Sissako, Abderrahmane

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Sissako, Abderrahmane (propr. ῾Abd al-Rahmān). – Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico mauritano (n. Kiffa 1961). Trasferitosi ventenne a Mosca, dal 1982 al 1989 vi ha frequentato la scuola di cinema Federal State Film Institute (VGIK), per poi trasferirsi in Francia agli inizi degli anni Novanta. Tra i pochi registi dell’Africa subsahariana, insieme a O. Sembène, S. Cissé e  I.Ouedraogo, ad avere raggiunto notorietà internazionale, dopo aver realizzato documentari e cortometraggi quali Le jeu (1990), Oktiabr (1993), Le chameau et les bâtons flottants (1995), Le chameau et les bâtons flottants (1995), Sabriya (1997), Rostov-Luanda (1997) e La vie sur terre (1998), si è imposto sulla scena cinematografica europea con la pellicola Hérémakono (En attendant le bonheur, 2002), presentata al Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard e vincitrice del premio FIPRESCI. Indagatore di temi quali la globalizzazione, l’erranza e il disagio sociale dei gruppi etnici migranti ai margini della cultura occidentale, che affronta con coraggio ed eleganza di tratto, tra le sue pellicole successive occorre citare Bamako (2006), di cui è stato anche produttore e sceneggiatore, Timbuktu (2014), delicata opera sulla guerra in Mali presentata in concorso al Festival di Cannes che l'anno successivo è stata insignita dei premi César come miglior film, migliore regia, migliore soggetto, migliore montaggio, migliore fotografia, migliori musiche e migliore suono, e Black Tea (2024), in concorso al Festival di Berlino dello stesso anno.

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