Arte urbana - Miami

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Interessata da una ricca scena di graffiti nel corso dei primi anni Novanta, la più importante città della Florida vive oggi un grande momento di fermento grazie al successo del fenomeno Wynwood, la cui alta e sempre crescente concentrazione di pareti dipinte proietta M. tra le indiscusse capitali contemporanee delle forme urbane di rappresentazione artistica.

Writing. Rispettivo ad altre città americane come New York, Filadelfia o Los Angeles, la scena del graffiti-writing a M. è relativamente giovane e trova la sua generazione nell’ambito dell’influenza culturale apportata da queste metropoli attraverso fondamentali documenti fotografici e video quali Subway art (1984) e Wild style (1983) e grazie alla testimonianza diretta di giovani writer di quelle aree trasferitisi in Florida. La storia e l’evoluzione dei graffiti a M. sono strettamente connesse con i cosiddetti “Penit”, edifici, fabbriche e altre strutture abbandonate che vengono colonizzate dai writer locali. La pratica del reimpiego di aree dismesse è molto comune nell’universo dei writer, che in tali contesti possono agire di fatto indisturbati, e assume nella città della Florida particolare risalto, tanto da richiedere la coniazione di un termine specifico per la loro indicazione. Penit è il nome che viene assegnato dalla comunità dei pionieri del writing locale a un vecchio edificio mai completato e supposto di diventare un penitenziario nell’area di Fontainebleau: attivo dal 1983 al 1994 come grande enclave del lettering artistico, diviene a tal punto un riferimento da estendere il suo nome a qualunque altro luogo ne ricoprisse le medesime funzioni. Il primo Penit, insieme a tutti gli altri che lo seguono nel corso degli anni Ottanta e Novanta, nel suo status di luogo in cui la pratica del writing è tollerata e può essere svolta senza rischi costituisce la culla per la formazione di uno stile peculiare e differente, pur negli inevitabili riferimenti di base, da quello delle città di provenienza del fenomeno. La doppia linea di contorno (outline) che spesso compare a cingere l’insieme del pezzo tradisce la tranquillità dei writer al lavoro nei Penit o in quartieri difficili poco pattugliati, come Wynwood nel corso degli  anni Novanta. Generalmente i graffiti di M. evidenziano un cromatismo molto acceso e luminoso, tratto che, insieme all’inserimento di elementi che riguardano il mondo marino e tropicale, illustra la stretta connessione con l’ambiente e lo spirito locale. La massima fioritura del writing a M. si registra nei primi anni Novanta, quando l’intera contea ne è invasa. A questa epoca appartengono writer che fanno la storia della scena locale quali Meer, Mek o Mice. L’area di Cuttle Bay, allora Cuttle Ridge, rappresenta uno degli epicentri del fenomeno; di questa zona decentrata sono originarie alcune delle crew più importanti in città. L’euforia si attenua sensibilmente in seguito al 1994 quando la nuova GTF (Graffiti Task Force) messa in campo dall’amministrazione locale porta a termine una decisa campagna di ripulitura dei muri cittadini innalzando il livello di non tolleranza verso i writer. Negli anni seguenti, la sensibile diminuzione della copertura di graffiti sui muri della città non arresta la formazione di writer di fama come Chrome, Typoe e Atomik, quest’ultimo oggi tra i più popolari writer di M. grazie al riconoscibile character di un’arancia sorridente ad esso associato.

Wynwood. L’immagine odierna dell’arte urbana a M. è interamente legata al distretto di Wynwood, non lontano da Downtown, dove da un decennio scarso l’attività di decorazione parietale ha raggiunto un livello in quantità e concentrazione che non ha pari in nessun’altra città del globo. Già scenario dell’edizione invernale di Art Basel, le regolari pareti della moltitudine di magazzini che fiancheggiano il reticolato stradale dell’area ospitano ogni anno decine di interventi da parte dei più importanti street artist internazionali. Prima del 2002, anno del primo interessamento di Art Basel, Wynwood ha la fama di area negletta, cosparsa da numerosi episodi di criminalità e poco integrata con il resto della città. Il quartiere, apostrofato come “Little San Juan” a causa della forte presenza di immigrati portoricani, ricopre per l’intero corso degli anni Novanta il ruolo di luogo dove esercitare attività del writing con relativa sicurezza. Il vecchio stabilimento abbandonato dell’Rc Cola Plant è il Penit delle crew locali, padrone delle strutture almeno sino ai primi anni del Duemila, quando la presenza di Art Basel provoca un nuovo interesse sull’area da parte di investimenti privati, i quali non contrastano bensì incoraggiano la produzione di graffiti, inglobati nella definizione più commercialmente appetibile di street art. Wynwood inizia la sua rapida trasformazione in distretto artistico grazie all’apertura di gallerie e spazi culturali; nel 2007 due writer locali, Darin Bischof aka Books IIII e Michael Gran aka Typoe, fondano l’organizzazione Primary Flight, la quale, invitando artisti universalmente noti a dipingere i muri di Wynwood, esercita il ruolo di primo motore nella corsa del quartiere al titolo di mecca della street art internazionale. I successivi investimenti di Tony Goldman, creatore nel 2009 di quella grande vetrina di star dei muri chiamata Wynwood Walls, e David Lombardi fanno il resto nella definizione della prepotente nuova immagine del distretto. Durante i giorni di Art Basel Wynwood si trasforma nel quartiere più cool della città, ergendosi a enorme playground per le innumerevoli operazioni artistiche che vengono commissionate da gallerie, enti culturali e privati. Sono centinaia le pareti sulle quali si sono esibiti tutti i nomi più altisonanti della galassia della street art, contribuendo a formare un ambiente unico per saturazione murale, un grande circo della creatività urbana che non manca di suscitare perplessità circa la debolezza dei legami degli interventi con la realtà e la comunità locale. La rapidità di crescita e l’eccesso spettacolare del fenomeno Wynwood hanno portato all’attualità il delicato tema della gentrificazione, dove sensibili alterazioni sul piano sociale sono causate dall’incapacità di coesistenza tra crescenti e forti interessi economici sull’area e l’esiguo potere d’acquisto degli abitanti originari.

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