Amiens

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1991)

Amiens

M.E. Savi
A. Prache

(lat. Samarobriva, Ambianum)

INQUADRAMENTO TOPOGRAFICO

di M.E. Savi

Città della Francia nordorientale, capoluogo del dip. della Somme, situata sulla riva sinistra del fiume Somme. L'antica Samarobriva - il nome, di origine celtica, ha probabilmente il significato di 'ponte sulla Somme' - citata per la prima volta da Cesare nel 54 a.C. (De bello Gallico, V, 24, 19) era abitata dai Galli Ambiani, che vi si erano stabiliti probabilmente tra il sec. 4° e il 2° avanti Cristo. Non risulta che la città abbia avuto una rifondazione romana; il suo sviluppo sembra, piuttosto, essere stato graduale, anche se rapido. Della città romana, che durante la conquista della Britannia, iniziata sotto Claudio, diventò un importante punto di passaggio e di rifornimento, sono stati individuati la rete viaria, alcune necropoli del periodo imperiale - quali quelle della cittadella e del sobborgo di Saint-Acheul (nel quale nel 1185 si stabilirono gli Agostiniani) -, il foro, situato nei pressi dell'anfiteatro, in corrispondenza dell'Hôtel de Ville, e le terme, in corrispondenza della rue de Beauvais. Nel sec. 3° d.C., la città - forse tra quelle saccheggiate dai Franchi durante l'impero di Postumo (dal 258-259 al 268) e di Vittorino (dal 268 al 270) -, che aveva subito una contrazione dell'abitato, fu munita di una cinta muraria. A quest'epoca la tradizione fa risalire il primo vescovo, s. Firmino martire, al quale sarebbe succeduto s. Firmino confessore, anche se il primo vescovo documentato ad A. fu Eulogio, presente al concilio di Colonia del 346. Dopo la distruzione della città, avvenuta a opera dei Franchi nel 409, i vescovi si rifugiarono a Saint-Acheul e si stabilirono nuovamente ad A. soltanto agli inizi del sec. 6°, quando ormai essa faceva definitivamente parte del regno franco di Clodoveo I. Nella città si vennero così a creare due nuclei: i possedimenti del vescovo a Saint-Fuscian e l'antica civitas romana (il Castillon medievale), dove si stabilirono i conti. La cinta perse così qualsiasi carattere di funzionalità e al di fuori di essa si sviluppò il burgus. La città risulta invece fortificata nel 925: la cinta di quest'epoca potrebbe essere stata costruita fin dal sec. 8°, a difesa dalle scorrerie dei pirati.

Già dopo la metà del sec. 9° il potere episcopale e quello comitale erano entrati in conflitto, ma nel sec. 11° i conti della famiglia dei Valois erano sufficientemente forti da poter imporre l'elezione di un proprio vescovo. In questo periodo si posero le basi economiche che portarono in seguito alla formazione del Comune: a N della città si costituì un nuovo quartiere, protetto soltanto dalla Somme, nel quale furono impiantati numerosi mulini; nel 1073 venne ricostruita l'antica chiesa di Saint-Martin-aux-Jumeaux, della quale rimangono soltanto alcuni elementi scultorei (capitelli a foglie d'acanto nel Mus. de Picardie), e poco più tardi accanto a essa sorse la collegiata di Saint-Nicolas. Quest'ultimo edificio, demolito nel sec. 18°, aveva pianta cruciforme, tre navate e volte ogivali; la parte più importante era tuttavia costituita dal portale - analogo dal punto di vista iconografico a quello della cattedrale di Senlis e a quello, perduto, della cattedrale di Cambrai - nel cui architrave erano rappresentate la Dormitio e l'Assunzione della Vergine. Non si conosce il tema iconografico del timpano, ma probabilmente vi erano scolpiti Cristo e la Vergine in gloria. Il portale di Saint-Nicolas - alla stessa famiglia appartengono quello della cattedrale di Laon, quello della collegiata di Saint-Etienne a Corbie e di Saint-Yved a Braine - deve aver costituito, dal punto di vista stilistico, una tappa intermedia tra i portali di Senlis e Cambrai e quello con analogo soggetto del portale mediano del transetto nord della cattedrale di Chartres.Agli inizi del sec. 12° la borghesia, appoggiata dai vescovi, costrinse i conti a riconoscere alla città una sua autonomia e nel 1190, con Filippo Augusto, A. venne legata alla corona, mantenendo tuttavia le proprie libertà comunali. La città acquistò una notevole prosperità economica diventando un centro importante per la lavorazione dei tessuti e nel sec. 13° entrò a far parte della Hansa delle diciassette città.

Nel Trecento venne ampliata la cinta muraria del sec. 12° (costruita, questa, nel periodo di passaggio della città dal dominio dei conti alla corona). Il ruolo strategico avuto da A. durante il conflitto tra Francia e Inghilterra fu causa di un indebolimento economico un incendio distrusse parte della città nel 1357), aggravato poi dalla lotta tra il re e Carlo il Temerario per il possesso della città, che fu tra quelle cedute al ducato di Borgogna con il trattato di Arras del 1435. Soltanto alla morte di Carlo il Temerario A. tornò definitivamente alla corona.

