AFRICA

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

AFRICA (I, p. 730;. App. I, p. 57; App. II, 1, p. 67)

Elio Migliorini

Esplorazioni e studî. - Un'opera d'insieme in lingua italiana sul continente africano è quella di E. Migliorini (L'Africa, 1955); essa fa parte della collezione Geografia Universale; precede uno sguardo d'insieme all'intero continente e segue poi una serie di capitoli, destinati alla descrizione delle varie regioni; ogni capitolo è accompagnato da una serie di note bibliografiche.

L'esplorazione dell'A. è proseguita alacremente mediante ricerche sistematiche e approfondite in territorî ristretti. L'impiego sempre più diffuso di mezzi automobilistici ed aerei ha permesso di intensificare le ricerche in territorî che erano rimasti finora poco noti, ma in più parti le conoscenze attuali si basano su alcuni itinerarî principali piuttosto che su studî regionali.

Varie missioni di studio sono state condotte nella Libia interna dopo il ritiro delle truppe francesi dal Fezzàn (1954). Buoni risultati ha dato il viaggio (Sahara Forschungsfahrt 1954-55) intrapreso da W. Meckelein per conto della Società geografica di Berlino, nel corso del quale è stata visitata soprattutto la zona poco nota tra Harugi e Tibesti. Frutto del viaggio è stato il volume Forschungen in der zentralen Sahara (Braunschweig 1959). Importante è stata anche la ricognizione che H. Kanter, noto geografo di Marburgo, ha compiuto da Cufra tra l'ottobre 1957 e il giugno 1958 e poi successivamente tra l'ottobre e il dicembre 1958 visitando il Gebel Eghei e le pendici del Tibesti settentrionali. Per questi viaggi e per altre ricerche compiute sul vulcano di Uàu en-Namùs, sugli spostamenti dei nomadi e sui Tebu (o Tubu), cfr. E. Migliorini, Nuovi contributi alla conoscenza della Libia interna, in Rivista geografica italiana, LXVI, 1959, pp. 173-77. Nel Sahara centrale ha operato a lungo T. Monod (negli inverni 1954-55 e 1959-60).

Nel Marocco ha condotto ricerche H. Mensching di Gottinga coll'aiuto dell'Institut Scientifique Chérifien; in un primo viaggio (luglionovembre 1951) egli si è occupato soprattutto di questioni geomorfologiche studiando le terrazze dell'Atlante (tra Taliouine e Tāroudānt fino ad Agadir), mentre in un secondo viaggio tra l'agosto 1953 e il gennaio 1954 ha cercato di costruire un profilo climatico-morfologico tra nord e sud attraverso il Rif e la parte orientale del Medio Atlante. Frutto di queste indagini è stata anche un'opera d'insieme sul Marocco (Marokko. Die Landschaften im Maghreb, Heidelberg 1957). Nello stesso paese ha viaggiato anche il viennese H. Wiche (1952 e 1954, che ha studiato specialmente la catena calcarea orientale dell'Alto Atlante e i M. di Siroua. L'austriaco I. Matznetter ha visitato le Canarie (1953 e 1955) e le isole del Capo Verde (1958). Campo assai più ampio hanno abbracciato le ricognizioni di I. Büdel, rivolte a ricostruire le vicende climatico-morfologiche dei paesi posti tra l'A. Minore e l'A. Orientale. Nel 1950 egli ha visitato tra l'altro la Grande Cabilia, l'Atlante di Blida, l'Hoggar, la piattaforma del Senegal, il Futa Gialon;. nel 1953 l'Etiopia; nel 1954 l'Algeria e il Sahara algerino; nel 1957 l'Uganda di NE e alcune regioni del Kenya. Nell'A. occidentale (per la quale è apparsa un'opera d'insieme per varî riguardi degna di considerazione di R.Y. Harrison Church, West Africa. A study of the Environment and of Man's Use of it, Londra 1957), molto attivo è stato soprattutto W. Manshard, che a partire dal 1953 ha compiuto sistematicamente una serie di ricognizioni, rivolte a riconoscere le condizioni economiche di regioni poco note; nel 1958 egli ha visitato i centri del Sudan e della Costa d'Avorio e nel 1959 ha condotto ricerche sugli insediamenti Yoruba (Nigeria). L'etnologo di Magonza H. Baumann nel 1954 ha guidato una spedizione nell'Angola per indagare sulle condizioni dei popoli cacciatori e pescatori della parte merid. del paese. Nella Somalia inglese osservazioni d'un certo interesse sulla vegetazione sono state compiute nel 1955-56, cercando di spiegare la disposizione delle associazioni vegetali secondo archi caratteristici.

