Abū l-῾Alā῎ al-Ma῾arrī

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Poeta, filologo e letterato arabo di Siria (n. Ma῾arrat an-Nu῾mān 973 - m. 1058). Cieco, visse ritirato e lontano dalla corte. Su una vasta produzione erudita o classicheggiante, si eleva la raccolta delle sue poesie filosofiche e morali (Luzūmiyyāt), ispirate a un'etica austera e a uno scettico pessimismo nei confronti delle religioni rivelate, islamismo compreso. Nella Risālat al-ghufrān ("Epistola del perdono"), bizzarra fantasia escatologica in prosa, si è creduto scorgere un precedente orientale della visione dantesca.

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