ALBANIA

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

ALBANIA (II, p. 97)

Roberto ALMAGIA
Ugo FISCHETTI
Roberto ALMAGIA
Anna Maria RATTI
Alberto BALDINI
Angelo PERNICE

La conoscenza dell'Albania è notevolmente progredita nell'ultimo decennio, sia in virtù di missioni scientifiche (tra esse notevoli alcune missioni geografico-alpinistiche nelle Alpi albanesi settentrionali, come quella italiana Floridia-Allegri 1931), sia per l'organizzazione dei servizî pubblici albanesi (il "Servizio delle acque" Shrebime i Ujnavet, istituito nel 1933; l'Ufficio di statistica, il Servizio del catasto, ecc.), funzionanti quasi sempre col sussidio di tecnici italiani, sia per operazioni topografiche, sia infine come conseguenza della esecuzione di ricerche geologico-minerarie, di costruzioni stradali, di lavori di avvaloramento agricolo, ecc.

Geografia fisica. - Il dato ufficiale sull'area dell'Albania è sempre di kmq. 27.538, ma un calcolo areometrico, eseguito su elementi forniti dal suddetto Servizio delle acque, darebbe invece un valore assai più elevato, 28.743 kmq. Di questi, il 51,7% sono sopra i 600 m. s. m., 34,2% sopra i 900 e certo non più del 30% sopra i 1000 (in passato si davano valori assai più elevati per il territorio sopra i 1000 m.), appena il 3,1% sopra i 1800.

Le zone pianeggianti e collinose, sotto i 600 m., meglio suscettibili di coltivazione e di popolamento, rappresentano oltre il 48%. La superficie delle acque interne (laghi, paludi interne, lagune costiere) è di kmq. 463,7, ossia 1,6% della superficie totale.

Sono state eseguite anche valutazioni areometriche dei bacinì imbriferi. L'insieme di tutti i bacini scolati da fiumi che scorrono in territorio albanese, ossia l'Albania idrografica, somma a kmq. 42.177. Le aree dei singoli bacini risultano dalla tabella seguente:

Vanno aggiunti i bacini dei corsi d'acqua minori e dei laghi di Prespa (kmq. 1084) e di Paula (kmq. 76,2). L'area totale del lago di Scutari è stata calcolata in kmq. 362,7, quella del lago di Ochrida in 311, quella del lago di Prespa in 309. Sulla base della carta geologica del Nowack sono stati anche classificati i terreni in permeabili, semipermeabili e impermeabili. Questi ultimi prevalgono nei bacini dei fiumi maggiori, raggiungendo la proporzione del 62% in quello del Mati e valori di poco inferiori in quelli del Devoll-Semeni e dell'Arzèn. Formazioni permeabili prevalgono nelle zone litoranee.

Nel 1930 cominciò a funzionare la stazione meteorologica di Tirana, nel 1933 altre tre stazioni di prim'ordine e 32 di 2° ordine, ma il regolare funzionamento fu presto interrotto. Non si hanno perciò ancora osservazioni meteorologiche copiose e regolari. Per quanto riguarda la piovosità, sembrerebbe che la media annua altrove riferita per Tirana (1020 mm.) sia alquanto inferiore alla reale, che forse supera i 1100 mm.; ma in complesso sembrerebbe confermato che l'Albania riceve da 1000 a 2000 mm. di precipitazioni, eccetto in due zone a precipitazione inferiore, l'una delle quali corrisponde alla Musacchia con una ramificazione entro la valle del Devoll, l'altra corrisponde alla regione dei laghi interni (500-600 mm.).

Popolazione. - L'Ufficio statistico dell'Albania ha eseguito, il 25 maggio 1930, il primo censimento regolare della popolazione, i cui risultati sommarî sono esposti nella tabella seguente, da confrontarsi con quella del vol. II, p. 102.