In connessione coll'anno geofisico studiosi inglesi tra il dicembre 1957 e il gennaio 1958 hanno eseguito ricerche nei ghiacciai del Ruwenzori (M. Baker). Dell'autunno 1959 è un viaggio di I. H. Schultze dell'università di Berlino, che ha cercato di costruire due profili attraverso l'Egitto e il Sudan, il primo tra il Sinai e Juba, il secondo tra Kharṭūm e Cassala. Tra il giugno e il settembre 1957 l'austriaco H. Berger ha visitato l'Uganda di NE (e specialmente i mal noti monti di Caramosha). Anche l'Etiopia è stata oggetto di varie ricerche e di ricognizioni. Molto attivo è stato soprattutto J. Werdecker, che ha compiuto tra il 1953 e il 1959 una serie di viaggi soprattutto nella mal nota regione del Semien, dove sono state anche eseguite misure di triangolazione allo scopo di costruire una carta alla scala 1 : 25.000; egli ha visitato anche la fossa dei laghi galla e la zona degli Arussi. Riguardano invece soprattutto il campo etnografico le ricerche (1951-52) di A. Yensen dell'Istituto Frobenius di Francoforte (per queste ed altri contributi recenti, cfr. Rivista geografica italiana, 1958, pp. 157-61). Tra l'ottobre 1959 e il marzo 1960 il geologo G. Merla ha compiuto un accurato rilievo delle serie stratigrafiche lungo la valle dell'Abai, la fossa dei laghi, l'alto Scebeli e il corso dell'Omo.

Infine per l'A. meridionale vanno ricordate le ricerche di carattere fisico, fitogeografico ed economico eseguite da K. Kayser dal novembre 1952 al settembre successivo, allo scopo di completare le osservazioni compiute nel 1935-36 nell'Africa di SO (Namaqualand), e quelle di H. Abel nell'A. di SO (specie nel Kaoko Veld), intraprese a partire dal gennaio 1952; egli è poi ritornato di nuovo nella stessa regione nel dicembre 1956 allo scopo di studiare la morfologia delle zone semidesertiche.

Popolazione. - Le statistiche più recenti attribuiscono all'A. una popolazione di 220÷230 milioni di ab.; di essi 73÷75 milioni si trovano nell'A. settentrionale (dove l'Egitto coi suoi 23 milioni e mezzo di ab. ha una posizione preminente) e 147÷150 milioni nell'Africa centrale e meridionale (di cui ben 31 milioni e mezzo nella Nigeria).

Nuovi dati si hanno intorno alle confessioni religiose. L'Agenzia "Fides" valuta il numero dei cattolici intorno a 22 milioni (di cui 18.875.000 battezzati e gli altri catecumeni), quello dei copti a 10.700.000, mentre di poco superiore è quello dei protestanti (11.600.000). Il numero dei cristiani è perciò di 44 milioni, di cui 35 milioni nell'Africa nera. Anche i musulmani sono in aumento e l'accrescimento risulta ancora più celere di quello dei cristiani. Tra il 1931 e il 1951 i musulmani sarebbero passati da 40 a 80 milioni; sono specialmente gli animisti che si convertono all'islamismo, mentre i cristiani convertiti conservano di solito la loro fede e non passano all'islamismo.

