ALBERTO III, elettore di Brandenburgo, detto Achille

Enciclopedia Italiana (1929)

ALBERTO III, elettore di Brandenburgo, detto Achille

Carlo CAPASSO

Terzogenito di Federico I, nato il 9 novembre 1414 a Tangermünde, morto l'11 marzo 1486 a Francoforte sul Meno. Valorosissimo nei tornei e nelle armi, in virtù della prestanza fisica, della forza eccezionale e del grande desiderio di gloria, si procurò il soprannome di Achille. In verità, egli non si è distinto meno nell'azione politica; tanto da essere considerato universalmente, sotto ogni aspetto, uno dei più eminenti principi tedeschi del sec. XV. Giovane ancora, e seguace di Alberto II d'Austria (alla cui elezione, nel 1438, a imperatore e re egli fu presente), A. non esitò a seguirlo nella lotta contro i Wittelsbach, duchi di Baviera: coerente in ciò alle tradizioni di famiglia, il cui interesse, coincidente con quello degli Asburgo, era di limitare l'ascensione della vecchia casa guelfa bavarese. E poiché contro Alberto d'Austria, e per la Baviera, erano i Boemi ed i Polacchi, egli affiancò bravamente gli Austriaci contro tutti questi avversarî: ciò che lo portò a scontrarsi più volte con gli Ussiti, che allora sconvolgevano la Boemia.

Questa, l'attività giovanile di Alberto. Ma nel 1440, morto il padre ed ereditata parte dei dominî della casa, cioè il principato di Ansbach (mentre ai fratelli toccava la parte maggiore e ad uno di essi, Federico II, la dignità elettorale), egli inizia più decisamente la sua carriera politica. Memorabile, fra l'altro, la lunga lotta contro varie città (Augusta, Nördlingen, Memningen, ecc.), e specialmente contro Norimberga, più risolutamente delle altre insorta a difesa dei suoi privilegi e contro i diritti che Federico I, elettore, alienando il burgraviato cittadino, si era riservato. Erano di fronte il principio dell'autorità monarchica e dinastica e quello delle libertà cittadine. Il momento culminante si ebbe circa il 1450, quando, a fianco di A., appare una potente alleanza di vescovi, conti, principi e di tutto l'ordine dei cavalieri di Franconia. Sono celebri le otto sconfitte toccate ai cittadini di Norimberga e la cattura di Lodovico il Barbuto, duca di Baviera, che era loro alleato. Dovette A., è vero, dopo 10 anni di guerra, riconoscere nel 1453 le pretese di Norimberga; ma se lo scopo ultimo, ossia l'assoggettamento della città al suo dominio diretto, era fallito, la fama e la popolarità del principe si stabilirono definitivamente. Neanche riuscì bene un secondo disegno, che costò ad A. lunghi anni di lotte e di lavoro diplomatico, sebbene anch'esso valesse a mettere in bella luce la figura del principe e dell'uomo: il disegno cioè di acquistar preminenza in Ungheria e in Boemia. Né A. fu più fortunato nelle sue aspirazioni sul ducato di Franconia.

Sotto migliori auspici si svolse il terzo ed ultimo periodo della sua vita: da quando, già erede di Bayreuth nel 1464 per la morte del fratello Giovanni, A. diventò nel 1470 anche erede ed elettore del Brandenburgo, in seguito a rinunzia del fratello elettore Federico II. Egli veniva così a riunire sotto di sé la maggior parte dei dominî della casa, che nel 1472 allargò in Pomerania. Del 24 febbraio 1473 è la celebre Dispositio Achillea, quasi prammatica sanzione, con la quale egli divideva il dominio tra i suoi due figliuoli, destinando ad uno i paesi della Franconia, all'altro quelli più propriamente riuniti con la Marca. Si tornava così, è vero, alla divisione dei possessi della casa; ma era pur necessario dare due diverse amministrazioni e direzioni ai gruppi di regioni che erano separati da altri territorî intermedî. In ogni modo, la Dispositio Achillea tendeva a impedire lo spezzettamento del dominio patrimoniale nella Marca e regioni contermini, ossia nella parte centrale e quindi più importante; ed assicurò così la fortuna futura della casa.

Il 25 luglio 1476, A. abdicò nelle mani del figlio, conservando solo la dignità elettorale. Tuttavia, egli esplicò ancora qualche volta la sua attività, sia reprimendo nel 1478 una insurrezione in Pomerania, sia partecipando nel 1486 alla elezione imperiale di Massimiliano d'Austria. Fu questo l'ultimo suo atto politico.

Bibl.: O. Franklin, Albrecht Achilles und die Nürnberger, Berlino 1866; A. v. Böhm, Markgraf Albrecht Achilles von Brandenburg, Lipsia 1876; V. Bayer, Die Jugendzeit des Markgrafen Albrecht Achilles von Brandenburg 1414-1440, in Forsch. z. Brandenburg Preuss. Gesch., XI (1898), pp. 33-102; E. W. Kanter, Markgraf Albrecht Achilles, Berlino 1911.

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