CARLOSTADIO, Andrea

Enciclopedia Italiana (1931)

CARLOSTADIO (Carlostadius, Carlstadt, Xarlstadt, o Karolostadt), Andrea

Alberto Pincherle

Dalla città nativa, Carlstadt in Baviera, dove nacque intorno al 1480, Andreas Rudolf Bodenstein trasse il soprannome, sotto il quale va famoso nella storia della Riforma in Germania. Dopo gli studî, compiuti a Erfurt e a Colonia, era divenuto nel 1504 professore e arcidiacono della chiesa d'Ognissanti (Allerheiligenstift) a Wittenberg; poi, decano della facoltà; nel 1515 s'era recato a Roma, conseguendovi il dottorato in iure utroque. Ne ritornò, mentre il suo collega Lutero manifestava, nel commento a Romani, le idee esposte poi nelle famose 95 tesi del 31 ottobre 1517 contro le indulgenze. C. assumeva, nelle 151 tesi del 16 settembre 1516, le stesse posizioni di Lutero, e lo difendeva disputando con l'Eck a Lipsia nel 1519. Due anni dopo, venne chiamato dal re Cristiano II di Danimarca, che sotto l'influsso del C. pubblicò la legge del 16 maggio 1521, contro il celibato ecclesiastico.

Col ritorno del C. a Lipsia comincia, si può dire, il secondo periodo della sua vita. Attratto dalla predicazione di Tommaso Münzer e dei "profeti di Zwickau", C. giunse ben presto a ricavare dai principî luterani le estreme conseguenze. In abito da cavaliere, egli impartisce ai fedeli, nella chiesa d'Ognissanti, la comunione sotto le due specie, combatte il culto delle immagini, i voti monastici, i sacramenti, il celibato del clero; anzi, il 26 dicembre 1521 contrae matrimonio con Anna von Mochau. Appunto questi e altri eccessi e i disordini che ne furono conseguenza indussero Lutero ad abbandonare improvvisamente il suo rifugio della Wartburg. E allora incominciò la lotta tra i due riformatori. C. ormai d'accordo con gli anabattisti e le correnti estremiste, negava, non che la transubstanziazione, anche la presenza reale del Cristo nelle specie del sacrificio eucaristico e ripudiava il battesimo dei bambini; insegnava il disprezzo d'ogni scienza umana, affermando che tutte le forme di etica hanno il medesimo valore; riesumava, nell'Antico Testamento, l'anno sabbatico e la poligamia. Lutero fu irriducibile nella sua ostilità a C. che, ritiratosi a Orlamünd, continuava la sua propaganda. La lotta ha un episodio tipico, quello dell'incontro fra i due avversarî a Jena, nell'agosto del 1524, allorché Lutero sfidò formalmente C. a non scrivere più contro di lui, e questi raccolse la sfida. Nello scritto "Contro i profeti celesti" Lutero si scagliava violentemente contro C., che, espulso dall'elettore Federico il Saggio, vagabondò a Rothenburg sul Tauber, quindi a Strasburgo, Heidelberg, Zurigo, Basilea, e di nuovo a Rothenburg, donde lo scacciò la vittoria dei principi sui contadini ribelli. Dovette ricorrere a Lutero, scolparsi dell'accusa d'aver preso parte attiva all'insurrezione, attenuare le sue idee sulla Cena. Così fu riammesso in Sassonia; ma rifiutò di scrivere contro Zwingli ed Ecolampadio, e dovette riprendere la via dell'esilio. Nel marzo 1529 era a Holstein con l'anabattista Melchior Hofmann; l'anno dopo a Zurigo. Quindi ebbe una parrocchia ad Allstätten (Renania). Di poi, essendosi legato con i riformatori svizzeri, ottenne nel 1534 una cattedra e un posto di predicatore a Basilea. Nel 1536 era a Strasburgo per discutere ancora intorno alla Cena, nella speranza di raggiungere un accordo tra le varie correnti della Riforma, e si mostrava assai moderato. Morì a Basilea il 24 dicembre 1541, di peste.

Fra le sue opere ricordiamo: De canonicis scripturis (1520); Von gelübden Unterrichtung (1521); De legis litera sive carne et spiritu (1521); Vom Priestertum und Opfer Christi (1524).

Bibl.: C. F. Jäger, A. B. von Carlstadt Stoccarda 1856; T. Kolde, in Zeitschrift für Kirchengesch., XI; H. Barge, A. B. von C., Lipsia 1905, 2 voll.; id., in Realencykl. f. prot. Theologie und Kirche, X, p. 73 segg. e XXIII, p. 738 segg.; K. Müller, Luther und Karlstadt, Tubinga 1907; E. Buonaiuti, Lutero e la riforma in Germania, Bologna [1926], cap. 3; e v. sotto lutero.

TAG

Cristiano ii di danimarca

Federico il saggio

Profeti di zwickau

Melchior hofmann

Iure utroque