi per il responsabile di una b. acquisire tali prestazioni e saperle inserire nell'organizzazione interna. Tali nuove professionalità sono determinanti, per es., per il decollo di nuove forme di distribuzione dei prodotti editoriali basate su applicazioni industriali dell'editoria elettronica on demand o per concepire e realizzare talune funzioni che possono essere gestite solo a larga scala.

La fornitura di documenti in originale o in fotocopia è ancora la forma prevalente nelle b. pubbliche, mentre in quelle di ricerca si stanno sviluppando notevolmente i servizi acquisiti da società esterne per la fornitura di articoli da riviste scientifiche via Internet con accesso controllato agli archivi dell'editore o attraverso la distribuzione in formato CD-ROM. Le b. allineano in genere i nuovi servizi a fianco di quelli tradizionali senza sostituirli, e ciò certamente non sfrutta a pieno le potenzialità delle tecnologie. La relativa prudenza a inoltrarsi su questo cammino trova qualche giustificazione nella frequente distanza tra promesse ed effettiva soddisfazione che deriva dall'investimento o dalla necessità di tenere in piedi le vecchie insieme alle nuove funzionalità. Ciò tuttavia non deve indurre alla rinuncia: le delusioni sono spesso connesse a eccessivi entusiasmi e semplificazioni. È stata rapidamente ridimensionata, per es., la fattibilità prossima e l'opportunità di digitalizzazioni massicce dei patrimoni accumulati nei magazzini delle b. o nei depositi degli archivi per tenerli in linea su grandi calcolatori. L'esigenza di esaustività della ricerca e la sua stessa qualità non possono fare a meno di sondare le fonti in tutti i formati nei quali si presentano. Il materiale digitalizzato costituisce comunque un aiuto all'accelerazione del lavoro, ma non esime dall'uso combinato di mezzi tradizionali e innovativi.

fig. 1
fig. 2

'Biblioteca virtuale' (fig. 1) o 'biblioteca senza pareti' sono espressioni che riguardano la visibilità a distanza delle collezioni, consentita dalla messa in rete dei cataloghi (OPAC, On-line Public Access Catalogue) e da una crescente offerta di documenti in versione integrale o in abstract che possono essere scaricati in pochi istanti sulla postazione dalla quale si accede al server che gestisce tali risorse. Il servizio è gestito da aziende o da consorzi tra b., specie delle università. Tra i più rilevanti si segnalano SuperJANET nel Regno Unito (fig. 2) e il National Research and Education Network (NREN) negli Stati Uniti. La maggior parte degli utenti ha comunque bisogno dell'assistenza di un bibliotecario e di una b. reale per avvalersi di tali opportunità (Petrucciani, Ridi 1996; Stoll 1996). Queste modalità di gestione delle risorse informative diventano proprio per la b. una delle nuove funzioni che difficilmente altre strutture e professioni potranno sostituire (Traniello 1997).

Uno dei problemi che maggiormente investono il destino dello sviluppo di servizi complessi (ma ormai anche di quelli tradizionali) è quello del copyright e della sua applicazione ai servizi di biblioteca. I detentori dei diritti vedono nella facilità di riproduzione che le tecnologie reprografiche ed elettroniche consentono una progressiva erosione della loro possibilità di percepire quanto di spettanza. Le associazioni bibliotecarie europee attraverso EBLIDA (European Bureau of Library, Information and Documentation Association) stanno difendendo le prerogative delle b. di consentire riproduzioni per uso personale e senza fini di lucro. La riduzione di queste prerogative o la loro monetizzazione possono seriamente minacciare la libertà di lettura e di accesso nelle biblioteche. Per risolvere questo problema si ritiene auspicabile, insieme a una direttiva per l'armonizzazione dei comportamenti sul territorio dell'Unione Europea, una soluzione negoziale tra le associazioni degli aventi diritti e quelle delle istituzioni bibliotecarie. La ricerca delle convergenze di interessi tra i protagonisti dell'economia del libro e del documento multimediale è certamente la via maestra per il consolidamento del settore e per fargli assumere il ruolo che i mutamenti in corso rendono possibile: il tutto cercando di tutelare insieme le legittime aspettative degli aventi diritti ma anche la massima libertà di uso delle risorse, che è condizione essenziale per alimentare nuovi atti creativi.