È stato eseguito recentemente anche un computo del numero degli Italiani che vivono in Africa. Essi sarebbero circa 240.000, di cui 85.000 in Tunisia, 45.200 in Libia, 39.800 in Egitto, 21.000 in Algeria, 17.840 in Eritrea, 6750 nel Marocco, 5000 in Etiopia, 4450 in Somalia, 3700 nell'Unione Sudafricana, 2500 in Kenia-Uganda-Tanganica, 1800 in Rhodesia, 1745 nel Congo Belga, 1300 a Tangeri, 1170 nell'A. E. F. e 1000 nell'A. O. F.

Sviluppo dell'irrigazione. - In molte regioni africane sono stati ultimati in questi ultimi anni oppure sono in corso di esecuzione dei grandiosi lavori per estendere le aree irrigue. In molti casi si traggono dagli sbarramenti anche ingenti quantitativi di energia elettrica.

Nel Marocco nel 1953 è stato ultimato nell'Alto Atlante lo sbarramento di Bin-el-Ouidane, che era stato iniziato nel 1948; esso permette di irrigare un'area di 120.000 ettari. In Algeria nel giugno 1954 sono state inaugurate le installazioni idroelettriche dell'Uadi Agrium; la diga dell'Iril-Emda ha una ritenuta di 160 milioni di metri cubi e le acque mettono in azione due officine, di cui una sotterranea. La produzione totale è di 185 milioni di kWh, pari a un quarto dei bisogni totali dell'energia elettrica dell'Algeria. In Tunisia è in corso di sistemazione la valle della Megerda.

In Egitto, già prima della nazionalizzazione da parte del governo nazionalista della Compagnia del canale di Suez (26 luglio 1956), era allo studio un grande progetto per modificare profondamente l'economia del paese. Si basa sulla costruzione, 6,5 km a monte di Assuan, d'una grande diga ("alto sbarramento", in arabo Sadd el Ali), la quale dovrebbe consentire l'irrigazione di 800 mila ha di terreno e la produzione di 10 miliardi di kWh annui. Non tutta l'acqua del Nilo viene infatti attualmente utilizzata, dato che gli sbarramenti esistenti sono in grado di immagazzinare solo un decimo delle acque del fiume nel periodo delle grandi piene annue. La nuova diga, che sarà lunga 5 km e alta 100 m, darà luogo alla formazione d'un lago di 3.000 km2 con un serbatoio di 130-150 miliardi di m3 d'acqua (di gran lunga superiore a quello creato in California mediante la Boulder Dam, che ha una capacità di 40 miliardi). Il lago sarà largo 5-10 km e lungo 400 (di cui 150 nel Sudan), per cui la città di Wadi Halfa verrà sommersa e sarà necessario costruire un nuovo centro. I lavori hanno avuto inizio il 3 gennaio 1960, dopo che l'Egitto si è assicurato il finanziamento dell'opera da parte dell'Unione Sovietica e l'assenso da parte del Sudan. Proseguono intanto i lavori per estendere le aree irrigue nel delta interno del Niger, dopo la costruzione dello sbarramento di Sansadig (inaugurato nel 1947). Mediante una diga, lunga 800 m, il livello del fiume è stato innalzato di 5 m; dallo sbarramento così ottenuto parte un canale che dopo 8 km si bipartisce dando origine a due canali, quello del Sahel (24 km), verso NE, che immette l'acqua in un braccio morto del fiume, e quello del Macina (20 km). Nel Camerun è stato creato lo sbarramento idroelettrico di Edea, che dovrà alimentare una fabbrica di alluminio. Nel Congo Belga si è iniziata la costruzione d'una diga sul fiume presso Inga, un'altra procura di sbarrare il Kuilu presso Sunda.

In Uganda la diga di Owen Falls sul Nilo ha cominciato a dare i suoi frutti, ma occorreranno almeno 10 anni prima che il lavoro sia completato. È lunga 850 m., alta 29 m e su di essa passa la strada che collega Kampala a Jinja; per agevolare il deflusso delle acque si è provveduto a demolire la zona che costituiva un tempo le cascate Ripon. È stata costruita allo scopo: 1) di aumentare la capacità del Lago Vittoria, sommergendo delle aree paludose, in modo da ottenere una maggiore regolarità nelle portate dell'emissario; 2) di produrre energia elettrica.

