BARCELLONA

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1992)

BARCELLONA

J. Yarza Luaces

(lat. Barcino; catalano Barcelona)

Città della Spagna nordorientale affacciata sul Mediterraneo, capoluogo della Catalogna. B. ebbe notevole importanza nel Medioevo, soprattutto nel sec. 14° e in parte del 15°, non solo in quanto centro principale del regno catalano-aragonese, ma anche grazie allo sviluppo del commercio e alla fioritura di una classe di artigiani e di mercanti con interessi anche ampiamente internazionali.Nel passaggio tra il Tardo Antico e l'Alto Medioevo B. acquistò un certo rilievo perché il visigoto Ataulfo la scelse quale capitale occasionale (414-415), ma nulla rimane di quell'epoca tranne pochi resti di difficile interpretazione e probabilmente i suoi confini rimasero quelli già circoscritti dalle mura di età romana; ininfluenti anche le tracce del breve periodo in cui vi si insediarono i musulmani. In definitiva si può ritenere che la vera e propria storia medievale di B. abbia inizio con la costituzione della marca Ispanica, quando Ludovico il Pio conquistò la città nell'801. Oltre alla problematica chiesa di San Saturnino, sembra che la fondazione più importante sia stata il monastero benedettino femminile di Sant Pere, poi detto de les Puelles, con chiesa a una navata a pianta cruciforme ricordata come esistente nel 945. La tesi relativa a una supposta distruzione della città a opera di al-Manṣūr (985) è stata recentemente ridimensionata, tenendo presente che a essa seguì un'immediata opera non di ricostruzione ma di semplici lavori di riparazione e restauro (Carbonell, 1987).Nel periodo romanico i conti di B. consolidarono il loro dominio nella marca e la città di conseguenza si ampliò, sempre però all'interno del perimetro delle mura romane. Nella seconda metà del sec. 12° l'ebreo Beniamino di Tudela descrive il quartiere ebraico, fiorente di commerci di portata internazionale e di notevole bellezza anche se di ridotte dimensioni.Recentemente (Vergés, Vinyoles, 1983-1985) è stato possibile ricostruire con approssimazione la pianta della chiesa cattedrale, fatta consacrare il 18 novembre 1058 dal conte Raimondo Berengario I; si tratta di un edificio probabilmente legato all'architettura protoromanica di influenza lombarda, scandito in tre navate e concluso da altrettante absidi, insistente esattamente nel luogo sul quale sorge la cattedrale gotica, con coincidenza anche della collocazione absidale. La primitiva costruzione fu modificata probabilmente nel tardo sec. 12° o agli inizi del 13°; di quest'epoca sussistono importanti resti nell'attuale porta che dalla cattedrale dà accesso al chiostro e nel portale di San Iu.Già dal 911 o dal 912 esisteva il monastero benedettino extraurbano di Sant Pau del Camp; la costruzione attuale è però frutto del totale rifacimento avvenuto tra la fine del sec. 12° e l'inizio del successivo. La chiesa è a una navata a pianta cruciforme; il portale è coronato da un timpano, mentre il piccolo chiostro presenta arcature trilobe.In epoca protoromanica fu rinnovata anche la chiesa di Sant Pere de les Puelles, che fu peraltro modificata più tardi, se si tiene conto di una consacrazione avvenuta nel 1147. In ogni caso sono necessari studi ulteriori per chiarire le sue fasi costruttive (Barral i Altet, 1981), considerate anche le difficoltà causate in questo senso dagli estesi, recenti restauri.Disegni e incisioni testimoniano l'aspetto dei distrutti bagni ebraici di età romanica (1160), molto simili ai Baños Nuevos di Gerona.In vari punti della città sussistono resti di edifici civili romanici, peraltro di scarsa entità, mentre è testimoniata l'esistenza di un palazzo dei conti e di un palazzo vescovile, entrambi in seguito ampiamente trasformati.Problematico reperto è un brano di litostrato musivo di ignota origine, avvicinabile a opere cosmatesche, che potrebbe essere arrivato all'attuale sistemazione (Mus. d'Art de Catalunya) da San Miguel anche in epoca recente (Barral i Altet, 1978). Alla fine del sec. 12° il re Alfonso II il Casto commissionò due cartulari (Liber Feodorum