Wesker, Arnold

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Drammaturgo inglese (Londra 1932 - Brighton 2016). Figlio di ebrei emigrati dall'Europa orientale, W. è autore di commedie i cui personaggi sono costantemente calati nella realtà sociale e politica, specchio del pensiero di W. che considera lo scrivere una forma diretta di azione sociale.

Vita e opere

Esercitò vari mestieri, tra cui quello di cuoco professionista a Londra e a Parigi (1954-58). La sua prima commedia, Chicken soup with barley (1958) gli procurò un finanziamento dell'Arts Council e un successo immediato. Insieme con Roots (1959) e I'm talking about Jerusalem (1960) fu pubblicata in The Wesker trilogy (1960; trad. it. 1962). Sulla scia degli arrabbiati aperta da Osborne anni prima, W. si muove con uno scoperto impegno politico. La sua critica s'innesta dapprima sui problemi domestici delle classi lavoratrici, come nelle commedie già citate, in The kitchen (1959) e in Chips with everything (1962). In Their very own golden city (1966; trad. it. 1969), ha tratteggiato gli ostacoli che si frappongono alla conquista di una nuova Gerusalemme (il socialismo); in The four seasons (1965; trad. it. 1969), The friends (1970), The old ones (1972), The wedding feast (1973), Love letters on blue paper (1978), Caritas (1981), Amie Wobbler (1983), Little old lady (1988) e alcuni monologhi per attrici, ha spostato la critica sociale su un piano introspettivo. Nel 1960 con D. Lessing e S. Delaney aveva fondato il Centre 42, un'associazione di artisti che in cooperazione con i sindacati si proponeva di diffondere la cultura tra i lavoratori: lo ha diretto fino al 1970. Tra i lavori più recenti sono da ricordare: Three women talking (1990); Wild spring (1992); Denial (1997); Grupie (2001); Longitude (2002); Honey (2005); The rocking horse (2008); Joy and tyranny (2011).

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