Tra gli altri lavori recenti son da ricordare: in Rhodesia lo sbarramento di Kariba (v.) sullo Zambesi, e nell'Orange il progetto di deviare parte delle acque verso il Great Fish allo scopo di irrigare 70.000 ha.

Rinvenimento di giacimenti di minerali utili. - Le conoscenze che si hanno del sottosuolo africano sono ben lungi dall'essere soddisfacenti e solo in pochi luoghi la prospezione è stata accurata. Anche in questo campo nel corso degli ultimi anni sono proseguite le ricerche, che in alcuni casi hanno dato buoni risultati. Soprattutto nel Sahara, dove da tempo era nota l'esistenza di minerali di ferro, di rame, di carbone e di manganese, presenta buone prospettive il rinvenimento di giacimenti d'idrocarburi. Poiché il problema del trasporto del petrolio da queste regioni interne alla costa risulta molto arduo e poiché le regioni sahariane sono ripartite tra diverse unità amministrative (Algeria, A.O.F., A.E.F., Marocco e Tunisia), la Francia ha istituito (Journal Officiel dell'11 gennaio 1957) un apposito organismo economico (Organisation commune des Régions Sahariennes) col compito di coordinare e indirizzare a finalità unitarie lo sfruttamento delle regioni sahariane. Petrolio fu trovato anche in Libia (Fezzàn, Sirtica) e nel Sudan (Abu Rudeis). L'italiano Ente Nazionale Idrocarburi ha concluso accordi per lo sfruttamento delle risorse petrolifere in varî paesi africani: Egitto, Sudan, Marocco, Libia.

Intanto si è iniziata l'esportazione della bauxite dalla Costa d'Oro (Ghana) e del ferro dalla Sierra Leone (giacim. di Lunsar) e dalla Guinea (Conacry), come pure dalla Liberia (dove è stata aperta una linea ferroviaria tra Bomi Hills e i giacimenti). Nell'Unione Sudafricana a Sasolburg, 25 km da Vereeniging (Orange), si è cominciato a produrre petrolio, utilizzando carbone di qualità mediocre.

Nuovi porti. - Per facilitare lo smercio dei prodotti africani sono stati aperti alcuni porti. Fin dal 1980, tagliato il cordone litoraneo, era stato inaugurato il porto di Abidjan (Costa d'Avorio). La ferrovia che parte da esso è stata intanto prolungata fino a Ouagadougou, capoluogo dell'Alto Volta. Nel maggio 1954 è stato inaugurato il nuovo porto di Duala nel Camerun, accessibile a navi di 8,5 m di pescaggio. Nel Tanganica meridionale è stato sistemato il porto di Mtwara, a sud di Lindi, mentre nell'Africa Orientale Portoghese un nuovo porto è quello di Nacala, una cinquantina di km a N di Mozambico. E poiché Matadi è insufficiente a smaltire l'ingente traffico del Congo Belga, è prevista la costruzione d'un nuovo scalo nell'avamporto di Banana.

Creazione di nuovi stati indipendenti. - Ai 4 stati indipendenti che già esistevano nel 1948, Egitto, Etiopia, Liberia e Unione Sudafricana, se ne sono aggiunti varî altri, in ordine di tempo: la Libia (24 dicembre 1951); il Sudan, diventato indipendente a partire dal 1° gennaio 1956, con l'assenso degli antichi condomini, Gran Bretagna ed Egitto; il Marocco che ha riacquistato l'indipendenza il 2 marzo 1956: poche settimane dopo il territorio dell'exprotettorato francese si è accresciuto del Marocco ex-spagnolo, come pure della zona internazionale di Tangeri. Successivamente si è ingrandito (aprile 1948) del Marocco Spagnolo meridionale, cioè di quella striscia di territorio, grande come la Sicilia, scarsamente popolato, avente per capoluogo Villa Bens. Non sono invece inglobati nel Marocco né i Presidios (Ceuta, Melilla, ecc.), né il Territorio di Ifni. La Tunisia è diventata indipendente il 20 marzo 1956; se nel 1881 il protettorato tunisino era sorto sulle basi classiche del regime di protettorato, in seguito si era avuto un controllo sempre più largo dell'autorità protettrice in tutti gli aspetti della vita tunisina, instaurando un vero e proprio regime coloniale, dal quale i Tunisini dopo un decennio di lotte (1946-56) sono riusciti a svincolarsi. È stato però previsto, per la Tunisia, come per il Marocco, il mantenimento di particolari legami con la Francia.