Verso una nuova professionalità

fig. 3

Se la missione della b. è sempre più quella di offrire un servizio che agevoli l'incontro tra il documento e l'utilizzatore, la professionalità degli operatori deve far sì che alcuni contenuti formativi siano ampiamente condivisi e standardizzati. In questa direzione diventa insostituibile l'opera delle associazioni professionali. In Italia, l'Associazione italiana biblioteche (AIB, fig. 3), fondata a Roma nel 1930, ha svolto e svolge tuttora funzioni proprie di tale tipo di organizzazioni, quali l'aggiornamento dei propri aderenti e la diffusione degli orientamenti in materia di b. e informazione elaborati dalle organizzazioni internazionali alle quali fa riferimento, come l'IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions), l'UNESCO, il Consiglio d'Europa e l'Unione Europea. L'AIB ha assunto su di sé l'onere della certificazione della professionalità dei suoi associati, sulla base delle direttive europee in materia di esercizio delle professioni accolte nel nostro ordinamento, e ha preso a modello per quest'attività la lunga esperienza dell'American Library Association (ALA), che negli Stati Uniti esercita il controllo sui curricula formativi predisposti dalle università attraverso una procedura di accreditamento di quelli che vengono ritenuti adeguati. Per le procedure fa riferimento all'esperienza della LA (Library Association) britannica che gestisce un sistema di certificazione della professionalità, dalla formazione iniziale all'aggiornamento permanente riconosciuto anche in sede europea.

La biblioteca nell'attuale contesto economico e sociale

La b. si rivela uno strumento insostituibile per il raggiungimento di obiettivi fondamentali per il sistema produttivo e contemporaneamente un baluardo formidabile contro le degenerazioni, il degrado, i rischi per la democrazia e la libertà che la mancanza di opportunità per lo sviluppo dello spirito critico possono indurre. Come dice chiaramente il Manifesto dell'UNESCO sulle biblioteche pubbliche del 1972 (aggiornato nel 1994), l'accresciuto impatto sociale di questa istituzione deriva proprio dal suo essere rilevante anche per la qualità del tessuto economico. La sua capacità di consentire e stimolare le attività di apprendimento permanente sviluppa effetti positivi sulla qualità delle risorse umane, ma soprattutto stimola la crescita dello spirito critico, formidabile antidoto contro ogni forma di prevaricazione da parte dei poteri o di gruppi organizzati. Le b. sono le strutture più adatte a svolgere questa delicata funzione in quanto i bibliotecari sono tenuti a osservare un codice etico definito in sede IFLA e variamente arricchito dalle associazioni professionali nazionali. In esso è fatto obbligo di mettere a disposizione, su questioni controverse, tutti i punti di vista senza alcuna limitazione; è fatto divieto di operare qualunque tipo di censura fatta salva l'esclusione dei materiali proibiti dalla legge, così come non è consentito discriminare alcuno rispetto alla piena disponibilità dei documenti. È fatto infine obbligo di rispettare rigorosamente la privacy degli utenti sia rispetto ai loro interessi che rispetto ai loro dati personali.

L'IFLA ha promosso un Comitato per l'accesso all'informazione e per la libertà di espressione, teso a rafforzare l'iniziativa per consolidare la funzione della b. come presidio di diritti umani fondamentali. Su quest'obiettivo si sono distinti negli ultimi anni i bibliotecari americani, canadesi e australiani, con un'energica attività di contrasto dei tentativi di instaurare forme di controllo sulla circolazione delle informazioni in Internet. In Europa si registra ancora una certa passività della professione e della 'società civile' rispetto a queste problematiche, ma il Consiglio d'Europa ha in programma una specifica iniziativa di sensibilizzazione su questi temi.

