Afforestamento (o afforestazione)

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

afforestamento (o afforestazione)

Fabio Catino

afforestamento (o afforestazione)  Pratica di ripotenziamento ambientale di zone forestali, degradate a causa di deforestazione o sfruttamento improprio e smisurato della risorsa. Il termine a., neolo­gismo talora usato come sinonimo di rimboschimento, descrive letteralmente l’impianto di un bosco su un terreno nudo di vegetazione legnosa. L’a. è stato utilizzato storicamente in vari Paesi sia sviluppati sia in via di sviluppo, diffusamente in Europa a partire dagli anni 1990. In particolare, con l’adozione del protocollo di Kyoto (➔ Kyoto, protocollo di) alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, l’a. è stato riconosciuto quale strumento per la rimozione del diossido di carbonio (CO2) dall’atmosfera (➔ emissione in atmosfera), e per il relativo assorbimento di carbonio nella biomassa vegetale, attraverso politiche di gestione delle risorse forestali e cambiamento di destinazione d’uso del territorio.

La pratica e i costi dell’afforestamento

In questo contesto, per a. si intende la trasformazione in zone forestali di territori non ricoperti di foreste da almeno 50 anni, realizzata per opera diretta di specialisti attraverso piantumazione e semina (effettuata o naturale agevolata), mentre si definisce riforestazione la stessa attività limitatamente a zone senza manto forestale alla data del 31 dicembre 1989. Per quanto riguarda l’aspetto della cattura del carbonio dall’atmosfera e del suo stoccaggio (o immagazzinamento; ingl. sequestration) in altra geosfera, l’a. comporta un incremento del carbonio accumulato nella biomassa forestale. Dopo una fase iniziale di preparazione del territorio da afforestare, il carbonio comincia a trasferirsi nelle parti legnose della biomassa forestale, dove rimane bloccato per diverse decadi. Il tasso di accumulo di CO2 che ne consegue può variare significativamente, secondo le specie arboree utilizzate e le caratteristiche del sito (tra 1 e 35 t CO2/ha anno).

Anche i costi delle pratiche di a. sono variabili e dipendono dalla tipologia fitogeografica del territorio interessato e dalle condizioni economiche del Paese che lo amministra, ma possono essere ulteriormente compensati da ricadute positive in ambiti diversi da quello della lotta ai cambiamenti climatici (prevenzione dell’erosione dei suoli, salvaguardia della biodiversità ecc.). Per il conseguimento degli obiettivi del protocollo di Kyoto, attraverso strumenti che favoriscono investimenti e trasferimento delle tecnologie, le attività di a., tra le altre di gestione delle foreste e di utilizzazione del territorio e suo cambiamento di destinazione d’uso (LULUCF, Land Use, Land Use Change and Forestry), consentono ai soggetti proponenti di produrre crediti di emissione, sviluppando progetti secondo i termini dei meccanismi di flessibilità, come per es. il CDM (➔ Clean Development Mechanism). Le linee guida che orientano le metodologie praticabili per ottenere l’approvazione e la registrazione di tali progetti si avvalgono delle indicazioni di carattere scientifico prodotte dall’IPCC (➔) per la stima, la misura, il controllo e la rendicontazione delle variazioni delle riserve di carbonio e delle emissioni di gas serra causate dalle attività LULUCF.