Benin City

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Città (1.147.188 ab. nel 2006) della Nigeria, capitale dello Stato di Edo (3.218.332 nel 2006), situata su un ramo del fiume omonimo (tributario del Golfo di Guinea), a E di Lagos. Importante nodo stradale e centro commerciale (olio di palma, legumi, riso, avorio).

La città fu fondata nel 12° sec. dagli Efa, popolazione sudanese di foresta (da cui discendono gli odierni Edo della zona). Sotto l’influsso di evolute correnti culturali neosudanesi, sensibili anche fra i limitrofi Yoruba, già nel 14° sec., sotto un sovrano dispotico circondato da una corte barbarica ma fastosa, il regno di Benin aveva una fiorente civiltà in cui a elementi di primitiva crudeltà (periodiche ecatombi di vittime umane) si univano evolute forme artistiche. I Portoghesi giunsero nel 1486; il regno rimase poi a lungo chiuso agli Europei e solo nel 1892 gli Inglesi, stabiliti a Lagos, conclusero con esso un trattato; poi nel 1897 distrussero la città, incorporando il regno alla colonia di Lagos.

Dell’arte e dell’architettura del regno di Benin, finalizzata essenzialmente alla glorificazione del sovrano, rimangono preziose testimonianze nelle vedute e descrizioni di antichi viaggiatori (O. Dapper, D. Nyendael) e nei numerosi reperti bronzei, fittili ed eburnei conservati. Il grande palazzo presentava cortili con impluvia, loggiati con sostegni che sorreggevano tetti con torrette piramidali (scatola in bronzo riproducente una sezione del palazzo, Berlino, Ethnologisches Museum); i sostegni erano coperti da placche di bronzo commemorative; teste bronzee dei sovrani erano conservate in un sacrario sempre all’interno del palazzo. L’arte del regno di Benin si svolge a partire dalla fine del sec. 14° fino alla conquista inglese del 1897. Un primo periodo (sec. 14°-16°) presenta manufatti fusi in lega di rame d’impronta naturalistica, chiaramente derivati dalla cultura di Ife, in genere teste di Oba o della regina madre (esemplari al British Museum e al Museo Nazionale di Lagos). Il periodo medio (sec. 16°-17°) è caratterizzato da una grande produzione di placche (per la maggiore disponibilità di rame importato dall’Europa), segnate da una maggiore stilizzazione. Al 16° sec. risalgono anche maschere rituali d’avorio (Londra, British Museum; New York, Metropolitan Museum). Mentre continua la tradizionale perizia nella fusione, l’arte dell’ultimo periodo è contrassegnata da un eccessivo uso della decorazione.

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