La dimensione economica delle b. è oggetto di studi sempre più frequenti. Facendo seguito alla messa a punto dei sistemi di valutazione sviluppati negli anni Ottanta nel mondo anglosassone e approdati in apposite Guidelines dell'IFLA (1996), specie nel mondo universitario si cominciano a costruire parametri di valutazione, in particolare del peso relativo delle b. nel mercato editoriale e del loro impatto economico nel contesto delle politiche dei servizi pubblici. Il dibattito tocca talvolta anche il delicato problema della tariffazione dei servizi, o almeno di alcuni servizi particolarmente complessi. Il nodo non risolto riguarda la ricerca di un equilibrio tra la necessità di soddisfare l'utenza acquisita che diventa sempre più esigente e la missione di conquistare alla b. gli strati della popolazione che ancora non la utilizzano (Économie et bibliothèques, 1997). Se la collettività ritiene desiderabile che gli esclusi e gli autoesclusi utilizzino la b., non è logico chiedere un esborso monetario. Nello stesso tempo l'efficacia delle azioni di allargamento della base degli utenti richiede forti investimenti in attrezzature e risorse umane che diventano in parte aggiuntive rispetto a quelle che servono il pubblico consolidato. La possibilità di affrontare con metodo questo tipo di problemi presuppone la messa a punto di programmi sistematici in collaborazione con la scuola, con i servizi sociali, le associazioni, facendo in modo da delegare una buona parte del lavoro di educazione all'uso consapevole delle opportunità informative.

Le biblioteche nel contesto urbano

Tra gli impatti della b. nella vita economica e sociale occorre mettere in evidenza la relazione della b. con il tessuto urbano. Quest'aspetto è stato affrontato nei modi più disparati, ma fin dall'antichità la costruzione di una b. ha avuto sovente lo scopo di proclamare un 'manifesto' politico-culturale, di stabilire un ordine di priorità tra i valori proposti alla considerazione dei cittadini. Un rilancio di quest'approccio in tempi più vicini a noi può essere considerata la realizzazione del Centre Pompidou a Parigi, seguita dalla grandiosa costruzione della Bibliothèque de France, voluta da F. Mitterrand (Nouvelles Alexandries, 1996). Il nuovo millennio che si apre vede la presenza di decine di nuove grandi b., alcune appena inaugurate altre in corso di completamento, nelle più importanti città dei paesi industrializzati; ma non è raro trovare investimenti di dimensioni equivalenti in città come Algeri o Dakar. Se molte di queste realizzazioni riguardano nuove sedi per le locali b. nazionali, vi sono molti casi in cui l'investimento viene destinato a ospitare una b. pubblica o una b. universitaria.

La piena efficacia dell'investimento in una b. di elevato valore architettonico si attua però soprattutto grazie a un sapiente innesto dell'edificio nel tessuto urbano, sia in relazione ai rapporti spaziali e volumetrici che danno vita al profilo del paesaggio, sia rispetto ai percorsi dei mezzi di trasporto e delle vie di accesso, sia infine in relazione alla convergenza nella stessa area di altri servizi legati alla vita quotidiana. In questa direzione sono da considerare con attenzione le politiche urbanistiche che hanno accompagnato gran parte delle realizzazioni di nuove b. in Portogallo e in Catalogna, che possono costituire un esempio mirabile di connubio tra scarse risorse e forte consapevolezza del valore del gesto architettonico.

I processi di globalizzazione, ancora fuori da ogni effettivo controllo da parte delle organizzazioni internazionali, hanno scarsi effetti nel determinare processi di acquisizione di conoscenze, da parte delle popolazioni locali, che non siano strettamente connessi alle produzioni delocalizzate dai paesi industrializzati. In questi contesti la b., specie quella pubblica, svolge un ruolo di contrasto della tendenza all'omologazione culturale in quanto si fa carico di raccogliere, conservare e mettere a valore le testimonianze e i documenti legati al suo contesto antropologico e sociale. L'UNESCO e le organizzazioni non governative che ad essa fanno riferimento contemplano con sempre maggiore decisione la b. tra gli strumenti da inserire nel complesso delle risorse che in modo integrato entrano a far parte dell'arsenale da impiegare nella guerra al sottosviluppo.