Indipendente dal 6 marzo 1957 è pure la Costa d'Oro, che ha ripreso l'antico nome di Ghana. Questo nome designava un grande stato sudanese formatosi intorno al 4° sec. d. C., avente per nucleo la regione ben popolata tra l'alto Senegal e l'alto Niger e per capitale Kumbi, di cui restano cospicue rovine; ampliatosi nei secoli successivi, crollò (12° sec.) sotto i colpi degli Almoravidi e dei loro alleati. Del nuovo stato di Ghana fa parte anche quella parte del Togo che finora era sotto amministrazione fiduciaria britannica. Il Ghana rimane tuttavia membro del Commonwealth.

Si devono aggiungere ancora: la Guinea, che in seguito al referendum indetto il 27 settembre 1958 nei territorî dell'ex Unione Francese si è costituita in repubblica indipendente, e il Camerun francese, che ha acquistato l'indipendenza dal 1° gennaio 1960, mentre il Camerun britannico resta per ora sotto amministrazione fiduciaria; esso è diviso in due parti, una delle quali (a N) fa parte integrante della Nigeria, mentre la seconda ha amministrazione autonoma. Il 31 maggio 1960 le N. U. hanno stabilito di staccare dalla Nigeria la parte settentr., facendo decidere con un plebiscito agli abitanti il loro destino politico.

Inoltre, in base all'art. 76 della nuova costituzione francese (approvata con referendum del 28 settembre 1958) hanno acquistato nel 1959 l'indipendenza in seno alla Comunità francese 11 altri paesi africani: la Repubblica Centroafricana (già territorio di Ubanghi-Sciari), la repubblica del Ciad, la repubblica del Congo, (la cui capitale da Pointe Noire è stata trasferita a Brazzaville), la Costa d'Avorio, il Dahomey, il Gabon, il Madagascar, la Federazione del Mali (costituita dal Senegal e dal Sudan, ma poi solo da quest'ultimo), la repubblica islamica di Mauritania, il Niger, il Volta. Alcuni di essi cercano però di svincolarsi sempre più dalla Francia e tendono ad acquistare maggiore autonomia. Il 27 aprile 1960 anche il Togo ha proclamato la sua indipendenza e dal 1° luglio 1960, cessata l'amministrazione fiduciaria (che durava dal 21 novembre 1949), è diventata indipendente la Somalia già italiana, che riunitasi alla Somalia britannica ha costituito la Repubblica Somala. Poi è stata la volta del Congo Belga (21 giugno 1960), che ha rotto ogni rapporto col Belgio. Infine, anche la Nigeria (che a partire dal 1° ottobre 1954 aveva ottenuto una nuova costituzione che dava maggior autonomia alle singole regioni nel quadro d'una formula unitaria di tipo federale), ha ottenuto l'indipendenza dal 1° ottobre 1960.

La disgregazione del vecchio mondo coloniale africano si fa sempre più profonda: la vita coloniale vede aggravarsi la crisi che negli ultimi anni l'ha colpita. Alla preponderanza sul piano internazionale di stati anticoloniali, come gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica, le potenze coloniali non sono state in grado di opporre alcuna efficiente capacità di espansione e il risveglio economico, culturale e quindi politico degli indigeni si è tradotto in impulsi sempre più numerosi all'autonomia. L'inserimento dei territorî d'oltremare nel mercato comune europeo rappresenta il più recente passo compiuto verso il definitivo abbandono della vecchia concezione colonialista.

