Balkh

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Cittadina dell’Afghanistan (12.700 ab. nel 2006), presso il fiume omonimo (utilizzato per irrigazione), a 550 m. s. m., su una via commerciale, al centro di una regione fertile del Turkestan afgano.

Le più antiche tracce di frequentazione dell’area consistono in una serie di siti occupati da comunità agricole della tarda età del Bronzo (fine del 3°-prima metà del 2° millennio a.C.). Poi l’antica Βάκτρα dei Greci ebbe grande importanza nella storia culturale e religiosa della Persia preislamica e fu capitale del Regno ellenistico di Battriana. Accanto alla religione zoroastriana, al manicheismo e al cristianesimo nestoriano, vi fiorì il buddhismo sino all’invasione araba, che ebbe ragione delle resistenze indigene solo agli inizi dell’8° secolo. La città islamizzata seguì le sorti del Khorasan (➔) sotto le dinastie iraniche e turche che vi dominarono.

I ritrovamenti di età achemenide, seleucide e greco-battriana sono rappresentati prevalentemente da materiale fittile. Il nucleo insediativo originario coincide con l’attuale città alta, attestata su una piccola altura; le vestigia della cinta muraria ancora oggi visibili, risalenti all’epoca timuride, coprono in parte le rovine delle originarie mura greche. Le successive fortificazioni interessarono il quartiere sorto ai lati della via carovaniera che portava verso l’India e, tra il periodo kuṣāṇa e l’età islamica, i quartieri nordoccidentali della città. Sempre in età kuṣāṇa vennero edificati importanti monumenti buddhisti, quali lo stūpa di Tup-i Rustam e Takht-i Rustam e lo stūpa di Chakhr-i Falak.

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