AMBOISE

Enciclopedia Italiana (1929)

AMBOISE (A. T., 32-33-34)

G. Bou.
L. Gi.

Cittadina della Francia, capoluogo di cantone del dipartimento di Indre-et-Loire, circondario di Tours. Posta sulla Loira, e precisamente là dove il fiume è diviso in due bracci dall'isola di Saint-Jean, la città è dominata da un celebre castello, costruito su di una roccia, dalla quale si ammira uno splendido panorama, che abbraccia la vallata della Loira. Nel 1926, la città contava 4625 abitanti, occupati prevalentemente nelle industrie (fabbriche di calzature e di macchine agricole, importanti filande di lana).

Sebbene Amboise non sia menzionata nelle cronache che a cominciare dal sec. VI, tuttavia dovevano esistere già prima nella località luoghi abitati, come testimoniano avanzi di vario genere, gallici e romani. Nel 540, la città era possesso del vescovo di Tours; poi fu rovinata dai Normanni; infine, al principio del sec. X, il territorio si trovò suddiviso fra tre signorie indipendenti l'una dall'altra, che furono riunite alla fine del sec. XI da Ugo I. La città incominciò ad avere allora qualche importanza: i discendenti di Ugo furono, per tre secoli e mezzo, signori di Amboise. Divenuta più tardi luogo di soggiorno dei re di Francia (Luigi XI, Carlo VIII e, nella giovinezza, Francesco I), Amboise divenne celebre, a mezzo il sec. XVI, per la congiura ordita dagli Ugonotti. Nel 1560, un gruppo di calvinisti, ad istigazione di Luigi I di Borbone, principe di Condé, e al comando di un gentiluomo, La Renaudie, progettò di rapire il re Francesco II, per sottrarlo all'influenza dei Guisa. Un tradimento mandò a vuoto il piano primamente abbozzato; e un certo numero di congiurati fu preso, torturato e messo a morte. Gli altri, tuttavia, tentarono ancora di assalire Amboise di pieno giorno (19 marzo 1560); ma il loro capo, La Renaudie, venne ucciso, e molti, fatti prigionieri, furono poi messi a morte.

Il luogo ov'è Amboise, fu occupato da edifici in epoca assai remota; Gregorio di Tours narra che S. Martino vi abbatté un tempio pagano, che aveva la forma d'una piramide. Però i monumenti più antichi che vi rimangono, cioè la chiesa di S. Dionigi e la cappella di S. Giovanni, risalgono l'una al principio e l'altra agli ultimi decennî del sec. XII. La cappella infatti ha le vòlte a cupola con le nervature celate nella parte inferiore da statuette. Del periodo gotico sono la pittoresca Porta dell'Orologio (sec. XIV) e la chiesina di Notre-Dame du Bout des Ponts (sec. XV). Ma il gotico sopravvive ai limiti cronologici che comunemente gli si assegnano. Così, nel castello e nelle abitazioni costruite durante il regno di Carlo VIII troviamo molte forme estranee al Rinascimento. Il castello poggia sopra una spianata che domina la Loira, e vi si accede mediante due rampe a volta praticate nell'interno della torre des Minimes dalla parte della Loira, e della torre Hurtault dal lato della vallata dell'Amasse. Questa soluzione era stata già data magistralmente a Roma dal Bramante, nella torre del Belvedere in Vaticano. Del castello propriamente detto non rimane altro che l'appartamento sulla facciata, abitato dal re; e, ad angolo retto con questa, un fabbricato più sobrio eretto sotto Luigi XIII. Nell'appartamento reale, cominciato verso il 1491, al pianterreno la Sala delle guardie si apre sopra un portico. Il piano che corrisponde alla Sala degli stati ha una linea quasi classica, con le alte finestre e le mura nude; l'illusione anzi sarebbe completa, se alcuni contrafforti con pinnacoli non venissero a spezzarne la linea, e se all'inizio del tetto non corresse una delicata galleria traforata, da cui si staccano abbaini sormontati da timpani goticheggianti. È noto come Carlo VIII si servisse ad Amboise della schiera di artefici che aveva raccolto in Italia; ma la cappella reca tracce d'influsso fiammingo, come dimostra l'architrave, su cui è scolpita la Caccia di S. Uberto. Il Palazzo municipale, costruito dal 1500 al 1505 da Pierre Morin, tesoriere della Francia, la Maison Joyeuse, le residenze molto restaurate del Clos-Lucé e dello Château-Gaillard attestano la fedeltà della borghesia e della nobiltà ai sistemi di costruzione ch'erano in voga prima delle guerre in Italia. Del castello di Choiseul non rimane altro che la pagoda di Chanteloup costruita dal Le Camus (1775-78), coi quattro piani, circondati da balconi, alternativamente circolari e ottagonali. Nel piccolo maniero del Clos-Lucé Leonardo da Vinci passò i suoi ultimi giorni, a partire dal 1519; e secondo il suo desiderio fu seppellito, il 12 agosto seguente, nel chiostro della chiesa di Saint-Florentin. Ma il chiostro è scomparso, e le ricerche intraprese nel 1863 da A. Houssaye per ritrovare le ossa di Leonardo non ebbero alcun successo.

Bibl.: E. Cartier, Essai historique sur la ville d'Amboise, Poitiers 1844; C. Chevalier, Promenades pittoreques en Touraine, Tours 1869; id., Inventaire analytique des archives communales d'Amboise (1421-1789), Tours 1874; L. Halphen, Étude sur les chroniques des comtes d'Anjou et des seigneurs d'Amboise, Parigi 1906; T. Massereau, Documents d'archives sur l'histoire économique de la Révolution française... contenus dans les registres... de la ville et des quatorzes communes rurales du canton d'Amboise, Orléans 1915. Sulla congiura, v. per tutti L. Romier, La conjuration d'Amboise, Parigi 1923. Per i monumenti artistici: I. I. Bourasset, La Touraine, Tours 1856; L. Bosseboeuf, Amboise, Tours 1897; P. Vitry, Tours et les châteaux de la Touraine, Parigi 1910; L. Loiseau de Grandmaison, Compte de la construction du château royal d'Amboise (1495-1496), Parigi 1912; A. Hallays, Chanteloup, Tours 1928. Sul soggiorno di Leonardo a Amboise cfr. A. de Montaiglon, Artistes ayant travaillé à Amboise. Réunion des Soc. des Beaux-Arts des départments, Parigi 1893; Richter, L. da Vinci, Londra 1883; E. Müntz, L. de Vinci, Parigi 1899; D. A. de Béatis, Le voyage du Cardinal d'Aragon (1517-1518), Parigi 1913, pp. 191-93; M. Roy, Artistes et monuments de la Renaissance en France, Parigi 1929.

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