Nonostante l'attività edilizia del periodo comunale sia stata molto intensa (costruzione dello Chemin de l'Eau, canale artificiale che dalla Somme giungeva ai quartieri bassi della città, del Grand quai, costruzione di ponti e porte monumentali, tra le quali quella di Montrecu, per la quale dovette scolpire due statue Jean la Chapelle), a parte la cattedrale non rimane quasi nulla dell'epoca: il beffroi, eretto dopo il 1117 al costituirsi del Comune, è stato in gran parte ricostruito e tra le chiese medievali rimangono Saint-Germain, del sec. 15°, a croce latina con portale a timpano di stile gotico flamboyant e Saint-Leu, pure del sec. 15°, ma ricostruita nel 16°, che tuttavia conserva, alla base del campanile, un portale anch'esso flamboyant.

LA CATTEDRALE

di A. Prache

L'esistenza di una cattedrale nella città antica, poi compresa nelle mura del 925, è attestata nell'850. Accanto a questa, dedicata alla Vergine, si trovava la chiesa di Saint-Firmin e un battistero, dedicato a s. Giovanni, doveva forse completare questo gruppo di costruzioni episcopali.

La costruzione dell'attuale cattedrale di Notre-Dame fu iniziata verso il 1220, come attestava un'iscrizione del labirinto posto nella navata centrale nel 1288, dal vescovo Evrard de Fouilloy con l'aiuto del re di Francia; i primi architetti si chiamavano Robert de Luzarches, Thomas e Renaud de Cormont. In una lettera del 31 marzo 1236, il vescovo Geoffroy d'Eu domandò che la chiesa di Saint-Firmin fosse trasferita nel luogo in cui sorgeva l'ospedale di Saint-Jean per permettere l'ampliamento della cattedrale. Gli studiosi generalmente ritengono che, alla sua morte, nel novembre dello stesso anno, la navata e la parte inferiore delle facciate del transetto fossero già terminate. La facciata occidentale doveva essere già costruita fino al livello del rosone (Durand, 1901-1903, I), ma potrebbe anche essere stata iniziata solo in quel momento (Erlande-Brandenburg, 1977) giacché sembra addossata alla navata. Nel 1238 il vescovo Arnoul confermava che l'ospedale era stato spostato e la chiesa di Saint-Firmin era in corso di ricostruzione. Nel 1248 egli venne sepolto nella zona a E dell'abside; il deambulatorio e le cappelle radiali dovevano quindi essere completati. Nel 1258 un incendio lasciò tracce sulle volte delle cappelle, mentre le parti alte del capocroce erano ancora in costruzione. Bernardo di Abbeville (vescovo dal 1259 al 1278) donò nel 1269 la vetrata alta al centro dell'abside e, a quella data, le volte del coro dovevano essere terminate. La facciata settentrionale del transetto venne invece completata nel sec. 14°; il rosone meridionale e il reticolo del rosone occidentale risalgono al 16° secolo. Le cappelle laterali vennero aggiunte alla navata a partire dal 1292 e per tutto il sec. 14°; le torri della facciata furono terminate dopo il 1366. La guglia sull'incrocio del transetto fu ricostruita dopo che era stata distrutta da un fulmine nel 1528.

La cattedrale ha un corpo longitudinale a tre navate di sei campate, un transetto a bracci molto sporgenti, di tre campate ciascuno, con navate laterali a E e a O, un coro di tre campate con doppie navate laterali e un'abside circondata da un deambulatorio semplice, sul quale si aprono sette cappelle radiali poligonali, tra cui quella assiale è la più profonda. La chiesa misura m. 145 di lunghezza massima; la navata è larga m. 14 ca. e le volte si elevano fino a m. 42 di altezza; quella di A. è dunque la cattedrale gotica più alta di tutta la Francia, escludendo quella di Beauvais, rimasta incompiuta.

All'interno, l'alzato si articola su tre piani: grandi arcate, triforio e finestre alte; le grandi arcate sono molto slanciate e occupano quasi metà dell'altezza totale; ai pilastri cilindrici sono addossate quattro colonnette. Un fregio a fogliami sottolinea il triforio e una cornice corre sotto il piano delle finestre. Tutte le volte sono ogivali tranne quella dell'incrocio del transetto, a struttura più complessa, con costoloni secondari. È possibile rilevare una notevole differenza d'esecuzione tra la navata e il lato occidentale del transetto da una parte e il capocroce e il lato orientale del transetto dall'altra. Nella navata il triforio è infatti cieco e le sue trifore sono comprese entro un arco di scarico il cui timpano è forato da una apertura trilobata; le finestre alte sono composte da quattro lancette, sormontate da rosoni a tracery. Nella parte orientale, costruita successivamente, il triforio è invece aperto e decorato con vetrate; le sue arcate trilobate sono sormontate da altre aperture pure trilobate e gli archi di scarico sono coperti da gâbles. Le finestre delle campate di destra hanno sei lancette e la loro tracery è più complessa di quella nella navata. All'esterno, gli archi rampanti del capocroce sono più ornati di quelli del corpo longitudinale; anche il coronamento dei muri di gronda risulta più riccamente ornato, con gâbles e balaustrate. La facciata occidentale ha due torri, non quadrate ma rettangolari; al piano terreno si aprono tre portali sotto profonde arcate, la cui decorazione continua sui contrafforti. Al di sopra è una serie di bifore, quindi una galleria con le statue dei re e, infine, il piano del rosone sormontato da un'altra galleria di epoca più tarda. Le facciate del transetto non hanno torri; vi si apre un solo portale sotto una galleria ad arcate e un rosone.

