GRYPHIUS, Andreas

Enciclopedia Italiana (1933)

GRYPHIUS, Andreas

Vittoria Gabriolo Buonanno

Poeta tedesco, nato l'11 ottobre 1616 a Glogau (Slesia), ivi morto il 16 luglio 1664. Ebbe giovinezza rattristata dalla perdita dei genitori, dalle miserie della guerra e dalle persecuzioni degl'imperiali contro i protestanti. Queste dolorose prove lasciarono una impronta di malinconia e di pessimismo nel suo animo. Viaggiò a lungo; fu (1638-1644) in Olanda, passando poi in Francia e in Italia. Tornato in patria nel 1646, trascorse a Fraustadt alcuni anni durante i quali compose il maggior numero dei suoi drammi. Nel 1650 accettò l'ufficio di Syndikus nel principato di Glogau. Operò con grande senno per il bene della sua città, e nel momento difficile per i principati slesiani che seguì alla pace di Vestfalia, ne difese i privilegi. Tale attività amministrativa e politica non lo distolse del tutto dai lavori letterarî.

Il G. è specialmente noto per i suoi drammi, ma anche il canzoniere, che, iniziato fin dalla prima giovinezza, comprende sonetti, odi, Lieder, epicedî, epitalamî, epigrammi e poesie satiriche a imitazione di Giovenale, basterebbe a farlo annoverare tra i maggiori poeti della scuola di Slesia. La fonte principale dell'ispirazione del G. in questi versi è il sentimento religioso; il poeta esprime, con tristezza spesso amara, la sua sincera fede, nella quale egli risolve la visione pessimistica della vita. Nella forma, pur conservando una certa personalità, segue l'Opitz; usa metri varî, prediligendo l'alessandrino, con abilità tecnica che rasenta talvolta il virtuosismo. Il suo maggior pregio però, specialmente in confronto degli altri poeti del suo tempo, è la profondità del pensiero e il contenuto ricco.

Animato dall'esempio degli Olandesi (il Vondel, il Hooft e altri), il G. creò inoltre - ed è questo il suo merito principale - la nuova tragedia tedesca. La prima tragedia, Leo Armenius, è del 1646; tre altre apparvero nel 1657: Katharina von Georgien, Carolus Stuardus, Cardenio und Celinde; due anni dopo: Der sterbende Aemilius Papinianus. La prima ha per argomento una rivoluzione di palazzo alla corte bizantina; negli altri drammi, a eccezione del solo Cardenio, il G. scelse come protagonisti personaggi storici che ebbero, o a cui egli attribuì, virtù eroiche. Cardenio und Celinde invece espone le vicende d'amore di uno studente spagnolo, a Bologna, ed è perciò il primo e fino a Lessing il solo dramma borghese della moderna letteratura tedesca. L'umanità dell'argomento, la comprensione che l'autore sente per i suoi personaggi, la vivezza e verità dei caratteri fanno di questa la migliore delle tragedie del G. Nelle altre l'eleganza della forma, la scorrevolezza del verso, la vivacità del dialogo e l'abilità della condotta drammatica non valgono a supplire alla deficiente rappresentazione delle persone e dei caratteri, cosicché l'effetto tragico, affidato piuttosto all'orrore delle situazioni e al meraviglioso delle apparizioni spettrali che non al conflitto dei sentimenti e delle passioni, risulta sminuito. Il G. è più felice nel coro che costantemente introduce in forma ora lirica, ora dialogica, usando versi giambici o trocaici.

Accanto ai drammi il G. compose alcune commedie in prosa: L'Horribilicribrifax, satira del "Miles gloriosus", nella quale, per accentuare la comicità, l'autore fa parlare ai protagonisti un linguaggio misto di parecchi idiomi; Die geliebte Dornrose, vivaci scene popolaresche in dialetto slesiano. Dal Sogno di una notte d'estate di Shakespeare (che il G. conobbe solo nei parziali e grossolani rifacimenti che i commedianti inglesi rappresentavano in Germania), è tratto il mediocre Peter Squenz. In versi alessandrini è una garbata commedia: Das verliebte Gespenst, alla quale si possono avvicinare per la forma i due Singspiele: Piastus e Majuma, il primo scritto per glorificare la dinastia slesiana dei Piasti, composto il secondo in occasione dell'incoronazione di Ferdinando IV. Altre opere drammatiche sono traduzioni o rifacimenti.

Il G. scrisse anche versi latini: un poema su Erode, epigrammi, e un poema epico Olivetum.

Ediz.: Sämtliche dramatische u. lyrische Dichtungen des A. G., ed. da H. Palm (voll. 3, Tubinga 1878-1884). Opere scelte edite da H. Palm (Stoccarda s. a.) e da J. Tittmann (voll. 2, Lipsia 1870, 1880); in lingua ammodernata da O. Warnatseh (Glogau 1916).

Bibl.: F. Gundolf. A. G., Heidelberg 1927; W. Flemming, A. G. und die Bühne, Halle 1921; V. Manheimer, Die Lyrik des A. G., Berlino 1904; P. Stachel, Seneca und das deutsche Renaissancedrama im 16. und 17. Jahrh., Berlino 1907; L. G. Wysocki, A. G. et la tragédie allemande au XVII siècle, Parigi 1893; W. Harring, A. G. und das Drama der Jesuiten, Halle 1907; F. Spina, Der Vers in den Dramen des A. G., Bramau 1895; A. Strutz, Wege zur Dichtung, Zurigo e Lipsia 1932.