Döblin, Alfred

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Scrittore tedesco (Stettino 1878 - Emmendingen 1957). Medico psichiatra e studioso di problemi filosofico-religiosi, ha lasciato una produzione letteraria vastissima, soprattutto narrativa, che con i racconti Die Ermordung einer Butterblume (1913; trad. it. 1980) e il romanzo Die drei Sprünge des Wang-Lun (1915) s'inserisce agli inizî nella corrente espressionista. In Berge, Meere und Giganten (1924; 2a ed. 1932 col titolo Giganten; trad. it. Giganti, 1934), ampio affresco epico, ispirato a una visione apocalittica dell'umanità futura, la sua tematica si allarga, ma è soprattutto grazie al romanzo Berlin Alexanderplatz (1929; trad. it. 1931), epopea accorata e ironica di un ex-detenuto nella Berlino del dopoguerra, che D. s'impose di colpo alla critica internazionale attraverso un linguaggio che univa l'audacia tecnica dell'espressionismo all'umile e concreta ricerca umana della Neue Sachlichkeit. Abbandonata la Germania (1933), soggiornò a Parigi, in Palestina e negli Stati Uniti, e solo nel 1945 fece ritorno in patria. La produzione più recente per altro, nella quale è possibile ripercorrere l'itinerario della sua conversione al cattolicesimo e che culmina nel romanzo Hamlet oder die lange Nacht nimmt ein Ende (1956), non è pari, per vigore di stile e incisività di problematica, a quella degli anni Venti, nel cui clima artistico e sociale va dunque cercato il necessario presupposto del D. più vero e autentico.

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