Abaco

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a. dei Romani

Tavoletta rettangolare usata dagli antichi per eseguire i calcoli; l’ a. dei Romani portava due serie di otto asticciole in cui scorrevano gettoni o palline forate (4 o 5 per asta nella serie inferiore, 1 nella superiore). Le palline scorrevoli nelle aste inferiori servivano a computare le once (aste contrassegnate con O), le unità (asta contrassegnata con I), le decine ecc., fino al milione. Analogamente, le palline scorrevoli nelle aste superiori servivano a segnare rispettivamente 5 once, 5 unità, 5 decine ecc., mentre le tre aste molto piccole nella parte destra inferiore dell’a. segnavano le frazioni di oncia. Gli a. erano indispensabili nelle civiltà antiche (Cina, Babilonia, Grecia, Roma) per la mancanza di un sistema di numerazione adatto al calcolo. Ancora diffusi nel Medioevo, caddero in disuso man mano che nell’Occidente latino furono introdotti il sistema numerico decimale indo-arabico e i principali metodi di calcolo, grazie anche al Liber abaci di L. Fibonacci (1202).

Per l’abaco in architettura ➔ capitello.

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Sistema numerico decimale

Medioevo

Oncia