ATENE

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1991)

ATENE

Luigi Beschi

(V, p. 169; App. II, I, p. 296; III, I, p. 165; IV, I, p. 185)

Se l'intensa attività di ricerca degli ultimi decenni ha permesso di ricostruire in varie sintesi il quadro generale dei processi storici della città su base archeologica, alcune recenti scoperte permettono d'integrare il quadro relativamente ai principali nuclei topografici.

Acropoli. − Dal 1975 è in corso un complesso programma di restauro dei suoi monumenti architettonici, nonché della situazione geomorfologica e topografica delle sue pendici. Alcuni interventi per la salvaguardia della decorazione scultorea dei monumenti dall'aggressione degli agenti atmosferici inquinanti sono già stati effettuati: il gruppo di Cecrope e la Calliroe del frontone Ovest del Partenone e le Cariatidi dell'Eretteo sono state trasferite in museo e sostituite da calchi. Altri interventi, come il distacco delle metope e del fregio occidentale del Partenone, sono in progetto. Il restauro delle strutture architettoniche è già stato realizzato per l'Eretteo ed è in corso per il Partenone (oltre che per i Propilei e il tempietto di Atena Nike).

Un'accurata indagine preliminare al restauro ha recuperato particolari inediti e una conoscenza capillare delle strutture. Fondamentale è l'accertamento che la cella occidentale dell'Eretteo costituiva originariamente uno spazio unitario; la sua suddivisione interna, del 27 a.C., coincide con i lavori di restauro alla fronte Ovest. Sembra così confermata l'ipotesi che colloca in quest'area, esaltata sui due lati dall'imponente portico Nord e dalla loggetta delle Cariatidi, il culto di Atena Poliade. Molteplici i dati nuovi acquisiti al Partenone. I più notevoli riguardano la presenza, nella parete del pronao, di due finestre e di una scala di accesso al soffitto; non meno importanti le nuove conoscenze relative alle varie fasi, anche tarde, della lunga storia del monumento, nonché una puntuale identificazione delle sparse membra, sconvolte dall'esplosione di Morosini (1687), al punto che è in discussione la possibilità di larghe operazioni di anastilosi.

Lo studio delle aree circostanti ai monumenti ha portato alla definizione del largo piazzale tra Partenone ed Eretteo, attorno al quale, come sui bordi della via sacra, erano posti i donari. Presso l'angolo Nord-Est del Partenone è stata dimostrata la presenza di un imponente basamento per una quadriga di periodo ellenistico. Contemporaneamente alle operazioni sul terreno e nei laboratori di restauro, con l'identificazione di nuovi frammenti dei complessi decorativi (soprattutto del Partenone), è proseguito un ampio dibattito sui singoli monumenti e sui principali momenti storici.

Per il periodo arcaico sembra ormai confermato l'impianto di un primitivo tempio (inizi 6° sec. a.C.) con frontone in poros (leonesse che aggrediscono un toro) nell'area del futuro Partenone, mentre nell'area centrale dell'acropoli la fondazione di un grande tempio con due frontoni in poros (leoni con toro al centro, affiancati da imprese di Eracle con mostri marini) sembra coincidere (nonostante un recente ma infondato dissenso) con l'istituzione delle solenni Panatenee. I cicli decorativi dei templi classici sono stati tema di ripetute proposte esegetiche; in particolare il fregio del Partenone nel quale, in vario modo, si riflette l'ideologia della polis, e il fregio del tempietto di Atena Nike, nel quale si esaltano le sue paradigmatiche affermazioni militari. Indagini e restauro lungo le pendici hanno portato, col ritrovamento di un'iscrizione, a riproporre il vecchio problema della topografia dell'Aglaurion e delle circostanti strutture, ancora ignote, come il Pritaneo e il santuario dei Dioscuri. Sulle pendici meridionali i restauri nel teatro di Dioniso hanno privilegiato l'area dell'edificio scenico e della sua decorazione scultorea. Di eccezionale interesse le novità strutturali relative alla stoà di Eumene, il cui materiale decorativo-architettonico giunse, già elaborato per il definitivo montaggio, dai cantieri pergameni.

Agorà.- Le ricerche proseguite nel settore Nord-Ovest, a seguito del sensazionale ritrovamento della stoà basileios, ricca di fasi edilizie e di implicazioni storiche, hanno già recuperato i resti dell'imponente altare di Afrodite Urania del 500 a.C., situato presso l'ingresso della via panatenaica nell'agorà. Nelle sue vicinanze è stata portata alla luce anche la terminazione occidentale di un ampio portico dorico del 460 a.C., identificabile o con la stoà delle Erme o con la Poikile, già celebre per i dipinti su tavola di Polignoto, Micone e Paneno. Tra essa e l'altare di Afrodite sono le fondazioni di una porta monumentale, forse quella con i trofei macedoni ricordata da Pausania (i, 15,1).

