ALESSANDRA Carolina Maria Carlotta Luisa Giulia di Danimarca, regina di Gran Bretagna e Irlanda

Enciclopedia Italiana (1929)

ALESSANDRA Carolina Maria Carlotta Luisa Giulia di Danimarca, regina di Gran Bretagna e Irlanda

Luigi Villari

Nata nel palazzo Gule, in Copenaghen, il 1° dicembre 1844, era figlia del principe Cristiano di Glucksburg, il quale divenne poi re di Danimarca (Cristiano IX). Allevata con la massima semplicità e modestia, poiché suo padre aveva scarsi mezzi di fortuna e non sembrava destinato dapprima a ereditare il trono, ebbe una buona educazione, e le fu instillato il più rigido sentimento del dovere. Quando si pensava a trovare una sposa per il principe Alberto Edoardo di Galles, erede del trono britannico, fu lady Paget, moglie del ministro britannico a Copenaghen, che per la prima suggerì la principessa Alessandra, elogiandone le qualità e lo charme. Le trattative furono iniziate nel 1861, ma interrotte temporaneamente per la morte del principe consorte Alberto, che gettò la corte inglese nel lutto più profondo, e tenute segrete per evitare che, dato il conflitto fra la Danimarca e la Prussia e l'Austria, per la questione dello Schleswig-Holstein, si vedessero mire politiche nell'eventuale unione fra le case reali d'Inghilterra e di Danimarca. Ma le trattative furono riprese, e nel 1862 il primo incontro fra Edoardo e Alessandra ebbe luogo al castello reale di Laeken, presso Bruxelles, sotto gli auspici del re Leopoldo I del Belgio. In novembre il fidanzamento fu annunciato ufficialmente, e, quantunque non gli si volesse dare un carattere politico, il pubblico non mancò d'interpretare la cosa come un principio di reazione contro i troppo numerosi matrimonî fra principi tedeschi e britannici, onde la notizia fu accolta con molto favore.

Il matrimonio fu celebrato nella cappella di S. Giorgio nel castello reale di Windsor, il 10 marzo 1863, e la principessa riuscì subito a rendersi popolarissima per la bontà d'animo e la squisita cortesia e regalità di modi. Il Tennyson compose una poesia per l'occasione.

Dichiarata la guerra dalla Prussia e dall'Austria alla Danimarca nel 1864, la principessa Alessandra fece di tutto per indurre la Gran Bretagna ad intervenire in favore del suo paese d'origine, e in questo ebbe il pieno appoggio del marito, che non nascondeva le sue simpatie per la Danimarca. Anche il ministero di lord Palmerston e l'opinione pubblica condividevano questo modo di vedere. Ma la regina Vittoria si oppose recisamente all'idea di un intervento britannico contro la Prussia e l'Austria, e fu così irritata della condotta di suo figlio, che confermò sempre più la sua determinazione di escluderlo da qualsiasi partecipazione agli affari di stato, e ammonì anche la principessa Alessandra che non cercasse d'influire sulla condotta del governo. Terminata la guerra con la sconfitta della Danimarca, A. si recò col marito a Copenaghen, dove ambedue ebbero festose accoglienze. Alessandra non intervenne più negli affari di stato, ma contribuì indirettamente a far appoggiare dalla Gran Bretagna la scelta di suo fratello Guglielmo a re di Grecia (Giorgio I), e non dimenticò mai la sua antipatia per la Prussia, nonostante i legami di parentela esistenti fra gli Hohenzollern e la casa reale inglese.

Dopo la morte del principe consorte, la regina Vittoria si ritirò completamente dalla vita mondana, e la corte cessò di essere centro della società brillante; nonostante le insistenze dei suoi ministri e dell'opinione pubblica, non volle uscire dal lutto che si era imposto, fino a quando il matrimonio dell'erede diede modo di soddisfare in parte alle esigenze dell'opinione pubblica. Le funzioni sociali della corona furono delegate al principe di Galles e a sua moglie, e la corte riprese le usanze del passato con splendore anche maggiore. Alessandra si mostrò all'altezza della parte assegnatale, e riuscì a rendersi popolarissima. Nel 1868 accompagnò il principe a Dublino, al fine di effettuare una riconciliazione fra l'Inghilterra e l'Irlanda. Essi ebbero magnifiche accoglienze popolari, ma la visita non produsse gli effetti duraturi che se ne speravano. Nel 1874 i principi visitarono Birmingham, dove il mayor Joseph Chamberlain ostentava principi repubblicani. Ma anche qui le accoglienze furono festosissime per parte della vasta massa operaia, e nella fantasia popolare si attribuì in parte alla grazia incantevole di Alessandra la conversione di Chamberlain all'idea monarchica e imperialistica.

Alessandra si dedicò a tutte le opere di beneficenza. Nessun appello alla sua carità rimase senza risposta, e oltre a quanto dava di suo, riusciva a ottenere vaste somme dalla carità del pubblico mediante il suo patronato. Il gran numero di reparti "Alexandra" negli ospedali di tutta l'Inghilterra è indizio dell'efficacia del suo interessamento.

Alla morte di Vittoria (22 gennaio 1901), il principe di Galles salì al trono; l'incoronazione di Edoardo VII ebbe luogo il 9 agosto. La vita di Alessandra come regina non presenta fatti di speciale rilievo. Ella mostrò nella sua nuova posizione le stesse qualità che l'avevano resa amata come principessa di Galles. Il 6 maggio 1910 morì Edoardo, e la sua morte diede occasione alle più commoventi manifestazioni di affetto verso la vedova per parte di tutta la nazione e anche dell'estero. La regina madre continuò a occuparsi attivamente di opere di beneficenza, specialmente di quella che prese il nome di Alexandra Day. Durante la guerra, nonostante la grave età e le sue infermità (era quasi completamente sorda), si adoperò indefessamente in tutte le opere benefiche per i soldati e i marinai e per le loro famiglie; visitava continuamente gli ospedali di guerra, recando conforto e incoraggiamento ai degenti. Morì il 20 novembre 1925, e fu sepolta accanto al re Edoardo nella cappella reale di Windsor.

Bibl.: Sarah H. Tooley, Life of Queen Alexandra, Londra 1902; W. R. H. Trowbridge, Queen Alexandra, a Study of Royalty, Londra 1921; Sir H. C. Burdett, Prince, Princess and People, Londra 1899; Sidney Lee, King Ed. VII, Londra 1927.

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