L'architettura della cattedrale di A. si colloca tra l'età del Gotico classico e quella del Gotico rayonnant. Il progetto nel suo insieme, i pilastri cantonnées e la tracery delle finestre ricordano la cattedrale di Reims; le profonde arcate dei portali della facciata derivano invece da Laon. Le alte arcate e il triforio si ispirano piuttosto a Sens e sono simili a quelli di Beauvais, mentre le cappelle radiali hanno influenzato direttamente la Sainte-Chapelle di Parigi. Il triforio a giorno del coro, le facciate del transetto e la decorazione esterna del capocroce appartengono al filone dell'architettura sviluppatasi a Parigi verso la metà del sec. 13°, mentre la volta dell'incrocio del transetto e il rosone nord rivelano contatti con l'arte inglese.

Il progetto iconografico dei portali della facciata è esemplare: al centro è il Trionfo di Cristo, rappresentato nel Beau Dieu del trumeau e nel Giudizio universale della lunetta; il portale destro è dedicato alla Vergine, quello sinistro ai santi della diocesi. Nei medaglioni quadrilobati del basamento sono rappresentati, al centro, le Virtù e i Vizi, a destra scene dell'Antico Testamento, a sinistra i segni dello zodiaco e il calendario. Nelle grandi statue sono riconoscibili, intorno al Cristo, gli Apostoli, a destra scene dell'Infanzia di Gesù e, a sinistra, alcuni santi. Il Cristo, annunciato dai profeti dei contrafforti, è così unito alla Chiesa di A. in un insieme molto coerente.

Anche lo stile è relativamente omogeneo. Le statue sono massicce; quelle del portale della Vergine hanno ancora vesti a pieghe piccole e fitte, mentre quelle dei personaggi degli altri portali sono più schematizzate. Le figure dei tre trumeaux sono più slanciate e di qualità superiore. Di rilievo appaiono anche i medaglioni per la loro varietà e animazione. In tutte le sculture appare molto evidente l'influenza dell'arte della cattedrale di Notre-Dame di Parigi.

Nel braccio sud del transetto si apre un portale quasi contemporaneo a quello della facciata principale, a giudicare dalle statue degli sguanci e dalla lunetta dedicata a s. Onorato. La Vergine del trumeau, nota come Vierge dorée, è invece di epoca posteriore; il viso sorridente e l'eleganza l'avvicinano all'arte delle botteghe di Parigi e Reims della metà del 13° secolo.

A N della navata, all'esterno della cappella del cardinale Lagrange, vescovo di A. dal 1373 al 1375, si eleva un contrafforte, il c.d. Beau Pilier d'Amiens, ornato di statue fra cui quelle di Carlo V e dei suoi due figli. Queste figure, dai tratti molto individualizzati, sono state attribuite allo scultore André Beauneveu.All'interno della navata sono conservate le lastre funerarie in bronzo con le figure giacenti di Evrard de Fouilloy e di Geoffroy d'Eu, esempi rarissimi in Francia della grande scultura in metallo del 13° secolo. Si conserva inoltre una parte della recinzione corale, su due campate, a N con scene della Vita di s. Giovanni Battista e a S con scene della Leggenda di s. Firmino. I rilievi in pietra sono posti sotto archi polilobati e sono databili alla fine del Medioevo; nel lato settentrionale vi compaiono già infatti elementi rinascimentali.

Le antiche vetrate della navata sono scomparse, ma alcuni dei pannelli che le componevano furono probabilmente riutilizzati nelle cappelle radiali e furono gravemente danneggiati e restaurati nel 19° secolo. Vi si notano bordure molto originali, frammenti di scene dell'Infanzia e della Passione di Cristo, di un Albero di Iesse, della Genesi e, nel braccio nord, delle vite dei santi inglesi Edmondo ed Edoardo il Confessore. Il finestrone sull'asse dell'abside è del 1269.

Nel tesoro, saccheggiato durante la Rivoluzione francese, si conservano un reliquiario della metà del sec. 13°, proveniente da Meldert in Brabante, donato dal duca di Norfolk nel 1850, e vari pezzi provenienti dall'abbazia del Paracleto, vicino ad A., tra i quali una croce reliquiario del sec. 13°, un vaso in cristallo di rocca su piede in vermeil della fine del sec. 14° e una corona in vermeil ornata da smalti traslucidi, databile agli inizi del Trecento.

Bibliografia

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