Il totale della popolazione, secondo il computo, pure ufficiale, del 1923 era (vol. II, p. 102) di 817.378 ab. L'aumento della popolazione - oltre 185.000 ab. in sette anni - può sembrare eccessivo, ma si deve tener conto, oltre che del naturale incremento della popolazione, dell'immigrazione di rifugiati dalla Iugoslavia (circa 2400 famiglie, pari a 10.000 persone almeno, nel solo periodo 1925-28, per il quale si hanno dati) e dei rimpatrî anche dall'America.

Non si hanno nuovi dati circa la ripartizione della popolazione per confessioni, ma si ha motivo di ritenere che le proporzioni non si siano gran che alterate rispetto a quelle risultanti nel 1923.

Al principio del 1937 la popolazione dell'Albania si stimava intorno a 1.100.000 ab.

Condizioni economiche. - Si hanno oggi calcoli ufficiali sulla distribuzione dei terreni in Albania. Da essi risulta che 3450 kmq. (12,5%) sono rappresentati da terreni lavorabili, 8260 da prati naturali e pascoli (36%), 9910 da boschi (35,9%), 1518 (15,6%) da terreni incolti e improduttivi (comprese le acque interne).

Si conferma che il mais è la coltura più estesa: nel 1934-35 occupava circa 90.000 ha. (produzione q. 1.315.000); segue, tra i cereali, il frumento, la cui coltura si va estendendo (39.000 ha. e 433.000 q.), mentre avena (8700 ha. e 89.000 q.) e orzo (4850 ha. e 55.000 q.) hanno importanza modestissima. I prati artificiali occupano circa 25.000 ha. e diedero, negli anni su ricordati, circa 820.000 q. di foraggio. La consistenza degli oliveti fu calcolata a 1.415.000 alberi (circa 136.000 q. di olive).

Si hanno pure dati per il bestiame e i suoi prodotti. Gli ovini salgono a 1.567.000, i caprini a oltre 960.000 (cifre entrambe superiori alle stime precedenti), i bovini a circa 400.000, gli equini a 145.600, i suini a 23.650. Grande importanza ha il pollame (2 milioni di capi). Sempre negli anni suindicati si produssero 130.000 q. di latte, 13.750 di burro, 34.500 di formaggio e 36.000 q. di lana. Quest' ultima cifra appare assai modesta in confronto al numero degli ovinì e conferma che le razze prevalenti sono scarsamente lanifere.

Quanto alle risorse minerarie, l'attenzione si è concentrata, soprattutto negli ultimi anni, sul petrolio, del quale si è cominciata l'estrazione, nella regione tra Semeni e Shkumbî a nord di Berat, per opera di imprese italiane; un oleodotto trasporta a Valona il prodotto, che viene poi raffinato per la massima parte in Italia. Sul quantitativo annuo non si posseggono finora dati ufficiali. Notevole sviluppo ha assunto l'esportazione del legname dalle foreste dell'Albania centrale e settentrionale.

Le industrie vere e proprie fanno modesti progressi: l'Albania rimane un paese ad economia essenzialmente agricolo-pastorale. Ciò è confermato dalle statistiche commerciali, dalle quali si rileva, che a parte il petrolio e il bitume delle miniere di Selenizza, le principali esportazioni consistono in bestiame (fr. oro 575.000 nel 1934), formaggio (460.000), uova (495.000), pelli e affini (618.000), pesce (432.000), lana (312.000). Per contro l'Albania importa cotone e cotonate (fr. oro 3.370.000 nel 1934), zucchero (521.000), caffè (356.000), lanerie (514.000), benzina (628.000), ecc. La situazione del commercio estero negli ultimi anni è dimostrata dalla tabella seguente:

