Belgi

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(lat. Belgae) Popolo celtico, passato d’oltre Reno in Gallia, dove al tempo di Cesare occupava la regione a N della Senna e della Marna fino all’Oceano e al Reno. Si possono distinguere in tre gruppi. Del primo fanno parte i B. più settentrionali e orientali, cioè i Nervi, i Morini e i Menapi. Al secondo appartengono i Treviri e alle tribù del terzo gruppo, intorno al bacino della Senna, tra i più civili e ricchi, i Bellovaci, i Suessioni e i Remi. Organizzati in confederazione di tribù, i B. non mostravano saldezza politica e ignoravano la vita municipale. Sotto l’impulso romano il paese acquistò ricchezza e importanza.

La provincia romana della Belgica fu costituita da Augusto. Le furono aggregati i Lingoni, i Sequani e gli Elvezi che non erano popoli belgi, mentre ne furono distaccati Caleti e Veliocassi. I confini erano: a O la Senna e la Saona, a E il Reno fino al lago di Costanza, a S l’attuale Svizzera occidentale e il lago Lemano, a N la costa. Capitale era Durocortorum Remorum (Reims). Nel 90 d.C. i confini furono ristretti in seguito alla costituzione delle due Germanie in province autonome. Diocleziano divise la Belgica in due parti: prima, con centro ad Augusta Treverorum, e secunda, con centro a Durocortorum Remorum.

La provincia non ebbe stanziamenti legionari permanenti; la presenza di accampamenti militari è però attestata a Boulogne (ove si trovava anche il porto della Classis Britannica), a Mauchamps e Arlaines e, attraverso il ritrovamento di iscrizioni relative a membri dell’esercito, a Treviri, Naix e Arlon. Le città dei B. furono dotate di impianti monumentali (foro, terme, teatro e anfiteatro, templi) soprattutto a partire dall’età di Claudio (41-54 d.C.). Il centro più importante fu Augusta Treverorum, posta alla confluenza di tracciati strategici e a controllo del passo sulla Mosella. Tracce di centuriazione sono state forse individuate presso Reims, Mouzon, Cassel e nel territorio dei Tungri. I B. si specializzarono nella produzione di utensili connessi con l’attività agricola, di vasellame fittile (officine dell’Argonne, della Mosella e della Sarre) e manufatti in bronzo (Bavay, Treviri). Di particolare rilievo le officine scultoree della cosiddetta scuola di Treviri o mosellana, che svilupparono un linguaggio figurativo originale tanto nei monumenti ufficiali che in quelli privati.

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