Berlino

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Berlino

Alberto Indelicato

Il simbolo della Germania

L'anno di fondazione della città di Berlino non è conosciuto: si è convenzionalmente indicato il 1237. La sua posizione ne fa un centro nodale tra l'Europa centrale e quella orientale. Capitale della Repubblica Federale di Germania, Berlino ha avuto una parte importante nello sviluppo politico, culturale e industriale della Germania stessa e dell'Europa, ponendosi all'avanguardia del processo di unificazione delle popolazioni germaniche, tradizionalmente divise.

Le origini e il primo sviluppo

Sull'attuale territorio di Berlino, posto tra i fiumi Sprea e Havel, si stabilirono verso il 550 d.C. alcune tribù slave, alle quali si aggiunsero popolazioni germaniche. Queste tuttavia emigrarono successivamente verso l'Occidente. Nel 930 il re tedesco Enrico I di Sassonia conquistò l'attuale quartiere di Spandau e al posto del vecchio villaggio slavo fondò un insediamento germanico.

Berlino, divenuta un importante centro commerciale dove convenivano mercanti del basso Reno e della Vestfalia, conobbe un rapido sviluppo edilizio ed economico, entrò nella Lega anseatica e venne scelta quale sede dei principi elettori del Brandeburgo. Nel 1411 divenne margravio, e quindi principe elettore del Brandeburgo, Federico IV della casata degli Hohenzollern, che un secolo dopo conquistarono la Prussia. Da allora sino al 1918 i tre nomi Berlino, Prussia e Hohenzollern rimasero strettamente legati. La Riforma fece della città la sede del Concistoro e la popolazione si convertì totalmente al luteranesimo.

L'età dell'accoglienza

Dopo la Pace di Vestfalia (1648) Berlino riprese il suo sviluppo grazie anche alla politica di accoglienza di minoranze religiose cacciate da altri Stati. Si stabilirono a Berlino emigrati dal Palatinato e dalla Svizzera, hussiti Boemi e numerosi Ebrei giunti dall'Austria. Particolarmente vantaggiosa si rivelò l'immigrazione di seimila ugonotti (Calvinisti) fuggiti dalla Francia dopo la revoca dell'Editto di Nantes da parte di Luigi XIV nel 1685. Pochi anni dopo la Prussia diventava un regno e la sua capitale poteva rivaleggiare con le maggiori città europee. Si costruirono palazzi in stile barocco, come il castello di Charlottenburg, il piccolo castello Monbijou, l'Arsenale (Zeughaus). Si svilupparono la lavorazione della lana e della seta e si crearono nuove fabbriche quasi sempre con l'aiuto dello Stato. Furono fondate in quegli anni l'Accademia delle arti e quella delle scienze. Si calcola che già allora il 16% della popolazione attiva era impiegato nelle prime fabbriche di tipo capitalistico.

Berlino dopo Napoleone

Berlino aveva ricevuto nel Settecento i più stimolanti influssi della cultura europea. I primi esponenti dell'Illuminismo tedesco (Aufklärung) furono proprio filosofi o scrittori operanti in quella città, come Christoph Friedrich Nicolaï, Moses Mendelssohn, Gotthold Ephraim Lessing. Nel primo decennio del 19° secolo il turbine napoleonico ebbe come conseguenza una reazione intellettuale, di cui a Berlino furono esponenti Johann Gottlieb Fichte, Friedrich Schleiermacher, Friedrich Ludwig Jahn. Elementi di autonomia amministrativa furono introdotti nella vita della città, nella quale nel 1809 fu creata dal filologo e filosofo Wilhelm von Humboldt l'Università, che oggi porta il suo nome e dove insegnarono tra gli altri suo fratello ‒ l'esploratore e naturalista Alexander von Humboldt ‒ e il filosofo Georg Wilhelm Friedrich Hegel.

L'industria e l'architettura

L'Università divenne un centro di cultura non soltanto umanistica ma anche tecnica e accompagnò e amplificò gli sviluppi economici della città. Negli anni Trenta infatti nelle fabbriche di Berlino la lavorazione dei tessuti di tela e di cotone avveniva già per mezzo di macchine. Subito dopo nacque la prima fonderia, che nel 1841 iniziò la produzione di locomotive. Fu in quel periodo che Werner von Siemens gettò le basi di quella che si sarebbe in seguito chiamata Industria elettrica berlinese. Tutte queste iniziative portarono alla creazione di grandi banche, mentre si trasformava l'aspetto della città, che nel frattempo si era arricchita di nuovi edifici per opera di numerosi architetti. Il più importante di essi fu Karl Friedrich Schinkel, che s'ispirò ai modelli della classicità greca della Porta di Brandeburgo, costruita alcuni anni prima da Carl Langhans. A Schinkel si devono, oltre a un piano urbanistico con l'apertura di ampi viali e piazze, l'Altes Museum, il tempietto detto Nuova guardia (Neue Wache), il teatro di prosa (Schauspielhaus).