Per raggiungere la massima efficacia, la b. deve comunque far parte di un piano di sviluppo complessivo che riguardi le infrastrutture e in particolare il sistema delle telecomunicazioni, la programmazione degli insediamenti abitativi e del riassetto urbanistico, lo sviluppo del sistema educativo e formativo nel suo complesso, lo sviluppo dell'editoria e dell'industria culturale in genere, lo sviluppo dei servizi nazionali di supporto al sistema bibliotecario, lo sviluppo del benessere sociale e dei servizi connessi. La b. diventa così un avamposto per la cooperazione allo sviluppo in rapporto paritario. Si può farne un laboratorio per la sperimentazione avanzata di applicazioni delle tecnologie ai processi di cooperazione tra culture diverse, poste sullo stesso piano dalla condivisione della stessa piattaforma tecnologica.

Tale condivisione diventa un'opportunità formidabile in termini di circolazione e scambio di conoscenze e informazioni tra gli individui e le organizzazioni. Ne conseguono il potenziamento e l'efficienza delle attività di ricerca, la diffusione capillare delle opportunità educative utilizzando anche tecniche di educazione a distanza, la possibilità di organizzazione del lavoro in rete, la forma più moderna di organizzazione della produzione, che proprio nei paesi a economia debole trova condizioni particolarmente favorevoli al suo sviluppo. Si ha indirettamente anche un miglioramento della qualità della vita dei cittadini, i quali possono accedere a prezzi accettabili ai servizi tipici delle società più avanzate che si basano proprio sull'utilizzo delle tecnologie dell'informazione.

Con la diffusione dei mezzi di comunicazione di massa il problema della carenza di risorse informative e culturali si è ribaltato in un'universale apparente ridondanza, caratterizzata in realtà da bassa qualità e frammentarietà che la rendono scarsamente utilizzabile in processi di sviluppo delle attitudini critiche. La capacità di dominare le conoscenze e i linguaggi che le trasmettono delinea i contorni di nuove élites e di nuove povertà che si sovrappongono o si aggiungono a quelle conosciute.

La differenza di opportunità, che nella società industriale era proporzionale soprattutto alla disponibilità di risorse finanziarie e di beni strumentali, tende ad acuirsi a causa della frequente coincidenza tra disponibilità economiche e dominio dei sistemi di produzione e circolazione della conoscenza. La b. viene individuata allora come strumento contro l'analfabetismo e l'esclusione determinati dal deficit di capacità intellettuale, e come strumento di supporto della dimensione sociale e culturale del cittadino delle aree industriali avanzate.

In realtà, i processi di globalizzazione hanno portato sacche di povertà e di esclusione sempre crescenti anche nel cuore del tessuto delle società più affluenti. Ciò che è ancora più grave e crea tensioni crescenti è l'allargamento delle fasce dei meno abbienti che ovunque e in ogni tempo, sotto l'assillo dei bisogni materiali, pongono in secondo piano i bisogni intellettuali nella gerarchia degli obiettivi individuali. Tutto ciò mina la solidità dello sviluppo delle società industriali avanzate.

Col crescere del peso della componente immateriale e della complessità dell'organizzazione del lavoro e della vita cresce l'esigenza di una diffusione capillare della capacità intellettuale, che diventa un bene di interesse generale, per il cui sostegno è sempre più attuale e significativo il possibile ruolo delle biblioteche. Come nel sistema immunitario, ciascun individuo partecipe e responsabile diviene un anticorpo, che rafforza la resistenza della comunità al degrado sociale (Pauli 1997). In generale occorre considerare che la 'società della conoscenza' si determina laddove si stabilizza la relazione/circuito tra una popolazione dotata di capacità intellettuale e le sue strutture sociali. Mentre la società dell'informazione è basata soprattutto su una rete di infrastrutture tecnologiche, la società della conoscenza è soprattutto un'infrastruttura basata sulle relazioni tra esseri umani.

