Antiparassitari

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Prodotti chimici (detti anche pesticidi) usati per la distruzione o la limitazione di organismi dannosi ai prodotti agricoli nelle fasi di produzione e di conservazione. Alcuni a. (acaricidi, antimuffa, molluschicidi, rodenticidi), oltre che per uso agricolo, trovano impiego anche per uso industriale (a difesa di impianti e prodotti industriali) e per uso igienico-sanitario. Fra gli a. si possono includere anche i repellenti e i chemosterilizzanti per insetti. In senso estensivo a. sono anche i mezzi di natura meccanica e fisica (calore, radiazioni ecc.) idonei per la lotta contro i parassiti.

Fra gli a. di uso agricolo sono compresi acaricidi, alghicidi, antimuffa, erbicidi, fungicidi (o anticrittogamici), insetticidi, molluschicidi, nematocidi, rodenticidi. L’uso degli a., in continua crescita, è indispensabile per lo sviluppo della produzione agricola. Tuttavia un impiego non controllato di a. comporta pericoli diretti per la salute umana riguardo a effetti tossicologici sia acuti sia cronici. Le esigenze indotte dalle nuove strategie di difesa fitosanitaria hanno indirizzato la ricerca verso nuove categorie di prodotti antiparassitari. Punto di partenza è lo studio dei meccanismi fisiologici e biochimici dell’organismo nocivo da colpire, al fine di individuare i varchi biologici attraverso cui fare agire i principi attivi di controllo. Questi, in ogni caso, dovrebbero rispondere a determinate proprietà, tra cui: elevata biodegradabilità, assenza di bioaccumulo lungo la catena alimentare, selettività, assente o ridotta tossicità, assenza di induzione di meccanismi di resistenza. Tra le prospettive più interessanti, accanto alla messa a punto di biopesticidi, si annovera la scoperta di prodotti biorazionali, ossia sintetizzati prendendo come modello i meccanismi naturali di resistenza della pianta ospite, o di determinate specie di insetti, nei confronti di alcuni parassiti fungini.

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