BALDER

Enciclopedia Italiana (1930)

BALDER

Bruno Vignola

. È la principale fra le divinità minori della mitologia nordica. Il nome pare significhi "splendente", o, più probabilmente, è derivato dall'appellativo baldr (anglosassone bealdor) "signore". Due differenti versioni si hanno del suo mito: una islandico-norvegese secondo i libri dell'Edda, e una danese secondo la narrazione contenuta nel libro terzo della Historia Danica di Saxo Grammaticus. Secondo la prima, Balder è figlio di Odino e di Frigg, e marito di Nanna, ed è celebrato come il più bello, il più saggio degli Asi (v.); la sua figura ha un particolare rilievo anche per il fatto che la sua morte è il preludio della catastrofe generale, del cosiddetto Crepuscolo degli dei.

Balder fu angustiato un giorno da sogni paurosi, ed essendo stata predetta dalla Volva (maga) la sua prossima fine, la madre Frigg fece giurare a tutte le cose create che non avrebbero fatto alcun male al suo figliuolo, sicché da quel giorno né arma, né pietra, né altro oggetto lo poteva ferire. Ma il perfido Loki, saputo da Frigg che una sola piccola cosa innocente non aveva giurato, una pianticella di vischio, andò e la divelse. Recatosi quindi nel campo dove gli Asi si divertivano scagliando frecce e sassi contro l'invulnerabile dio, si appressò a Hod, ch'era cieco, e lo persuase a tirare con l'arma che gli offriva, insegnandogli anche la direzione. E Hod prese la verga di vischio e trapassò il petto di Balder. Piansero gli dei, impotenti a far vendetta in quel sacro luogo di pace, e, estrutto il rogo sopra un naviglio, vi posero Balder e accanto a lui Nanna morta di crepacuore. Frigg chiese se nessuno volesse, per amor suo, discendere all'inferno e riscattare il morto. Vi andò il fratello Hermod, a cui la Hela (dea del mondo sotterraneo) promise il ritorno di Balder, qualora tutte le cose lo avessero pianto. E così fecero infatti; solo una gigantessa, sotto le cui spoglie si celava lo stesso Loki, si rifiutò di piangere, sicché Balder fu perduto irreparabilmente. Gli dei allora presero Loki e lo incatenarono in una caverna, ove rimarrà fino alla fine del mondo. Ma dopo la generale catastrofe, quando la terra sarà stata arsa e distrutta, Balder ritornerà riconciliato con Hod, e vivranno quindi lieti in pace fraterna.

Nella narrazione di Saxo Grammaticus, invece, Balder (Balderus) è una raggiante figura semidivina di eroe che combatte contro Hother (Hoterus), il vero protagonista della leggenda, per il possesso di Nanna. È vinto, alla fine, e ucciso dall'arma che sola lo può ferire, ma è quindi vendicato dal fratello Bo (Bous).

Si discute tuttavia in quale rapporto si trovino tra loro queste due versioni, e quale di esse ci conservi la forma primitiva e autentica della leggenda; neppure sono concordi le opinioni sull'origine stessa del mito.

La comune interpretazione mitologica vede in Balder un dio solare, una più recente formazione dell'Odino estivo (come Ull dell'invernale), la personificazione del sole che raggiunge all'epoca del solstizio la sua massima potenza e poi declina fino a morire, preda delle tenebre invernali; mentre Nanna è la vita vegetale che muore con lui, o cade nelle mani dell'avversario. Alcuni però lo ritengono la personificazione dello spirito arboreo vivente nel vischio sempreverde, e consunto alla fine dei calori dell'estate. Altri ravvisano in Balder uno dei due Alci mentovati da Tacito (Germ., 43); altri ancora sostengono essersi il mito formato sotto l'influenza di elementi stranieri (derivando precisamente dalle leggende della guerra di Troia la versione di Saxo, e dai racconti della Passione di Cristo quella eddica): elementi che sarebbero pervenuti al settentrione per il tramite degli Anglosassoni. Infine coloro che indulgono all'interpretazione evemeristica, considerano il mito di Balder derivato da una primitiva leggenda di un eroe divenuto favoloso, divinizzato in seguito e fatto figlio di Odino. Forse l'ultima di queste opinioni è la più probabile; ma, innegabilmente, allo sviluppo ulteriore del mito settentrionale contribuirono gli elementi cristiani, tanto biblici quanto apocrifi e leggendarî, specie per quanto riguarda il carattere morale. Balder è divenuto il dio paziente che soffre il sacrificio fatale e risorge alla fine; Hod è il cieco strumento di Loki, come il cieco Longino, che fora con la lancia il fianco del Crocifisso, è lo strumento di Lucifero; come questo, anche Loki è incatenato e non sarà sciolto che all'ultimo giorno; il pianto delle cose per il riscatto del morto è la dolente preghiera dei vivi che abbrevia le pene dei trapassati. In linea generale s'impone altresì il confronto con altre divinità vegetali, pur esse morenti e risorgenti e divenute oggetto centrale del culto, per esempio nei misteri del mondo classico.

Controversa è la questione se Balder fosse noto anche all'infuori del Settentrione, alle altre popolazioni germaniche: ma tale credenza è fondata solo sull'erronea interpretazione del vocabolo balderes in una delle formule magiche dette di Merseburgo.

Di un vero e proprio culto di Balder non si può naturalmente parlare, nonostante la notizia contenuta nella poco attendibile saga di Fridthjof, del sec. XIV, che favoleggia di un tempio di Balder nella regione norvegese di Sogn.

Bibl.: F. Kauffmann, Balder, Mythus und Sage, Strasburgo 1902; J. G. Frazer, Balder the beautiful, voll. 2, in The golden bough, VII, Londra 1913; G. Neckel, Die Überlieferungen vom Gott Balder, Dortmund 1920; E. Jung, Germanische Götter und Helden in christlicher Zeit, Monaco 1922; A. H. Kraffa, The myth of Balder, in Folk-Lore, XXXIV (1913), pp. 184-215.

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