Mutamenti nella circoscrizione amministrativa. - Nell'evoluzione politica dei territorî africani si nota in più casi la tendenza alla creazioue di stati su basi federali: tale regime ben s'adatta a coordinare la vita dei territorî spesso molto diversi per evoluzione politica, economica, sociale.

In seguito a una risoluzione adottata dall'Assemblea delle N. U. (2 settembre 1950), unità autonoma federale dell'Etiopia è l'Eritrea, che ha una propria Assemblea legislativa e gode di completa autonomia nel campo degli affari interni. A norma dell'art. 38 della costituzione (approvata il 10 luglio 1952), le lingue ufficiali sono due: arabo e tigrino, ma negli uffici federali lingua scritta ufficiale è l'amarico. Una legge del 20 maggio 1960 ha però compreso l'Eritrea tra le province dell'Etiopia.

Dal 23 ottobre 1953 le due Rhodesie e il Territorio del Niassa costituiscono una Federazione. Dal 1948 l'East Africa High Commission coordina i servizî dell'Uganda, del Kenya e del Tanganica.

L'Egitto costituisce a partire dal 1° febbraio 1958 la Repubblica Araba Unita (R.A.U.), in seguito all'unione con la Siria, assumendo così in modo ancora più spiccato il carattere di stato bicontinentale (che giá presentava con la penisola di Sinai). Il Senegal si è unito al Sudan, formando la Federazione del Mali (17 gennaio 1959), ma poi questa unione è venuta meno. Il 17 maggio 1960 il Ciad, la Repubblica Centroafricana e il Congo hanno deciso di federarsi nell'Unione delle Repubbliche dell'Africa Centrale (URAC). Della riunione della Somalia Britannica la Repubblca Somala, è già stato detto sopra.

Si sono verificati anche diversi mutamenti nella circoscrizione amministrativa. In seguito a un decreto in data 28 giugno 1956 l'Algeria, che nell'agosto 1955 aveva visto aumentare a 4 i suoi dipartimenti con la creazione di quello di Bona, è stata ripartita in 12 dipartimenti (v. algeria in questa App.). La loro superficie va da un massimo di 48.449 km2 (Batna) a un minimo di 3283 km2 (Algeri) e la popolazione da un massimo di 1.125.000 ab. (Costantina) a un minimo di 309.000 (Tiaret). Il Sahara algerino è stato ripartito in 2 dipartimenti, di Saura (cap. Colomb-Béchar) e delle Oasi (cap. Laghouat).

In Egitto allo scopo d'intensificare la bonifica di terreni sterili, è stata creata tra il Cairo ed Alessandria, al margine del Deserto Occidentale, la provincia della Liberazione con capoluogo Nasr (vittoria). Dal luglio 1957 il capoluogo della Mauritania è stato trasferito a Nouakchott.

L'Etiopia, da qualche anno a questa parte, è stata ripartita in 12 province, che per la massima parte portano nomi di regioni storiche (Arussi, Beghemeder, Caffa, ecc.). In seguito a una legge del giugno 1951 le terre portoghesi d'oltremare non sono più colonie, ma province portoghesi con un'amministrazione autonoma.

Definizione dei confini. - Incerti risultavano i confini tra la Libia e l'Algeria. Un trattato, concluso a Tripoli tra la Francia e la Libia (1955), ha fissato in modo preciso la frontiera tra Gat e Tummo. In virtù di tale trattato la linea di confine lascerà in territorio algerino una grande striscia di terreno posto ad ovest di Gat (coi pozzi di Tin Alcum, Acruf, In Ezzàn, Anai) che nella cartografia ufficiale italiana era inserita in territorio libico.