Linee di tendenza della politica delle biblioteche in Italia

In Italia il nuovo millennio sembra aprirsi con una forte ripresa di attenzione del governo e del Parlamento per le b. e in generale per la rete dei servizi culturali. L'accelerazione dell'integrazione nell'economia europea, derivata dalla partecipazione alla moneta unica, ha comportato un maggior interesse per lo sviluppo di infrastrutture sociali e culturali analoghe a quelle che già sono state sviluppate in altri paesi dell'Unione Europea. Le b. sono infatti una delle istituzioni culturali più penalizzate negli anni Ottanta e Novanta dal prevalere della visione patrimoniale indotta dall'inclusione di questi istituti nell'ambito di competenza del Ministero per i Beni culturali e ambientali, ora per i Beni e le Attività culturali. Il tenere in conto la natura di 'bene culturale', che riguarda certamente anche le collezioni di documenti a stampa e manoscritti, non coglie che un aspetto, certo rilevante, il quale non costituisce comunque la funzione primaria della b. in generale e delle sue diverse tipologie (b. pubbliche, nazionali, di ricerca ecc.).

L'università ha introiettato quest'approccio al punto che le denominazioni dei corsi di laurea e di diploma degli operatori destinati alle b. fanno riferimento al 'bene librario' invece che al servizio bibliotecario. Il predominio delle ragioni della burocrazia su quelle del diritto del cittadino, che ha caratterizzato l'amministrazione pubblica nello stesso periodo, ha concorso poi nel provocare anche in questo settore ritardi notevoli. Persino il progetto di Servizio bibliotecario nazionale (SBN), che avrebbe dovuto supportare la diffusione dei servizi bibliotecari per ogni tipo di utenti in tutto il territorio del paese, ha visto gli investimenti concentrati quasi esclusivamente sulla produzione di software e sull'implementazione dei cataloghi elettronici finalizzati alla conoscenza del patrimonio più che all'effettuazione di un servizio. Intere regioni e numerose grandi città, specie al Centro-Sud, non conoscono neppure l'esistenza di tale opportunità. La messa a punto di un accesso OPAC all'Indice SBN ha consentito di accedere almeno alla conoscenza del contenuto del catalogo, ma siccome la circolazione dei documenti deve essere intermediata da una b., laddove questa manca o non svolge il servizio il cittadino non ha un'opportunità rilevante per le sue prerogative di accesso al sapere.

La riforma del Ministero per i Beni culturali e ambientali (ora per i Beni e le Attività culturali) prevede l'incentivazione dello sviluppo di una rete di servizi culturali diffusa in modo omogeneo su tutto il territorio, gestita dalle comunità locali anche in forma associata. In questa prospettiva si è rimesso in moto un dibattito a livello sia centrale sia delle autonomie locali, che sta promuovendo delle riforme legislative in questo campo. L'iniziativa dell'Associazione italiana biblioteche, delle associazioni degli editori, delle imprese che operano nel settore ha stimolato il percorso verso il consolidamento di questo servizio nel tessuto delle città e il suo inserimento tra i servizi fondamentali dello standard di benessere sociale.