Maior e Liber Feodorum Ceritaniae) che, come altri precedenti, realizzati a León, in Galizia e nelle Asturie, sono illustrati da numerose miniature, alcune delle quali di qualità scadente e altre rapportabili a opere contemporanee eseguite a Burgos e Toledo.Nei secc. 13° e 14° B. fu soggetta a una sensibile crescita demografica che portò alla costruzione di nuovi quartieri extramurali. L'antico asse viario diretto a O si trasformò in strada urbana e si popolò di case; altre abitazioni furono ricavate utilizzando le stesse mura. Nel sec. 13° inoltrato si dette inizio alla costruzione di una grande cerchia di mura, che peraltro si rivelò insufficiente già al termine dei lavori. Nella zona meridionale della città questa nuova cinta corrispondeva alle attuali Rambles, nome di origine araba significante 'alveo', ed era aperta dalla porta principale di raccordo con l'asse viario sopra ricordato; le mura giungevano fino a quella che oggi è la Plaça Colón. In questa zona, vicina al mare, si insediarono i nuovi conventi degli Ordini mendicanti che, pur rimanendo fuori dell'area murata, erano a essa connessi. Dalla parte opposta rispetto alle Rambles l'espansione fu maggiore e proseguì anche nella zona O, fino all'area che oggi corrisponde alla Plaça de Catalunya; le mura romane non vennero distrutte, ma vi furono addossate costruzioni in numero sempre crescente. La parte che allora fu lasciata indifesa era quella rivolta verso il mare; per questo si eresse presto quella che fu detta la muralla de la mar, alla quale lavorava il grande architetto Arnau Bargués (v.; Terés, 1982). In seguito le mura che proteggevano le atarazanas (arsenali), per espresso desiderio di Pietro il Cerimonioso, si estesero oltre la zona delle Rambles, in quello che fu chiamato il Raval (sobborgo), acquistando già verso la metà del sec. 15° il loro aspetto definitivo. Bargués fu impegnato in questi anni in altre opere pubbliche; la crescita demografica comportò infatti la costruzione di nuovi edifici o la sostituzione di quelli già esistenti con altri più appropriati.Si ritiene che il Gotico sia stato introdotto nella città a opera dei Domenicani. Il loro convento, Santa Catalina, iniziato verso il 1243, alla fine del secolo era in effetti quasi terminato; cancellate le tracce del monumento dopo una parziale distruzione nel 1823, un incendio e un saccheggio nel 1835 e l'integrale demolizione del 1837, unica testimonianza è data da documenti e disegni che attestano che la chiesa era a navata unica coperta da semplici volte a crociera con cappelle tra i contrafforti, terminazione poligonale e finestroni disposti su due ordini; si era venuto così a creare un tipo di chiesa che avrebbe avuto grande importanza per più di due secoli in tutta la Catalogna (Ainaud de Lasarte, Gudiol, Verrié, 1947).I sovrani aragonesi non risiedettero stabilmente a B. ma vi trascorsero alcuni periodi, commissionando con continuità opere che contribuirono a trasformare la città nel più importante centro artistico di tutta l'area catalana, soprattutto a partire dal regno di Pietro il Cerimonioso. Il re Giacomo I il Conquistatore, importantissimo dal punto di vista politico, non lo fu altrettanto come committente e protettore di artisti, e lo stesso si deve dire del figlio Pietro il Grande. Fu soprattutto con Giacomo II (1291-1327), persona colta e raffinata, che la committenza reale comportò una politica artistica dalle importanti conseguenze sul Gotico catalano. Il lungo regno di Pietro il Cerimonioso (1336-1387) porterebbe a pensare a un completamento di tale processo, ma i desideri del monarca, in un momento di crisi della monarchia, non sempre si accompagnarono a mezzi economici tali da condurre a termine i progetti. Sotto il regno di Giacomo I ebbero inizio i lavori di ampliamento del Palau Reial Mayor: a quel momento risale il magnifico salone detto del Tinell, coperto da archi-diaframma, elementi molto comuni nell'architettura catalana e aragonese religiosa e civile (Adroer i Tasis, 1978).L'architetto reale Bertrán Riquer (in carica dal 1294 al 1316) durante il regno di Giacomo II si