Se ne ricava che negli ultimì anni, mentre le esportazioni hanno dimostrato oscillazioni in vario senso, le importazioni, in conseguenza della crisi mondiale, si sono grandemente contratte. La bilancia, fortemente passiva, obbliga l'Albania a ricorrere al credito estero. L'Italia assorbe, come per il passato, la massima parte delle esportazioni, oltre il 60%; seguono la Grecia (20%) e gli Stati Uniti (14%); gli altri paesi hanno importanza trascurabile. Invece per il commercio di importazione la posizione dell'Italia è assai più modesta, essendo rappresentata dal 28-30% delle importazioni; e notevole è che al secondo posto sia il Giappone (11-12%), sopra tutto in virtù del buon mercato dei suoi prodotti, infiltrantisi a piccole correnti nel paese; seguono Gran Bretagna, Germania e Grecia. Recenti intese tendono a ravvivare il traffico di importazione dall'Italia.

Progressi molto notevoli hanno fatto le comunicazioni in Albania, soprattutto per opera della SVEA (Società per lo sviluppo economico dell'Albania), costituitasi nel 1925 e divenuta nel 1935, con più largo programma, Società finanziamenti esteri Svea. Essa ha nel decennio 1925-35 costruito circa 275 km. di nuove strade e ne ha resi accessibili a veicoli ed automezzi 1500 km., costruendo anche un centinaio di ponti grandi e medî. Si può oggi percorrere tutta l'Albania in senso meridiano dal confine iugoslavo di Han'i Hotit, fino al confine greco di Perat. Delle vie trasversali le due principali sono la strada Durazzo-Tirana (38 km.), che sostituisce per ora la ferrovia e prosegue a est fino al confine iugoslavo a Peshkopìë, e la strada Durazzo-Elbasan-lago di Ochrida, collegata alla precedente dalla Tirana-Elbasan. Tra le altre strade, si ricordino quella dal lago di Ochrida (Pogradeč) a Corizza e Perat; la Durazzo-Lushnjë-Berat-Valona; la Berat-Perat; la Valona-Argirocastro-confine greco; la strada della Chimara (Valona-Santi Quaranta), ecc. Da Scutari una buona strada arriva a Puka (miniere di rame).

Sono terminati i lavori del porto di Durazzo, che racchiude un vasto specchio d'acqua, con bocca larga m. 2o0 tra il molo di levante, lungo 1328 m., e quello di ponente, lungo m. 935; lo specchio è diviso da un pontile di attracco lungo m. 520; vi sono 525 m. di calate. Per il porto di Valona, v. XXXIV, p. 942.

Aviazione civile (p. 110). - Dipende dal Ministero della difesa nazionale, il quale controlla la rete aerea Tirana-Scutari, Tirana-Corizza, Tirana-Valona, Tirana-Salonicco, Tirana-Kukus, Tirana-Berat, Tirana-Argirocastro; rete gestita dalla società italiana "Ala Littoria", che esercisce anche la linea di allacciamento con l'Italia: Brindisi-Tirana. La suddetta rete aerea dispone dei seguenti aeroporti: Argirocastro, Durazzo, Còrizza, Kukus, Peshkopìë, Scutari, Tirana, Valona, Berat.

Bibl.: (opere principali posteriori al 1928): E. Nowack, Geologische Übersicht über Albanien, Innsbruck 1929 (in litografia; illustrazione della carta geologica al 200.000 dello stesso autore); R. Almagià, L'Albania, Roma 1930; A. Baldacci, L'Albania, ivi 1930; G. Lorenzoni, La questione agraria albanese, Bari 1930; L. Rey, Guide de l'Albanie, Parigi 1930; A. Bernatzik, Europas vergessenes Land, Vienna 1930; F. Wallisch, Neuland Albanien, Stoccarda 1931; Studi albanesi, pubbl. annuale dell'Istituto per l'Europa Orientale, Roma (dal 1931); G. Petrotta, Popolo, lingua e letteratura albanese, Palermo 1932; F. Tajani, L'avvenire dell'Albania, Milano 1932; A. Vierthaler, l'Albania. Fattori fisici e antropici del suo sviluppo economico, Gorizia 1933; F. Cordignano, L'Albania attraverso l'opera e gli scritti di un grande missionario italiano, il P. Domenico Pasi, Roma 1933-34, voll. 3; F. Marranghello, Studi sulle superfici dei bacini imbriferi dei corsi d'acqua albanesi, ecc., in Annali dei Lavori pubblici, Roma 1934; Statistikë e Tregtis së Jashtme të Mbretuis, Shqipetare (Annuario statistico del regno di Albania), Tirana 1935; E. Nowach, Albanien, in Handb. der geogr. Wissensch., Wildpark-Potsdam 1935; Un decennio di vita della S.V.E.A., Roma 1936.

