Antico regime

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

antico regime

Francesco Tuccari

Una società dominata dalla disuguaglianza e dall'ingiustizia

Antico regime è il termine con il quale gli storici indicano l'insieme delle istituzioni politiche, giuridiche, economiche e sociali caratteristiche di gran parte dell'Europa tra 16° e 18° secolo. L'espressione ancien régime ("antico regime") fu introdotta dai rivoluzionari francesi del 1789 per contrapporre il vecchio regime prerivoluzionario al nuovo regime da loro creato in Francia con la Rivoluzione francese

L'uso originario del termine e gli usi successivi

L'espressione ancien régime conobbe nell'Ottocento una straordinaria fortuna grazie alla celebre opera dello storico e uomo politico francese Alexis de Tocqueville L'antico regime e la rivoluzione (1856). In quest'opera, pur continuando a fare riferimento alla Francia, l'autore rovesciò la connotazione originaria dell'espressione, mostrando i molteplici elementi di continuità che sussistevano tra l''antico' e il 'nuovo' regime, tra la Francia pre- e postrivoluzionaria.

Nella storiografia successiva la formula antico regime ha assunto un significato prevalentemente descrittivo, che si applica più in generale al contesto della storia europea tra Cinquecento e Settecento. In questo senso più ampio, essa sta a indicare il complesso degli ordinamenti politici, giuridici, economici e sociali che caratterizzarono in modo sostanzialmente uniforme e duraturo, pur in una grande varietà di situazioni, le strutture essenziali dell'Europa moderna.

Le istituzioni dell'antico regime

L'istituzione politica senza dubbio più caratteristica dell'Europa di antico regime fu la monarchia assoluta. Giustificata dalla dottrina dell'origine divina del potere sovrano, essa si fondava sull'autorità illimitata del re, sul carattere ereditario della monarchia e soprattutto su una straordinaria concentrazione di poteri al tempo stesso di governo, legislativi e giudiziari nelle mani del sovrano, sostenuto da una burocrazia e da un esercito alle sue dirette dipendenze. Istituzioni monarchiche di questo tipo stavano al vertice di società segnate da profonde e radicali disuguaglianze, non solo di fatto (relative cioè alla diversa distribuzione delle risorse e della ricchezza), ma anche di diritto (sanzionate cioè da numerosi privilegi).

Si trattava di società strutturate e divise per ceti, ossia gruppi sociali più o meno ristretti, di regola rigidamente separati. Il clero e soprattutto la nobiltà ‒ chiamati il 'primo' e il 'secondo stato' ‒ godevano di enormi privilegi, per lo più eredità dell'età feudale, ai danni del cosiddetto 'terzo stato', di gran lunga il più numeroso, formato dalla borghesia e dai ceti popolari, che non godevano di alcun diritto politico ed erano costretti a pagare tasse molto alte.

Non a caso borghesi e ceti popolari saranno i protagonisti della Rivoluzione francese. A fondamento di questi privilegi e del potere sociale dell'aristocrazia stava a sua volta, in un'epoca in cui l'economia continuava a essere in gran parte dominata dall'agricoltura, la grande proprietà terriera, che veniva lavorata attraverso svariate forme di asservimento e assoggettamento delle masse contadine, particolarmente pesanti nei paesi dell'Europa orientale e centro-orientale. Gli enormi privilegi fiscali dell'aristocrazia furono altresì alla base della crisi delle finanze statali francesi, che pose le premesse immediate della Rivoluzione.

La fine dell'antico regime

La Rivoluzione francese diede effettivamente avvio alla crisi dell'antico regime, esercitando un effetto enorme in Europa e fuori d'Europa. Alla monarchia assoluta e per diritto divino subentrò la monarchia limitata e per volontà della nazione, fondata sul principio della divisione dei poteri; e alle società dei ceti, del privilegio aristocratico e dello stato di schiavitù di matrice feudale subentrarono società fondate sull'uguaglianza civile e politica degli individui in quanto tali, sui diritti dell'uomo e del cittadino. Queste trasformazioni, tuttavia, giunsero a compimento solo gradualmente e, fuori della Francia, in tempi profondamente diversi nei singoli paesi europei. A esse contribuirono in modo essenziale anche i profondi mutamenti prodotti, sempre tra Sette e Ottocento, dalla rivoluzione industriale.

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