occupò della Cappella Palatina, o di Santa Agata, costruendola sulle mura romane con asse perpendicolare al salone del Tinell. A una navata, con terminazione poligonale e tre campate scandite da archidiaframma, la cappella è un'opera molto elegante nella sua spazialità netta e chiara.Giacomo II, committente delle tombe reali del monastero di Santes Crues, organizzò a B. uno scriptorium dove vennero miniati manoscritti con uno stile simile a quello parigino del 1300. Una delle opere più importanti è il bel codice Usatici et Constitutiones Cataloniae, in latino e catalano (Parigi, BN, lat. 4670A), databile tra il 1315 e il 1325, che dimostra quell'interesse per i temi giuridici che sarebbe divenuto una costante della miniatura gotica catalana. Negli anni successivi, Ferrer Bassa (v.) introdusse in Catalogna il modello stilistico italiano di pittura; i suoi committenti principali furono i regnanti e le loro famiglie che gli commissionarono sia retabli sia libri miniati.Il monumento religioso più importante innalzato nel periodo gotico è la cattedrale, la cui ricostruzione ebbe inizio nel 1298, mantenendo però in uso l'edificio romanico. Nel 1317 era architetto della fabbrica Jaime Faber (o Fabre), di Maiorca, alla cui morte (1339) era terminato il capocroce e si stava lavorando al portale di San Iu. Tra gli architetti più importanti attivi al cantiere della cattedrale negli anni successivi sono da segnalare Bernardo Roca (1365-1388) e Arnau Bargués dal 1397. L'opera fu conclusa solo in epoca recente, seguendo però gli antichi progetti. La cattedrale presenta tre navate con cappelle laterali sormontate da matronei, transetto non sporgente e deambulatorio con cappelle radiali; le successive modifiche e la collocazione dei retabli hanno limitato la diffusione della luce, non particolarmente copiosa neanche nella sistemazione originaria dell'edificio. Da notare il già citato portale di San Iu, estraneo all'architettura catalana, ma immediatamente scelto come modello per altri portali (Mare de Déu del Pi a B.; chiesa dei Domenicani a Puigcerdá). È interessante anche l'antica vasta sala capitolare su disegno di Arnau Bargués, che risponde al modello di struttura rettangolare trasformata nell'alzato in ottagono mediante trombe e coperta da una volta a forma di stella a otto punte.La crescita demografica della città, anche nella parte più antica, interna alla cerchia murata, rese insufficienti le vecchie chiese; molte furono perciò completamente ricostruite fin dagli inizi del 14° secolo. Nel 1305 o 1306 ebbero inizio nella Mare de Déu del Pi i lavori per la riedificazione, che continuarono fino alla peste del 1348, più rapidamente sul fianco settentrionale (Lopez, 1984-1985), per essere interrotti per un breve periodo e riprendere poco dopo. Nel 1360 era a capo dei lavori Guillermo Martí, che, intorno agli anni 1366-1368, realizzò la facciata occidentale con il grande rosone; poco dopo doveva essere tutto terminato, giacché la torre venne iniziata nel 1379; si trattò di un lavoro finanziato collettivamente dai fedeli. Nello stesso modo venne costruita la parrocchiale più importante della città, Santa Maria del Mar, legata alla componente sociale dedita all'attività marinara, in un momento in cui fioriva il commercio per via marittima. Nel 1328 la costruzione fu allogata al più noto architetto gotico catalano allora operante, Berenguer de Montagut, che sarebbe stato affiancato da Ramón Despuig. Si lavorò prima alla facciata e al piedicroce, procedendo più speditamente sul fianco orientale; l'opera presenta grande unità, il che fa supporre una certa continuità nel succedersi delle campagne edilizie e il rispetto dei progetti iniziali. Nel 1381, dopo un incendio di una certa entità (1378), è testimoniato come architetto Guillermo Metge, mentre già nel 1384 si celebrava la messa nella zona absidale. La chiesa presenta tre navate, la centrale con un'ampiezza di oltre tredici metri. I pilastri sono ottagonali, assai semplici, e la navata centrale è poco più alta di quelle laterali, così da avvicinarsi alle proporzioni di una chiesa 'a sala'. Aumenta