Beozia

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(gr. Βοιωτία) Regione storica della Grecia centrale, amministrativamente costituita in nomo (3211 km2 con 131.000 ab. circa; capoluogo Levadia). Formata da pianure alluvionali e bacini carsici, il cui elemento unificatore è l’asse idrografico del fiume Cefiso, è chiusa a N dai monti della Locride Opunzia, a O dai contrafforti del Liakura (Parnaso), a S dal Citerone ed è caratterizzata dalla zona del Copaide (Topolia), lago temporaneo (240 km2), a 97 m s.l.m., prosciugato tra il 1833 e il 1889. Clima continentale con massima piovosità invernale (circa 600 mm annui).

Nel 2° millennio a.C. fiorirono nella regione cospicui centri micenei (Orcomeno, Tebe); pochissimo invece si sa delle vicende della B. nei sec. 10°-7° a.C. Nel sec. 6° si costituì la lega beotica nella quale Tebe conquistò presto il primato. Il massimo fiorire della lega beotica cade alla fine del 5° e agli inizi del 4° sec., quando era costituita da 11 sezioni, ciascuna delle quali inviava al consiglio federale un beotarca e 60 consiglieri. Sciolta dopo la pace di Antalcida (387-6), poi ricostituita dopo la restaurazione democratica a Tebe, sconfisse nel 371 a Leuttra gli Spartani, stabilendo sulla Grecia l’effimero periodo di preponderanza tebana chiuso dalla battaglia di Mantinea (362). La lega beotica, implicata poi nella terza guerra sacra (356-346), fu nuovamente disciolta dopo la battaglia di Cheronea (338). Distrutta Tebe da Alessandro (335), la B. cessò di aver peso nelle vicende ulteriori della Grecia e la decadenza della regione si accentuò sempre più.

L’antico dialetto greco della B. ( beotico) dai grammatici classici è ascritto al gruppo eolico. I suoi tratti caratteristici derivano forse dal fatto che qui una popolazione eolica, affine a quella della vicina Tessaglia, fu sottomessa dai Dori invasori che costituirono l’aristocrazia del paese. Vi troviamo quindi, accanto a elementi eolici, anche elementi dorici. Caratteristiche particolari del b. sono la precoce monottongazione di , αι in υ, η, il dat. sing. dell’antico locativo δάμοι, poi δάμυ, per δήμῳ. Il beotico fu usato come lingua letteraria dalla poetessa Corinna.

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