ARISTIDE di Smirne

Enciclopedia dell' Arte Antica (1973)

ARISTIDE di Smirne (Αἴλιος ᾿Αριστείδης, Θεόδωρος, Εὐδαίμων)

G. Becatti

Retore greco, nato intorno al 117 o al 129 ad Hadrianutheris in Misia; morto forse nel 185 o nel 189 in Asia.

Ebbe a maestri Alessandro di Cotieo, Aristocle ed Erode Attico, studiò grammatica, retorica e, ad Atene, filosofia. Le sue agiate condizioni, i possessi in Misia gli permisero di fare vita contemplativa; fu, come il padre, sacerdote di Zeus. Compì lunghi viaggi in Asia, in Grecia, in Egitto, dove restò dal 149 al 154, vi ebbe grandi onori ed una statua. Smirne fu la residenza preferita e, dopo il terremoto del 178, intervenne presso gli imperatori per la ricostruzione della città, che lo nominò oikistès e gli innalzò una statua in bronzo. A Pergamo nell'Asklepieion si curò della epilessia; nel 168 ebbe la peste. A Roma soggiornò dal dicembre 155 al luglio 156 e vi pronunciò l'Encomio della città.

Si è riconosciuta la sua immagine in una statua seduta della Biblioteca Vaticana, che reca sul fianco destro del plinto l'iscrizione in caratteri greci ᾿Αριστίδης Σμυρνέος. Vi è raffigurato con il mantello del filosofo che scende dietro le spalle, lascia nudo il petto, gira con largo rotolo intorno ai fianchi e scende tra le gambe con un largo lembo, del quale la mano destra regge l'orlo, mentre la sinistra poggia sul sedile. La testa presenta un'ampia calvizie, folta barba ricciuta e baffi. P. Ligorio ricorda questa statua come sicuro ritratto di A., dicendo che era già in casa Altieri, poi collocata nella Cavea dell'Atrio palatino verso Belvedere da Pio IV, donde passò più tardi nella Biblioteca. Il Bartoli nel 1745 ritenne autentica l'iscrizione, come pure E. Q. Visconti, ma fu giudicata falsa dal Kaibel, sicché poi gli archeologi, tranne il Sieveking, non considerarono la statua come un ritratto di Aristide. Di recente A. Giuliano ha dimostrato invece l'autenticità dell'iscrizione, rispettata nella rilavorazione cinquecentesca del plinto, inquadrando la testa nella ritrattistica microasiatica della seconda metà del II sec. d. C. P. Ligorio ricorda anche un'erma marmorea nella collezione del cardinal Bellajo, scomparsa in mare nel trasporto da Roma e ne dà il disegno con l'iscrizione del nome ᾿Αριστείδης Σμυρναῖος; inoltre P. Ligorio conosceva un'ametista intagliata con il medesimo ritratto. Le iscrizioni dell'erma e della statua vaticana portano l'etnico Smirneo, che attesterebbe la concessione della cittadinanza da parte di Smirne ad A. dopo il 178, quando ebbe il titolo di oikistès.

Si è ricercato il ritratto di A. anche in due teste di Villa Albani (Casino 1039 e Kaffehaus 755), in una del Capitolino (Filosofi 9) e in un'altra a Madrid.

Bibl.: J. J. Bernoulli, Gr. Ik., II, p. 201 ss.; J. Sieveking, in W. Christ, Geschichte der griech. Literatur bis auf die Zeit des Justinian, Monaco 1905, n. 996, p. 43; F. Studniczka, Das Bildnis des Aristoteles, Lipsia 1908, p. 7; K. Schefold, Die Bildnisse der antiken Dichter, Redner und Denker, Basilea 1943, p. 223; W. Helbig, Führer4, Tubinga 1963, p. 353, n. 463 (H. von Heintze); G. M. A. Richter, The Portraits of the Greeks, III, Londra 1965, p. 287; A. Giuliano, in Dialoghi di Archeologia, I, gennaio 1967, pp. 72-81, figg. 36-43. Per i dati biografici del personaggio: W. Schmid, in Pauly-Wissowa, II, 1895, cc. 886 ss., s. v., n. 24; A. Boulanger, Aelius Aristides et la sophistique dans la province d'Asie au deuxième siècle de notre ère, Parigi 1923; K. Gerth, in Pauly-Wissowa, Suppl. VIII, 1956, c. 739.