Resta ancora indeterminata la frontiera somalo-etiopica essendo falliti i negoziati per una delimitazione dei confini prima della elevazione della Somalia a stato indipendente, mentre un accordo anglo-etiopico, entrato in vigore il 28 febbraio 1955, ha restituito all'Etiopia i territorî di Haud e una parte dell'Ogaden, che finora erano inclusi nella Somalia britannica. Il limite tra Etiopia e territorio dell'Ogaden viene portato ad una linea che parte dal settore di Giggiga e corre per buona parte lungo il corso del f. Gerrer, lasciando in territorio etiopico Dagabuhr e Gabredarre, per risalire in direzione di Galladi verso il confine tra la Somalia inglese e l'ex Somalia italiana. La creazione della Repubblica Somala fa ritenere che questo accordo decada.

Cambiamento di nomi. - Un indice della progressiva emancipazione degli indigeni si rispecchia nella tendenza di sostituire i toponimi europei con nomi locali. Già da qualche anno Costermansville, capoluogo del Kivu nel Congo Belga, si chiama Bukavu. Più recentemente (20 settembre 1956) Port Lyautey nel Marocco ha ripreso l'antico nome di Kenitra, e Ferryville (Tunisia), per quanto abitata in prevalenza da Francesi, quello di Menzel Bu Rghiba. Nell'aprile 1955 la prefettura egiziana di el-Fuadiyya è stata denominata Kafr el-Sheikh. Dal febbraio 1958 Mogador si chiama Essauira. Dal 1° luglio 1956 anche i villaggi agricoli fondati dagli Italiani in Tripolitania hanno ricevuto una denominazione araba.

Bibl.: Opere recenti sull'Africa: L. S. Suggate, Africa, Londra 1949; A. Mendes Correa, Sintese de Africa, Lisbona 1949; L. D. Stamp, Africa. A study in tropical development, New York 1953; E. Mai, Der Erdteil Afrika, Stoccarda 1953; E. Migliorini, Profilo geografico dell'Africa, 2ª ed., Napoli 1960. Per l'Africa meridionale è fondamentale: G. H. Wellington, Southern Africa, Cambridge 1955. Per la geologia: R. Furon, Géologie de l'Afrique, Parigi 1950. Nel 1952 è stata ultimata la pubblicazione della Carta geologica internazionale in 9 fogli, alla scala 1 : 5 milioni, a cura del Bureau d'études géologiques et minières coloniales. Per i giacimenti minerarî cfr.: E. Krenkel, Geologie und Badenschätze Afrikas, Lipsia 1957. Sui terreni è da vedere l'opera di S. I. Schokalskaja, Die Böden Afrikas, Berlino 1953. Per la morfologia è da vedere: J. Dresch, Pénéplaines africaines, in Annales de géographie, XLVI (1947), pp. 125-37. Per il Nilo ha dato una buona sintesi della conoscenza H. E. Hurst, The Nile. A general account of the river and the utilization of its waters, Londra 1952. Per l'idrologia è da vedere il volume di I. Dubief, Essai sur l'hydrologie superficielle au Sahara, Algeri 1955. Popolazioni: dell'opera Razze e popoli della Terra di R. Biasutti è apparsa una terza edizione (Torino 1959), il terzo volume è tutto riservato alla descrizione delle popolazioni africane; da vedere anche: R. Battaglia, Africa. Genti e colture, Roma 1954; G. P. Murdock, Africa. Its Peoples and their Cultural History, New York 1959. Varî scritti relativi alel popolazioni africane sono ristampati in un volume postumo di J. Richard-Molard (1958). Cfr. anche: P. Gourou, Une humanité noire, in Les Cahiers d'Outre-Mer, XII (1959), pp. 129-46. Economia: Review of economic conditions in Africa (a cura delle Nazioni Unite, aggiornato in seguito più volte), New York 1951; J. Du Jonchay, L'industrialisation de l'Afrique, Parigi 1953; A. Aubréville, Climats, forêt et désertification de l'Afrique tropicale, Parigi 1949; J. Philipps, Agriculture and ecology in Africa, Londra 1959; E. Weigt, Afrika. Ergänzungsraum u. Energie für West-europa?, in Geogr. Rundschau, XII (1960), pp. 45-54.

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