Sono state anche ultimate ricerche in singole aree già da tempo esplorate, come l'impianto industriale della Zecca organizzata con una serie di vani attorno a un cortile: fondata nel 400 a.C. circa, fu attiva fino al 1° sec. a.C. Gli scavi a sud-est della stoà di Attalo hanno evidenziato la storia edilizia dell'area di passaggio dall'agorà greca all'agorà romana: lungo la via che conduce alla porta di Atena Archegetide e in prosecuzione della biblioteca di Panteno, nel 2° sec. d.C., fu costruito un lungo portico a botteghe, ristrutturato e ampliato nella tarda antichità. Nuove strutture tardoantiche sono state scavate sulle pendici dell'Areopago; la più articolata è una grande casa, decorata da un ricco apparato di sculture e mosaici: probabile sede di una scuola filosofica, fu adattata nella sua ultima fase al culto cristiano.

Sono da ricordare, infine, nuove revisioni di vecchie proposte: il vecchio bouleuterion, già datato in periodo clistenico, sarebbe del tempo di Efialte; i frammenti di altorilievo con divinità già attribuiti al tempio di Ares proverrebbero dal grande altare di Atena sull'acropoli, mentre i materiali architettonici dei templi di Atena al Sunio e di Demetra a Torico sono riferiti, ora, rispettivamente al tempio di Sud-Est e a quello di Sud-Ovest.

Città.-Mai come negli ultimi tempi l'attività di rinnovamento edilizio nel centro moderno ha concesso, con i numerosi anche se circoscritti interventi, di conoscere il tessuto della città antica. In particolare è stato puntualmente definito il percorso delle mura, fornite, nel tratto pianeggiante, di un proteichisma (o avancorpo) e di un fossato; di particolare significato è il recupero dell'ubicazione e della pianta della porta del Pireo e di quella di Acarne. Immediatamente a nord di questa, già esplorata alla fine del Settecento, e presso la piazza Kotziàs, è stato effettuato il più grande scavo urbano con i resti di recinti funerari, di strutture tardoromane e di impianti artigianali con forni e cisterne. Entro il circuito delle mura, oltre alla viabilità, si sono definiti aspetti e fasi dell'edilizia privata. Tra gli edifici pubblici è da ricordare la scoperta di un heroon a ovest del tempio di Efesto (6°-4° sec. a.C.), mentre sono stati accuratamente riesaminati monumenti come la Torre dei Venti, il monumento di Filopappo, e il programma edilizio della città di Adriano.

Necropoli.- Le numerose scoperte singole (tra cui una tomba con strumenti musicali, un papiro e tavolette cerate) integrano le conoscenze sulla distribuzione delle necropoli, soprattutto lungo le direttrici della via sacra, della via del Pireo nonché della via dell'Accademia, interessata da sepolture pubbliche. Al Ceramico la prosecuzione degli studi ha illustrato la situazione delle necropoli tardoarcaiche e classiche, gli sviluppi edilizi del Pompeion, la morfologia e il significato di alcuni tumuli (uno identificato come tomba dei kerykes, e di Antemocrito), e alcune classi di materiali. Nuovi scavi hanno chiarito le vicende di un'area a ridosso delle mura presso la parte sacra, con un impianto piuttosto articolato che sembra aver ospitato, nelle successive fasi edilizie, anche attività artigianali come quelle dei fonditori di metallo e di tessitrici. Vedi tav. f. t.

Bibl.: Oltre agli aggiornamenti annuali in Bull. Corr. Hell. (Chronique), Arch. Deltion (Chronikà), Arch. Reports of Journ. Hell. Stud., cfr., per aggiornamento, le seguenti sintesi: E. J. Holmberg, Athens, Gothenburg 1978; R. E. Wycherley, The stones of Athens, Princeton 1978; Pausania, Guida della Grecia, i, L'Attica, a cura di D. Musti e L. Beschi, Milano 19862; J. M. Camp, The Athenian Agorà, Londra 1986; U. Muss, Ch. Schubert, Die Akropolis von Athen, Graz 1988; U. Knigge, Der Kerameikos von Athen, Atene 1988; J. Travlos, Bildlexikon zur Topographie des antiken Attika, Tübingen 1988 (pp. 23-51, aggiornamento per Atene). Inoltre, cfr. i seguenti contributi monografici (oltre alla prosecuzione delle serie: The Athenian Agora, Kerameikos): G. Krause, Untersuchungen zu den ältesten Nekropolen am E ridanos in Athen, Amburgo 1975; A. L. Hawkins Robkin, The Odeion of Perikles, Washington 1976; R. Stupperich, Staatsbegräbnis und Privatgrabmal in klassischem Athen, Münster 1977; A. Orlandos, ῾Η αϱχιτεϰτονιϰ το ΠαϱθεννοϚ, Atene 1977; S. Bancroft, Problems concerning the archaic Acropolis at Athens, Princeton 1979; H. Knell, Perikleische Baukunst, Darmstadt 1979; W. B. Dinsmoor Jr., The Propylaia to the athenian Acropolis, i, The Predecessor, Princeton 1980; M. Korrès, Ch. Bouras, Study for the restoration of the Parthenon, i, Atene 1983; AA.VV., The Acropolis of Athens. Conservation, restoration and research 1975-1983, ivi 1983; D. Kleiner, The monument of Philopappos in Athens, Roma 1983; J. v. Freeden, Οιϰία Κυϱϱήστου, ivi 1983; Parthenon-Kongress, Basel 4-8 IV 1982, Magonza 1984; A. Corso, Monumenti periclei (Mem. Ist. Ven. XL, 1), Venezia 1986; M. Korrès e altri, Study for the restoration of the Parthenon, ii, Atene 1989.

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