il numero delle piccole cappelle che si aprono nelle navate laterali, il che contribuisce a dare maggiore coesione alla struttura, e la zona absidale è caratterizzata da un deambulatorio su cui si inseriscono cappelle senza soluzione di continuità con le navate. Si tratta di un'architettura essenziale, senza aggiunte né ornamenti, la cui ampia spazialità non trova confronto in nessun altro edificio del Gotico catalano.La chiesa dei Sants Just i Pastor fu iniziata, sembra, nel 1342 (Verrié, 1946); nel 1360, benché i lavori, pur molto avanzati, non fossero stati terminati, venne consacrato l'altare e commissionato un baldacchino all'architetto Bernardo Roca. La costruzione segue il modello della Mare de Déu del Pi, con una navata e cappelle aperte tra i contrafforti; la facciata appare oggi fortemente restaurata.In questo periodo diversi ordini costruirono numerosi conventi o modificarono i loro edifici. Agli inizi del sec. 14° fu eseguito il portale della chiesa conventuale di Santa Ana, di antica origine, oggi quasi scomparsa. Il distrutto monastero di Sant Francesc, vicino al mare, fu costruito prevalentemente nel sec. 13°, mentre nel 1291 si insediò a B. l'Ordine carmelitano, iniziando subito la costruzione del proprio convento nella zona del Raval; dato il cattivo stato di conservazione, esso venne demolito nel 1875.Alla fine del sec. 14° si dette inizio al convento agostiniano di Santa Maria de Monte Sion, fuori delle mura in direzione del Tibidabo. Nel secolo successivo esso passò alle dipendenze delle Domenicane e nel sec. 19° la chiesa fu riedificata lungo la Rambla de Catalunya. Dopo essersi stabilite al di fuori delle mura, alcune comunità femminili benedettine costruirono il monastero di Santa Maria de Jonqueras. La chiesa, a una navata, e il suo chiostro furono trasferiti nel secolo scorso nella Carrer Aragón; il chiostro, inoltre, molto danneggiato nel 1936, venne in seguito restaurato.Maggiore importanza ebbe il complesso di Santa Maria de Pedralbes, fuori della città medievale, monastero di Clarisse di fondazione reale, provvisto di un'imponente protezione muraria di notevole sviluppo perimetrale. Fu commissionato nel 1326 dal re Giacomo II e dalla regina Elisenda de Montcada che, una volta vedova, vi si ritirò fino alla morte. Grazie a questa protezione, i lavori procedettero con grande rapidità e la chiesa fu consacrata nel 1327. Oltre alle enormi strutture destinate a uso monastico, fu prevista un'ala per alloggiare un ospizio e una piccola comunità francescana maschile. La chiesa, tipicamente catalana, con navata unica e cappelle laterali, fu trasformata, già negli anni successivi, in un importante pantheon, dove spicca il doppio sepolcro della fondatrice, pesantemente restaurato alla fine del 19° secolo. Il chiostro è a tre ordini, due dei quali appartengono al sec. 14° e presentano colonnine molto raffinate sorreggenti arcature archiacute, il tutto realizzato secondo un sistema, in quei tempi quasi industrializzato in Catalogna, che permetteva di lavorare con grande rapidità. La magnifica sala capitolare gotica è opera del sec. 15°; rimangono resti dell'antica ala maschile (Conventet), molto modificati e oggi proprietà privata.B. è una delle città spagnole che possiedono il maggior numero di edifici civili gotici. I re furono prodighi di interventi per le mura oltre che per i propri palazzi, ma ritennero altresì opportuno collaborare finanziariamente alle atarazanas, necessariamente importanti in una città che fondava sul mare la sua ricchezza e la sua potenza. Già nel 1255 esistevano alcuni arsenali considerati antiquati e nello stesso secolo Pietro il Grande ne fece iniziare di nuovi. I lavori si interruppero nel 1348, ma Pietro il Cerimonioso, dopo un tentativo di trasferirne l'ubicazione, decise (1378) il loro completamento. Arnau Ferrer, il probabile architetto, terminò l'opera nel 1381. Si trattava di sedici navate parallele al mare disposte in due gruppi uguali separati da un patio di cui ancora oggi si conserva parte della struttura. Un progetto di ampliamento nel 1390 non fu mai realizzato.Tra le