Gli sviluppi maggiori si sono rilevati nelle b. universitarie, spinte dalle esigenze di documentazione e circolazione di documenti in tempi velocissimi, condizione essenziale per la garanzia di qualità della ricerca scientifica e della didattica. La trasformazione più complessa riguarda la razionalizzazione delle sedi e l'organizzazione del servizio attraverso la costituzione di sistemi bibliotecari di ateneo. Tali sistemi tendono a mettersi in rete tra loro per dar vita a un Sistema bibliotecario dell'università e della ricerca. Questa struttura, orientata al rafforzamento dei servizi a supporto della ricerca, sulla base di un protocollo d'intesa tra il Ministero per i Beni culturali e ambientali e il Ministero dell'Università e della Ricerca scientifica, consente al Servizio bibliotecario nazionale di utilizzare la rete GARR per la connessione con i poli. Molti atenei hanno comunque sviluppato realizzazioni su prodotti diversi dando vita a basi dati bibliografiche estremamente rilevanti per la qualità delle collezioni che gestiscono. Ciò non impedisce la progressiva integrazione dei servizi e delle risorse a disposizione dei cittadini determinata dall'apertura delle università al territorio, fino a stabilire convenzioni con gli enti locali aventi tra i loro obiettivi anche la fornitura reciproca di servizi bibliotecari.

In questa situazione il SBN può restare l'infrastruttura di riferimento per il mondo bibliotecario italiano solo se saprà recuperare la sua vocazione originaria di strumento per la cooperazione tra le b. capace di sfruttare al massimo le risorse tecnologiche, in una prospettiva di massima apertura agli standard internazionali. La produzione di servizi per il cittadino richiede inoltre il trasferimento della gestione a strutture aziendali che operino in modo autonomo rispetto agli apparati amministrativi centrali e periferici.

Le Regioni - che sulla base del d.p.r. 3 del 1972 e del d.p.r. 616 del 1977 hanno ricevuto una delega a legiferare in questa materia - hanno sviluppato in alcuni casi una politica dei servizi che ha consentito agli enti locali di investire nella realizzazione e nel potenziamento dei servizi di b., nell'accezione piena e articolata che la società contemporanea richiede. Le città di Aosta, Genova, Bologna, Milano, Roma, per citarne solo alcune, hanno già realizzato o hanno in corso di avanzata progettazione significativi investimenti per b. di grandi dimensioni, destinate a sostenere la crescita intellettuale dei loro cittadini. Centinaia di città medie e piccole si stanno muovendo nella stessa direzione o sono già in condizione di erogare i servizi in modo adeguato.

Insieme a queste punte di eccellenza esistono ancora intere province e vaste aree metropolitane nelle quali le b., così come altre strutture culturali, mancano completamente. Uno dei fenomeni più rilevanti e nuovi, le cui ricadute sul servizio bibliotecario in tutto il mondo e anche in Italia sono appena agli inizi, riguarda il rapporto con le 'reti civiche', una delle applicazioni più popolari della tecnologia Internet. Praticamente in tutte le città in cui opera una rete civica le b. mettono a disposizione l'accesso al proprio catalogo. Spesso offrono il collegamento alle b. dell'area circostante e talvolta anche l'accesso al SBN o a servizi più complessi riservati a quanti possono accedervi tramite password. La rete civica può essere promossa da amministrazioni pubbliche, da associazioni o da aziende, ma anche da biblioteche. In Italia la prima rete civica progettata e gestita da bibliotecari è quella realizzata dalla provincia di Ravenna e dai comuni del suo territorio. Ai servizi si può accedere gratuitamente sia da casa sia da postazioni collocate nelle b. e in altri uffici pubblici, essendo auspicabile e da incentivare l'accesso alle informazioni concernenti la vita della comunità.

