Akaev, Askar

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Fisico e uomo politico kirghiso (n. Kyzyl Bayrak 1944), già direttore dell'Accademia delle scienze sovietiche. Riformista, venne scelto (ott. 1990) dal Soviet supremo come capo dello Stato e dell'esecutivo. La sua elezione fu conseguenza della reazione suscitata dalla politica repressiva messa in atto nella regione di Osh dalla dirigenza comunista kirghisa contro gli uzbeki, nonché dall'immobilismo di fronte ai gravi problemi del paese. A. avviò così un programma di riforme economiche, cambiò la denominazione ufficiale del paese in Repubblica del Kirghizistan e restituì alla capitale Frunze l'antico nome di Biškek. Nell'ag. 1991, quando il Partito comunista kirghiso appoggiò il tentativo di colpo di Stato a Mosca, A. ne decretò lo scioglimento; nello stesso mese il Kirghizistan  proclamò l'indipendenza e, nell'ott., A., unico candidato, fu eletto presidente della Repubblica a suffragio diretto. Negli anni successivi entrò sempre più in contrasto con le forze di opposizione, di ispirazione comunista e nazionalista, che si battevano per limitare le prerogative presidenziali, obiettivo in parte raggiunto con la Costituzione del 1993 nelle forme di un sistema di governo di tipo parlamentare. L'instabilità politica caratterizzò tutto il periodo di A., riconfermato presidente (dic. 1995), malgrado il rafforzamento del suo potere per un emendamento costituzionale approvato con referendum del febbr. 1996.  Con sentenza del luglio 1998 la Corte costituzionale ha consentito ad A. di ottenere un terzo mandato nelle elezioni dell'ott. 2000. In seguito ai disordini scoppiati subito dopo le elezioni politiche del 2005, A. è stato costretto alla fuga in Russia e quindi a rassegnare (apr. 2005) le dimissioni dalla carica di presidente del Kirghizistan.

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