istituzioni pubbliche nate a scopo assistenziale sono da segnalare quattro ospedali, alcuni dei quali fondazioni private successivamente trasformate in pubbliche, che alla fine del sec. 14° si decise di riunire in un'unica istituzione. I lavori dell'Hospital de la Santa Creu ebbero inizio nel 1401.La sempre più complessa organizzazione della città rese necessaria la costruzione di edifici di carattere diverso destinati a luoghi di riunione. Mentre continuava a riunirsi nel convento dei Domenicani, il Consejo de Ciento (o de Cien Jurados) decise nondimeno la costruzione della Llotja (loggia dei mercanti); nel 1339 acquistò terreni dalla famiglia Montcada e intorno al 1352 si iniziarono i lavori, vicino al mare, presso Santa Maria del Mar, non lontano dalla strada dei cambiavalute e dei portici (Voltes del Encants). In quei pressi si trovava il Porxo Nou dove lavorò Arnau Bargués. Nel 1357 era a capo dei lavori Pedro Llobet. Una cappella, di poco posteriore, non fu probabilmente terminata. In ogni caso non appare chiaro che cosa fosse allora realizzato, dato che ancora nel 1380 Pietro il Cerimonioso autorizzava in quel luogo l'edificazione di una loggia, che nel 1392 doveva essere terminata. La grande sala delle contrattazioni, tuttora conservata, deve essere stata costruita appunto in quegli anni ed è divisa in due navate da alte colonne. Tutto il resto è posteriore (sec. 15°) o è scomparso, soprattutto nella completa ristrutturazione del 18° secolo. Nel 1369 il Consejo de Ciento decise di non riunirsi più presso i Domenicani ma di costruire un nuovo edificio, l'attuale municipio, per le assemblee; tra il 1372 e il 1373 Pedro Llobet diresse i lavori del gran salone rettangolare, con archidiaframma e copertura piana, che fu poi rimodernato nel 1888. Proseguirono poi i lavori della sala Trentenari.Nel 1399 Arnau Bargués firmò il contratto per la facciata di quella che fu poi la Casa de la Ciutat; si tratta di una delle opere in muratura più belle di tutto il Gotico catalano. I lavori proseguirono nel sec. 15°, periodo al quale risale anche il Palau de la Generalitat.In quello che oggi si chiama Barri gòtic rimangono importanti resti di costruzioni dei secc. 13° e 14°, anche se molti di essi si trovano oggi erratici in ubicazioni diverse dall'originaria. La Carrer Montcada, vicino a Santa Maria del Mar, fu urbanizzata nel sec. 15°, ma conserva resti di abitazioni gentilizie di epoca precedente, in una delle quali sono stati trovati resti molto interessanti di pitture murali profane raffiguranti la conquista di Maiorca (Ainaud de Lasarte, 1969).Durante i secoli del Gotico B. fu un importante centro artistico anche per quanto riguarda la scultura e la pittura.Fino al sec. 14° non si individuano botteghe importanti. All'epoca, sono infatti ancora maestranze pisane a portare a termine un'opera importante come l'arca di s. Eulalia posta nella cripta della nuova cattedrale (Brancons, 1980). Allora i grandi scultori lavoravano fuori di B., a Santes Crues o a Poblet per incarico dei reali, a Gerona e Lérida per incarico di altri committenti. Jaime Cascalls risiedette eccezionalmente a B., soprattutto per via del suo matrimonio con una figlia del pittore Ferrer Bassa, ma è senza dubbio con Pere Moragues che B. divenne un centro preminente nel campo della produzione pittorica; da allora i pittori che ricevevano commesse, specialmente di retabli, cominciarono a risiedervi stabilmente. In quanto agli scultori di B., a loro ci si rivolse per incarichi di questo livello solo fuori dalla città. All'interno di essa le opere più ambiziose sono costituite da monumenti funebri, sculture architettoniche e statue della Vergine o di santi. La maggior parte delle opere che Moragues realizzò per B., ivi inclusi alcuni monumenti funebri, è andata perduta; degli esempi conservati, tuttavia, come il monumento della regina Elisenda de Montcada (Santa Maria de Pedralbes) o quello (su cui permangono dubbi) pure di una regina, proveniente dal convento dei Francescani (Mus. d'Art de Catalunya), non si conoscono gli autori. Jordi de Deu ricevette qualche incarico