La mancanza di una politica nazionale di indirizzo e concertazione degli investimenti, e insieme di una suddivisione razionale di compiti e funzioni, ha danneggiato gravemente lo sviluppo omogeneo di questi servizi. Per far fronte a questa situazione il Ministero per i Beni culturali ha varato nel luglio del 1997 il piano d'azione Mediateca 2000 con l'intento di promuovere la realizzazione o il potenziamento delle b. del paese e delle altre istituzioni culturali. Tutte queste organizzazioni dovranno concorrere a dar vita a quella 'infrastruttura della conoscenza' che potrà consentire la diffusione capillare di opportunità sul territorio nazionale. L'accento posto sulle tecnologie multimediali risponde all'intento di sfruttare appieno queste innovazioni per la messa in rete di risorse e per l'interconnessione tra tutti i punti di servizio, con un forte incremento di efficacia dei servizi a parità di costi. Le b. comunque, insieme ai nuovi servizi e alla fornitura di accessi a mezzi e prodotti basati su tecnologie innovative, continuano a svolgere tutte le loro funzioni tradizionali, e anzi si prevede una progressiva standardizzazione verso i parametri internazionali del tasso di acquisizione di pubblicazioni per abitante, della qualità delle sedi, della qualità professionale degli operatori. Il Piano d'azione trova il consenso anche delle aziende editoriali, in quanto il potenziamento delle dotazioni delle b. viene considerato una delle forme più sane di sostegno all'editoria. Il Piano d'azione è una politica 'concertata' per lo sviluppo dei servizi, paragonabile ad analoghe strategie promosse in quasi tutti i paesi dell'Unione Europea, nell'America Settentrionale e in Australia. Nella stessa prospettiva si muovono anche alcuni paesi emergenti come Thailandia e Cina.

Linee di tendenza a livello internazionale

È da notare che il v Programma quadro per lo sviluppo tecnologico dell'Unione Europea stimola proprio la convergenza tra b., musei e archivi nell'affrontare le sfide e i nuovi problemi generati dall'impiego di tecnologie digitali nella gestione dei patrimoni di documenti e conoscenze che tutti questi istituti conservano. Tali sviluppi vengono poi inquadrati in una strategia globale che investe tutti i settori toccati in misura maggiore o minore dalla diffusione delle tecnologie telematiche e multimediali. Le b. vengono pertanto inquadrate nell'ambito delle strutture sociali il cui apporto risulta basilare per quel processo di diffusione delle tecnologie dell'informazione a ogni livello che gli studi delle maggiori organizzazioni internazionali considerano vitale per lo sviluppo anche e soprattutto nei paesi emergenti. Si ricordano, tra gli altri, l'ONU attraverso il programma di sviluppo INFO 21, l'UNESCO attraverso l'iniziativa Infoethics, la Banca mondiale e l'OCSE le cui posizioni in materia sono disponibili anche nei rispettivi siti Web.

Per quanto riguarda l'Unione Europea, le b. sono state coinvolte nei programmi di ricerca e sviluppo fin dal 1988 con lo speciale Libraries program della Direzione generale xiii, che nel v Programma quadro verrà assorbito in un programma più complesso che coinvolge anche le altre istituzioni culturali con una particolare attenzione al rapporto col sistema educativo e formativo. Tale visione della b. va ricondotta alle prospettive disegnate per lo spazio sociale europeo dal Libro Bianco su Crescita competitività occupazione (1994) promosso da J. Delors, dal Libro Bianco su Educazione e formazione (1995) promosso da E. Cresson, dal trattato di Maastricht e infine dal Green paper on the role of libraries in the Information society (1998).

I nodi fondamentali sui quali la politica europea incrocia il ruolo della b. riguardano: le condizioni per l'accesso dei cittadini alle risorse informative dal punto di vista legale, tecnologico ed economico con riferimento al ruolo che le b. possono avere in questa direzione, per es. in materia di diritto d'autore. L'Unione promuove anche progetti per l'adeguamento delle b. ai bisogni dei cittadini specialmente attraverso l'accesso a infrastrutture (in particolare quelle di telecomunicazione), alleanze con altre organizzazioni, supporti formativi.

Si vanno definendo nel frattempo i tratti comuni della b. in Europa attraverso studi che ne individuano le funzioni minime. La diversità dei contesti culturali continuerà a influenzare le realizzazioni locali, ma un minimo comune denominatore dal punto di vista dell'offerta dei servizi è condizione indispensabile per lavorare in rete, per la cooperazione su scala locale, nazionale e internazionale e per istituire parametri di misurazione del rapporto costi-benefici sulla base dei quali attivare azioni di miglioramento continuo della qualità dei servizi (UE 1997). La b. deve avere le caratteristiche adeguate a giocare questo ruolo di snodo tra il circuito dei produttori di conoscenza (autori, editori, gestori di servizi di diffusione di prodotti a stampa, audiovisivi, multimediali) e i cittadini utenti.

