RENANO, BASSOPIANO

Enciclopedia Italiana (1936)

RENANO, BASSOPIANO (tedesco Oberrheinische Tiefebene A. T., 56-57)

Elio Migliorini

Vasta zona pianeggiante, larga 40 km:, alta tra 100 e 200 m., la quale si allunga nel senso dei meridiani per 300 km. fra Basilea e Francoforte e viene percorsa dal Reno nel suo corso medio. Dal punto di vista geologico il bassopiano è un tipico esempio di fossa tettonica. Il massiccio erciniano della Foresta Nera e dei Vosgi, costituito da rocce molto antiche, in gran parte consumate dall'erosione, è stato innalzato durante il terziario da quelle stesse forze orogeniche che hanno creato le Alpi, ma la parte centrale, che in un primo tempo si era soltanto abbassata in modo che il mare poté occuparla depositandovi potenti strati di sabbie e marne, alla fine del Terziario si è ancor più abbassata e ha dato luogo a una serie di gradini di frattura. Il golfo del mare, che penetrava da S., divenne a poco a poco un lago, che andò poi prosciugandosi. Verso N. non vi era comunicazione e fino all'epoca pliocenica il Reno volgeva a SO. incidendo la trouée de Belfort in modo da affluire nel Doubs-Saône. L'erosione dei depositi terziarî, connessa con un nuovo abbassamento verificatosi nel Pliocene, ha poi permesso lo scolo del fiume verso N. Ai lati della fossa le formazioni si corrispondono in modo simmetrico: a S. le zone più elevate della Selva Nera e dei Vosgi sono formate da rocce cristalline, mentre verso N. si fronteggiano dalle due parti le arenarie triassiche, che si abbassano a NO. di Strasburgo e ad oriente di Karlsruhe, per poi innalzarsi di nuovo nell'Odenwald e nel Hardt. Verso l'esterno, l'inclinazione dei rilievi è limitata mentre invece il lato rivolto al bassopiano lascia riconoscere la struttura a gradini, spesso assai smussati dall'erosione. La parte bassa della fossa dove già il mare aveva lasciato nel terziario i suoi depositi, è stata riempita da strati alluvionali, come appare dal fatto che un foro di 175 m., eseguito nella parte nord, non ha potuto raggiungere i primi. Anche il periodo glaciale ha lasciato le sue tracce, e ancor più l'alternarsi dei periodi umidi e asciutti con la deposizione d'un mantello di löss, che copre i rilievi più bassi, come il Kaiserstuhl, antico vulcano basaltico. Né mancano grandi superficie sassose e sabbiose occupate da boschi a forma di dune (presso Darmstadt).

Partendo dal corso del Reno si possono suddistinguere le seguenti fasce longitudinali: una zona più bassa, costituita dal letto attuale del Reno e dalle pianure vicine, adatta all'allevamento del bestiame, data l'esistenza di vaste praterie, spesso inondate; ivi i corsi d'acqua non sono ancora del tutto sistemati, sono frequenti le modificazioni di corso, i meandri e le conoidi in formazione o abbandonate; seguono i lati dei ripiani di löss, alti 80-150 m. sul fiume, adatti alle colture agricole (barbabietole, lino, luppolo, tabacco, cereali); quindi colline terziarie (depositi oligocenici) coperte da viti e frutteti e, infine, le pendici boscose dei rilievi più alti (in basso castagneti, poi querceti e conifere); questi hanno aspetto di media montagna verso S., mentre a N. il rilievo si abbassa e le valli laterali sono larghe e ben popolate. Il riempimento della fossa operato dall'erosione tende sempre più ad attenuare i contrasti.

Difeso dai venti dai rilievi laterali (che limitano anche gli influssi oceanici), il Bassopiano Renano ha un clima che non ha riscontro, per mitezza, in nessun'altra regione della Germania; la temperatura media è di 9°,3-10°,4, quella di gennaio 0°,5-1°,5, di luglio 19°-20°; le piogge sono limitate e la primavera precoce. La vite trova quindi condizioni molto favorevoli. Gli abitati si allineano di preferenza presso le terrazze più basse del fiume, al sicuro dalle inondazioni o si accentrano nei ripiani lössici. Le città (a eccezione di Strasburgo e di Mannheim) si tengono di solito un po' discoste dal Reno, in Alsazia si appoggiano piuttosto all'Ill, nel Baden si dispongono presso le pendici della Selva Nera, allo sbocco degli affluenti nel Bassopiano.

Bibl.: R. Lepsius, Die oberrhein. Tiefebene und ihre Randgeb., Stoccarda 1885; L. van Servecke, Die Entstehung des Mittelrheintales, Strasburgo 1913; K. Hushofer, Der Rhein, sein Lebensraum, sein Schicksal, Berlino 1928.