verso il 1400 per la Casa de la Ciutat, ma è Pere Sanglada (o Ça Anglada) colui che trasformò B. nel più importante centro di produzione scultorea della Catalogna. Se già Moragues mostrava di conoscere la scultura internazionale, francese e forse italiana, Sanglada visitò la Francia e le Fiandre, conobbe il Gotico borgognone e quello internazionale; tra il 1394 e il 1399, dopo aver realizzato delle opere minori, egli diresse l'esecuzione degli stalli del coro della cattedrale con la collaborazione sia di artisti già formati che godevano di un certo prestigio sia di sconosciuti, come Jani lo Normant o Antoni Canet (che vi lavorò per poco tempo), sia di altri allora ancora in fase di formazione, che in seguito sarebbero stati tra i principali artisti della Catalogna, come Pere Oller, Marata e Reixach.Da quando Ferrer Bassa, che introdusse formule stilistiche italiane e che fu il pittore più prestigioso della Catalogna, si stabilì a B., la città diventò un grande laboratorio del Gotico, esercitando in questo senso la sua influenza non solo sulla Catalogna, ma anche sul resto del territorio della corona di Aragona. L'opera di Ferrer Bassa fu proseguita dal figlio Arnau Bassa, dal miniaturista Arnau de la Pena e da Ramon Destorrents. Il posto lasciato dai Bassa venne poi occupato dai fratelli Serra (Francesc, Jaume e Pere) e dal figlio del primo, Francesc II. Per un certo periodo risiedette a B. il misterioso Lorenzo Zaragoza, proveniente dall'Aragona e considerato da Pietro il Cerimonioso il miglior pittore attivo nella città. Alla fine del sec. 14°, con le opere del miniaturista Rafael Destorrents e del pittore Lluis Borrassà, arrivarono le novità del Gotico internazionale. Con i due citati lavorarono altri artisti, considerati dalla critica meno importanti, vuoi in quanto conosciuti solo attraverso i documenti (Pere de Valldebriga) vuoi perché nel loro campo non raggiunsero il livello artistico di Jaime Cabrera e Joan Mates. Alcuni pittori godettero di straordinario prestigio, ricevendo gli incarichi più importanti e alti onorari (Bassa, Pere Serra, Lluis Borrassà), ma attorno a essi si moltiplicano i nomi di altri che firmarono contratti a prezzi più bassi o si dedicarono a lavori secondari, come la pittura di scudi, bandiere, tessuti, ecc. (Yarza Luaces, 1986). In ogni caso i pittori non riuscirono a costituire una corporazione fino al 1450.Se all'inizio i loro maggiori clienti furono il re e la sua famiglia (Bassa), insieme alla Chiesa, progressivamente aumentarono con il tempo gli incarichi da parte della borghesia. Non si trattò tanto di iniziative individuali, quanto collettive. Le corporazioni commissionarono retabli per le loro cappelle nella cattedrale, nelle parrocchie o nei conventi. Questa tipologia di opere pittoriche fiorì straordinariamente a B., a cominciare dai primi e semplici retabli dei Bassa, fino ad arrivare alle gigantesche pale dell'epoca dei Borrassà, sconfinando nel 15° secolo. Non ci si dedicò praticamente affatto all'affresco (fa eccezione la cappella dedicata a s. Michele in Santa Maria de Pedralbes).Molto importanti furono per l'ambiente artistico di B. gli orafi e gli argentieri. Nel 1301 tre di loro facevano già parte del Consejo de Ciento. Non si sa quando precisamente si costituirono in corporazione, in ogni caso già sussistente nel 1381; il suo statuto venne modificato nel 1394. Nel 1367 Bartolomé Tutxó di B. portò a compimento il retablo di Nuestra Señora de Salas, commissionato da Pietro il Cerimonioso per tale località aragonese (Huesca, Mus. diocesano). Francesc Vilardell, Simón Martorell, Ramón Gombau o Berenguer Trías sono altri artisti di cui si conoscono, insieme ai nomi, alcune opere, oltre a Ramón des Feu che lavorò peraltro in anni successivi. Il capolavoro dell'oreficeria barcellonese è il reliquiario dei Corporali di Daroca, dello scultore Pere Moragues. Dovevano essere attive botteghe di ricamatori (benché i loro prodotti più noti siano del sec. 15°) come pure di vetrai: del sec. 14° sono alcune vetrate della cattedrale, di Santa Maria del Mar e soprattutto di Santa Maria de Pedralbes.