Ordinamento.

Finanze. - Solidità monetaria e trasformazione da passiva in attiva della bilancia dei pagamenti erano i due cardini del programma di risanamento economico dell'Albania, lungamente discusso dal Comitato finanziario della Società delle nazioni e affidati da ultimo al prevalente gruppo italiano, il quale, non appena le condizioni politiche interne del paese lo permisero, ne definì col governo di Tirana le norme di attuazione (15 marzo 1925). Grazie alla prudente condotta della Banca Nazionale d'Albania (creata nel settembre 1925 con capitale prevalentemente italiano), in poco piu di tre annì i biglietti della Banca, convertibili in oro, riuscirono a sostituire le monete metalliche deprezzate di varia provenienza e a entrare nelle abitudini del paese in parte ancora dedito al baratto; mentre d'altro lato, il graduale utilizzo del prestito di 50 milioni di franchi oro (pari a 242,8 milioni di lire), accordato dalla Società per lo sviluppo economico dell'Albania (società italiana sorta appositamente nel 1935), permetteva di saldare la bilancia dei pagamenti e provvedere alla riattrezzatura del paese. Riequilibrato nel frattempo anche il bilancio statale e accresciuta la produttività generale, il corso del franco albanese poté mantenersi saldo. Sopravvenne la crisi di cui l'Albania risentì come ogni paese ad economia prevalentemente agraria; ma con ripercussioni meno gravi, in quanto trovò gran sollievo negli apporti finanziarî esteri per effetto dei prestiti concessile dall'Italia nel giugno 1931 e nel marzo 1936.

Al 31 dicembre 1937 i biglietti in circolazione ammontavano a 11,1 milioni di franchi e la riserva a 7,6 milioni in oro e 15,0 in divise.

Bibl.: Oltre le Relazioni della Banca d'Albania, v.: P. Formentini, La Banca Nazionale di Albania e il riordinamento monetario, in Rivista bancaria, giugno 1927; id., Credito e moneta in Albania, ibid., settembre 1929; A. M. Ratti, Le vicende dell'economia albanese e le fortune del franco, in Rassegna monetaria, luglio-agosto 1930.

Forze armate. - Esercito (p. 113). - Recenti leggi sul reclutamento e l'ordinamento stabiliscono: a) obblighi di servizio dal 20° al 50° anno di età; b) servizio alle armi di 18 mesi; c) per la gendarmeria e la Guardia reale delle frontiere reclutamento volontario (tre anni).

Le unità dell'esercito albanese sono costituite da: scuole e stabilimenti militari; 1 battaglione della Guardia reale; 4 battaglioni (14 compagnie) di Guardie reali delle frontiere; 12 battaglioni di fanteria (dei quali 9 costituiti organicamente e 3 di soli quadri); 22 batterie delle quali 12 da 65 mm. (9 organiche e 3 di soli quadri), 6 da 75 mm., 2 da 105 mm. e 2 da 149 mm.; 9 compagnie del genio, delle quali 4 di zappatori-minatori, 1 collegamenti, 1 radiotelegrafisti, 1 fotoelettricisti, 1 teleferisti e i pontieri; 1 sezione autoblinde e carri armati.

La gendarmeria è costituita da un comando generale, 1° comandi di distretto, 31 comandi di dipartimento e 252 comandi di posto.

Storia.