Berlino imperiale

Un nuovo capitolo nella vita di Berlino si aprì con la rivoluzione del marzo 1848, che cominciò proprio con le barricate nelle sue vie. Si vide allora come la popolazione della città fosse non soltanto aumentata (ammontava ormai a quasi mezzo milione di abitanti), ma anche divenuta politicamente più radicale. Nel 1871 Berlino diventò capitale del nuovo impero tedesco. Si aprirono nuovi viali, come il Kurfürstendamm, si perfezionò il sistema di trasporto urbano con i tram e quindi con le ferrovie metropolitane sotterranee e sopraelevate, si diffuse l'illuminazione elettrica. Ma Berlino era anche una città con un numeroso proletariato industriale, alloggiato spesso in enormi caseggiati malsani.

La cultura

L'età del Romanticismo e del postromanticismo vide a Berlino un'intensa fioritura artistica, letteraria e filosofica. Vi operarono scrittori come Ludwig Tieck, Heinrich von Kleist, Ernst Theodor Hoffmann (anche noto come musicista), Clemens Brentano, Adalbert von Chamisso, filosofi della scuola hegeliana, musicisti come Felix Mendelssohn Bartholdi, storici come Heinrich von Treitschke, Theodor Mommsen, Friedrich Karl von Savigny. Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento alcuni scrittori s'interessarono particolarmente alla vita delle classi più povere. Tra di essi si distinse specialmente Alfred Döblin, che nel romanzo Berlin Alexanderplatz (1929) rappresentò gli ambienti di più squallida miseria di una città che aveva allora già superato i due milioni di abitanti. Nelle arti decorative si imposero lo Jugendstil e quindi l'espressionismo, che trionferà dopo la Prima guerra mondiale. Nel teatro si affermarono registi e drammaturghi come Erwin Piscator e Bertolt Brecht.

Il 20° secolo

All'inizio del 20° secolo la popolazione della città aveva raggiunto un alto grado d'istruzione: a Berlino esisteva una sessantina di quotidiani che stampavano ogni giorno centinaia di migliaia di copie.

Nel primo dopoguerra la città fu teatro di continui disordini, dalle rivolte comuniste ai tentati putsch delle formazioni paramilitari, dette corpi franchi. Seguirono quindi le lotte tra nazionalsocialisti, comunisti e socialisti sino all'instaurazione della dittatura di Hitler. Verso la fine della Seconda guerra mondiale, nel maggio del 1945, l'Armata Rossa conquistò Berlino dopo una battaglia condotta casa per casa. Le distruzioni che la guerra causò furono immani. Un terzo delle abitazioni e il 60% degli stabilimenti industriali furono perduti: buona parte della città doveva essere ricostruita.

Berlino divisa e riunificata

Nel dopoguerra Berlino divenne luogo cruciale della guerra fredda tra Anglo-americani e Sovietici. Era stata spartita, infatti, in diverse zone, ognuna controllata da un paese vincitore (Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Unione Sovietica). Nel 1948 i Sovietici tentarono di soffocare con un blocco terrestre e fluviale le zone della città controllate dalle truppe occidentali, ma esse reagirono all'assedio con un ponte aereo che per un anno approvvigionò la città assediata. L'Unione Sovietica creò allora la Repubblica Democratica Tedesca che comprendeva i territori tedeschi dell'Est che inglobavano parte della città di Berlino e cedette al nuovo Stato la sua zona di controllo dell'ex capitale. Per quarant'anni si ebbero due Berlino, con due differenti livelli di vita e due diverse architetture, ultramoderna nella parte occidentale, di stile sovietico in quella orientale. La divisione fu sigillata nell'agosto del 1961 con la costruzione di un muro lungo 47 km, per impedire le fughe dei cittadini della Repubblica Democratica. Il muro fu abbattuto dalla popolazione nel novembre 1989 e questo segnò la riunificazione della città, che nel 1990 fu proclamata capitale della Repubblica Federale di Germania. Lavori di ammodernamento e di riorganizzazione hanno interessato la città (3.392.000 abitanti) negli anni Novanta, dandole un aspetto più coerente e molto moderno.

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