Bibl.: J. Puig i Cadafalch, A. de Falguera, J. Goday i Casals, L'arquitectura romànica a Catalunya, II, Barcelona 1911; B. Bassegoda, Santa María de la Mar, 2 voll., Barcelona 1925-1927; M. Trens, Ferrer Bassa i les pintures de Pedralbes, Barcelona 1936; J. Gudiol Ricart, Barcelona (Guias Artisticas de España), Barcelona 1946; F.P. Verrié, La iglesia de los santos Justo y Pastor, Barcelona 1946; J. Ainaud de Lasarte, J. Gudiol, F.P. Verrié, La ciudad de Barcelona (Catálogo monumental de España), 2 voll., Madrid 1947; A. Durán i Sanpere, La catedral de Barcelona, Barcelona 1952; F.P. Verrié, Barcelona antigua, Madrid 1952; F. Udina, La ''Cambra Major'' o gran sala del real palacio mayor de Barcelona, salón del trono de los reyes catalano-aragoneses, llamado modernamente del Tinell, Barcelona 1965; J. Ainaud de Lasarte, Pintures del segle XIII al carrer de Montcada de Barcelona, Barcelona 1969; J. Vigué, El monestir romànic de Sant Pau del Camp, Barcelona 1972; A. Durán i Sanpere, Barcelona i la seva Història, 3 voll., Barcelona 1972-1975; A.M. Adroer i Tasis, El Palau Reial Major de Barcelona, Barcelona 1978; X. Barral i Altet, Les mosaïques romaines et médiévales de la ''Regio Laietana'' (Barcelona et ses environs), Barcelona 1978, pp. 154-158; J. Brancons, Una revisió al sepulcre de Santa Eulàlia, Cuadernos d'Arqueologia i Historia de la Ciutat 20, 1980, pp. 119-140; X. Barral i Altet, L'art pre-románic a Catalunya. Segles IX-X, Barcelona 1981, p. 253; M.R. Terés, Arnau Bargués, arquitecto de la ciudad de Barcelona: nuevas aportaciones documentales, Boletín del Museo e Instituto Camón Aznar 9, 1982, pp. 72-86; M. Vergés, M.T. Vinyoles, La catedral romànica de Barcelona, Lambard. Estudis d'art medieval 3, 1983-1985, pp. 97-102; A. Lopez, Consideracions sobre la construcció de l'església barcelonina de Santa Maria del Pí, Acta historica et archeologica mediaevalia 5, 1984-1985, pp. 211-224; J. Yarza Luaces, El pintor en Cataluña hacia 1400, in Artistes, artisans et production artistique au Moyen Age, a cura di X. Barral i Altet, "Colloque international, Rennes, Haute Bretagne, 1983", I, Les hommes, Paris 1986, pp. 381-405; E. Carbonell, La razzia d'Almansur a Catalunya l'any 985. Afectà l'arquitectura de finals del segle X?, in Etudes roussillonnaises offertes à Pierre Ponsich, Perpignan 1987, pp. 279-283; M.R. Terés, Pere ça Anglada. Introducció de l'estil internacional de l'escultura catalana, Barcelona 1987.J. Yarza Luaces

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