Dalla lettura dei documenti di indirizzo della Commissione europea appaiono evidenti, per un verso, le immense possibilità di sviluppo e opportunità per gli individui che le tecnologie dell'informazione e le reti rendono disponibili, e nello stesso tempo quali siano le strategie per raggiungere gli effetti di queste innovazioni attraverso le biblioteche. È necessaria innanzitutto una politica nazionale in materia di accesso all'informazione che assegni un ruolo esplicito alle b. e di conseguenza dia indicazioni strategiche per lo sviluppo delle implementazioni delle reti locali che includano anche le b. già nella fase di impostazione e di progetto. Assistenza tecnica, formazione di base e continua, cooperazione stretta tra le b. all'interno delle aree territoriali e cooperazione allargata con tutte le organizzazioni con finalità affini, assunzione o formazione di dirigenti dotati di capacità di gestione, e infine risorse finanziarie adeguate agli obiettivi che ci si propone completano il ventaglio dei supporti che si considerano indispensabili per il successo di queste trasformazioni.

Lo studio della Commissione europea si riferisce in particolare alle b. pubbliche, ma le considerazioni possono essere estese nella sostanza alla maggior parte delle b. che effettuano servizio al pubblico. La sintesi dell'ampio dibattito che la professione ha sviluppato a ogni livello porta a definire una serie di prestazioni minime che la b. deve offrire al suo specifico pubblico: collezioni di documenti sedimentatisi nel tempo che contribuiscano al consolidamento della percezione dell'identità individuale e di gruppo; adeguate dotazioni di pubblicazioni a stampa, in forma di monografia o di periodico, per la consultazione in sede e per il prestito, anche interbibliotecario; informazioni di comunità; eventi culturali; prodotti su vari supporti mirati a particolari utenti quali i ragazzi, gli anziani, le minoranze culturali, i gruppi di interesse; attrezzature per la produzione culturale, video, audio, a stampa; luoghi di incontro attrezzati e confortevoli; spazi per mostre e attività varie; personale professionalizzato, responsabile, motivato, creativo.

L'applicazione delle innovazioni tecnologiche consente di realizzare una serie di nuovi servizi che si affiancano ai precedenti e che spesso, non solo in Italia, sono ancora da consolidare: ogni forma di espressione umana in qualunque forma e supporto sia conservata o disponibile (stampa, video, audio, CD-Rom ecc); prestito del materiale posseduto, sia a stampa che su supporti multimediali; collegamenti a reti e supporti per la navigazione e la ricerca delle informazioni; workstation a disposizione degli utenti; assistenza e formazione all'uso da parte di personale professionalizzato; servizi e pacchetti di autoformazione e formazione a distanza; spazi adeguati per attività di aggregazione e per l'organizzazione di iniziative ed eventi; interconnessione con altri servizi di informazione remoti; accesso a servizi di distribuzione di documenti elettronici (gratuiti e a pagamento); accesso personalizzato a servizi di posta elettronica.

Si tratta di servizi e funzioni che connotano la b. multimediale nella morfologia che questa istituzione sta assumendo nelle società più avanzate del pianeta; sono tratti che concorrono alla definizione di un profilo minimo della b. sul territorio europeo e non si discostano di molto dal modello americano. È prevedibile che sul piano delle funzioni si vada a un'ulteriore standardizzazione internazionale. Per evitare il rischio di un appiattimento occorrerà lavorare sul radicamento della b. nel suo territorio o nella sua comunità di riferimento. L'identità sarà data dai contenuti specifici e dalla capacità di proporli nella grande 'piazza virtuale' nella quale per molti aspetti già viviamo.

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