Storia medievale e moderna (p. 114). - Alla proclamazione di Ahmed Zogu a re, avvenuta il 27 novembre 1928, seguì, il 1° dicembre dello stesso anno, la promulgazione del nuovo statuto elaborato dall'Assemblea costituente convocata nel settembre precedente. Da allora lo stato albanese è entrato in un periodo di assestamento interno e di consolidamento nei rapporti con gli stati confinanti. La nazione, uscita dallo stato d'incertezza costituzionale, di conflitti interni e di minacce sui confini, che l'avevano tenuta in agitazione sin da quando aveva ricevuto l'autonomia, sotto il saggio governo di Zogu I si è venuta disciplinando ed è ormai decisamente avviata verso il compimento della sua unità spirituale. Purtroppo in questi nove anni (1928-37) non sono mancati complotti e torbidi (il 20 febbraio 1931 re Zogu, trovandosi per ragioni di salute in Vienna, fu oggetto di un attentato che però fallì; nell'agosto 1935 ci fu un moto insurrezionale in Fieri e nel maggio 1937 uno, di più grave entità, ad Argirocastro), ma sono stati tutti opera di pochi irrequieti ambiziosi e non hanno trovato nessun seguito nella popolazione. Nel complesso la nazione non solo è stata estranea ai moti ma li ha condannati apertamente manifestando il suo attaccamento e la sua devozione al giovane monarca e al regime da lui instaurato.

Questa tranquillità all'intemo ha consentito che il sovrano, al quale lo statuto albanese conferisce ampî poteri direttivi nella vita politica, e i ministri succedutisi al governo dal 1928 ad oggi (ministero Costia Kotta, settembre 1928-marzo 1930; ministero Pandeli Evangjeli, marzo 1930-settembre 1935; ministero Mehdi Frasheri, ottobre 1935-novembre 1936; ministero Kotta, dal novembre 1936) potessero dedicare la loro attività a risanare ed elevare il clima morale della nazione e a migliorarne le condizioni economiche. In quest'opera il governo albanese ha trovato un valido appoggio nel governo italiano, la cui amicizia, fondata sui patti del 1926-27, si è sempre più approfondita mercé la conclusione di nuovi accordi di carattere politico, economico e culturale, fra i quali sono da segnalare quelli del 19 marzo 1936 stipulati a Tirana, che riguardano la concessione di prestiti dell'Italia all'Albania per il risanamento del suo bilancio e per il suo potenziamento economico, l'assistenza di tecnici italiani per l'impianto del monopolio dei tabacchi, ecc. Quando si pensa alle condizioni in cui si trovava l'Albania nel momento in cui acquistò l'indipendenza e si osserva il suo stato attuale, bisogna riconoscere che si è fatto un lavoro proficuo e, date le scarse risorse finanziarie del paese e la sua poca preparazione tecnica e culturale, davvero notevole. È stato creato un esercito; sono stati organizzati una banca e degl'istituti di credito; fondate scuole; elaborata ed in parte attuata un'importante riforma agraria; impiantate industrie, fra le quali notevole quella per l'estrazione del petrolio di cui pare sia ricco il sottosuolo albanese (nella sola zona del bacino del Devoll, concessa all'Azienda italiana dei petrolî albanesi, se ne estraggono oggi oltre trecento tonnellate al giorno); sono state aperte strade dove prima erano sentieri e si vengono trasformando in graziose città quelli che prima erano miseri villaggi; si è attrezzato con impianti moderni il porto di Durazzo.

Il 25 novembre 1937 l'Albania ha celebrato con grandi feste e con la partecipazione del ministro delle Finanze italiano il venticinquesimo anniversario dell'indipendenza. In quell'occasione il popolo ha manifestato la sua completa adesione al regime di Zogu I dando la netta sensazione che il tempo delle lotte fra le varie tribù è definitivamente tramontato.

Il 27 aprile 1938 è stato celebrato il matrimonio di re Zogu I con la contessa Geraldina Apponyi.

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